La Batusa

ORO, INCENSO E BIRRA/3

Cancellare il presepe dalle scuole aiuta l’integrazione, come sostiene la Bruschini? Lo abbiamo chiesto a Medega Hodzic, musulmano, responsabile della comunità bosniaca di Piacenza che nel presepe, invece di Balotelli, ci metterebbe la statuetta del centravanti della sua nazionale.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Una statuetta del centravanti della nazionale bosniaca nel presepe di Caorso. Niente male come idea. “A Napoli ci mettono quella di Maradona, io nel presepe ne metterei una di Edin Dzeko, il mio idolo”. Medega Hodzic è il responsabile della comunità bosniaca di Piacenza, è di fede islamica e da qualche parte ha ancora il ritaglio del giornale turco Yeni Asir che parla del suo incontro a Smirne col console onorario della Bosnia Erzegovina in Turchia, Ahmed Kemal Baysak, insieme all’allora sindaco Roberto Reggi. Medega conosce la città, si tiene informato su quello che succede in giro e legge i giornali. Non gli è sfuggita neppure la notizia dell’abolizione del presepe negli asili di Caorso e Monticelli per scelta della preside Manuela Bruschini. La decisione dell’ex assessore del Comune ha stimolato un dibattito interessante, con Massimo Polledri (Lega Nord) che paragona la Bruschini al Grinch, “quello strano personaggio di fantascienza che odiava il Natale e il clima di festa e andava in giro a rubare tutti i doni”,Tommaso Foti (Pdl) che parla di Lenin, Stalin e Ceausescu e Marco Bergonzi (Pd) che inizia il suo comunicato con un esplicito “vergogna!”. I piacentini hanno seguito la vicenda sui siti internet e si sono fatti un’idea. Chi parla del presepe come di un semplice simbolo – e però dietro a un simbolo c’è sempre un significato, un valore forte, un’idea, altrimenti al posto della croce potrebbero tranquillamente mettere l’insegna della bocciofila di Pontenure – e chi contesta apertamente la scelta della Bruschini. Ci ha pensato su anche Medega Hodzic, e alla fine anche lui si è fatto un’idea precisa.

LA RIVELAZIONE DEL CORANO

La Bruschini, dopo aver detto di aver agito secondo le norme, ha specificato che “data la laicità della scuola pubblica e l’elevata presenza di bambini stranieri, che è sotto gli occhi di tutti, ho ritenuto opportuno evitare ogni riferimento esclusivo a un unico orientamento religioso, proprio nel rispetto di perseguire un’ottica di multiculturalità”. Medega, da musulmano ti chiediamo una cosa molto semplice: cancellare il presepe favorisce l’integrazione, come dice la Bruschini? “No, non direi. Parlo a nome mio e non a quello della comunità che rappresento – dice Medega alla Batusa – ma ogni Paese ha i suoi costumi, le sue tradizioni e la sua cultura. Il presepe fa parte del culto cattolico italiano e non vedo perché debba essere tolto dalle scuole. Uno si può integrare benissimo anche se c’è il presepe, che c’entra? Personalmente non capisco la scelta della Bruschini, anche perché qui si parla di cultura più che di religione. Il presepe fa parte della vostra cultura e non vedo perché debba essere cancellato da un asilo. Se avessi un figlio che frequenta una scuola materna in cui viene esposto un presepe, beh, la cosa non mi creerebbe alcun problema”. La Bruschini è andata fino in fondo e, oltre al presepe, ha deciso che durante la festa di Natale non dovrà esserci alcun riferimento a Gesù Cristo. “L’Islam – prosegue Medega – riconosce Gesù Cristo e tutto quello che è venuto prima della rivelazione del Corano. Anche qui, se si parla di Cristo durante il Natale, non ci vedo nulla di strano”. Recentemente Piacenza ha dato un grande esempio di integrazione: i lavoratori di Atlantis, il cantiere navale di Siriano che a dicembre rischia di chiudere, hanno celebrato una messa comune a cui hanno partecipato cattolici, mussulmani, ortodossi e induisti. “Sì, è stata una bellissima iniziativa. Il fatto che tante persone di religioni diverse si siano ritrovate per pregare insieme è una cosa molto positiva”. Allora il problema è la religione o l’integrazione? “Mi limito a dire che sia dal punto di vista religioso sia da quello dell’integrazione sarebbe meglio occuparsi di cose ben più importanti di un presepe. Che, ripeto, fa parte della vostra tradizione e della vostra cultura, e che a mio parere non può e non deve rappresentare un problema”. Parola di un islamico.