La Batusa

VOTO ANCH’IO, NO TU NO

Una pidiellina racconta alla Batusa che le è stato impedito di votare alle primarie del Pd a causa della sua appartenenza politica. La replica di Cisini, presidente del seggio numero uno: “Se vuole può rinunciare alla tessera del Pdl e al ballottaggio potrà votare senza problemi”. Ma il punto è: che cosa ci faceva una tesserata del Pdl alle primarie del Pd?

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

No alla tessera. Come la scritta che compare sui cappellini degli ultras di mezza Italia, solo che stavolta si parla di primarie del Partito Democratico e la tessera è quella del Popolo della Libertà. Un’elettrice piacentina iscritta al Pdl – ex candidata alla Regionali – racconta alla Batusa quello che le è accaduto domenica scorsa, quando – dice – le è stato impedito di votare a causa della sua fama di piediellina. Che cosa ci faceva una tesserata del Pdl alle primarie del Pd lo vedremo in seguito. Ora partiamo dai fatti. Il racconto della sua giornata inizia alla Circoscrizione 4. “Appena sono arrivata – racconta la piediellina, che preferisce restare anonima – mi hanno riconosciuta e mi hanno detto che non sapevano se potevo votare in quanto iscritta al Pdl. Sapevo che avrei dovuto firmare una carta d’intenti, ma ero disposta a farlo, dato che non comportava alcuna iscrizione al Pd. Loro insistevano sul fatto che, essendo tesserata per il Popolo della Libertà, non potevo votare. A quel punto ho chiesto che mi venisse mostrato il regolamento delle primarie, ma mi hanno detto che non lo avevano”. Noi della Batusa, che purtroppo non sappiamo il regolamento delle primarie del Pd a memoria, siamo andati a dare un’occhiata sul sito ufficiale di Italia Bene Comune per verificare se effettivamente esiste una norma che vieta il voto agli iscritti a partiti diversi. L’articolo 7 comma 3 del regolamento dice che non sono ammessi al voto “coloro che svolgano attività politica in contrasto con la Coalizione di centrosinistra Italia Bene Comune”. Uhm. E’ un po’ vago. Non si capisce se per “attività politica” si intende un ruolo di amministratore o di consigliere oppure il semplice fatto di avere una tessera di partito in tasca. Torniamo a domenica. Torniamo alla nostra pidiellina che vaga per la città tra finti suonatori di fisarmonica e luci di Natale per cercare di votare alle primarie del Pd. “Dato che alla Circoscrizione 4 non mi facevano votare – dice – ho deciso di andare al seggio numero uno in Sant’Ilario. All’inizio è filato tutto liscio, mi hanno registrato, ho pagato i miei due euro, mi hanno dato la scheda e mi sono messa in fila, ma appena ho messo piede sul palco mi hanno bloccato di nuovo dicendomi che non potevo votare perché ero iscritta al Pdl. Niente. Non c’è stato verso. Non mi hanno fatta votare neanche lì. Allora sono venuta via, mi sono dimenticata di farmi ridare i due euro e sono tornata a casa senza due euro e senza aver votato”.

MANIFESTI ELETTORALI

Alla Batusa siamo gente seria – tranne qualche volta – e abbiamo telefonato a Giorgio Cisini, presidente del seggio numero uno, quello in Sant’Ilario, per chiedergli conferma della cosa. “Sì, è tutto vero. Tempo fa – dice Cisini – la persona in questione era stata candidata alla Regionali, il suo volto era su tutti i manifesti elettorali del Pdl, mi sembrava un caso eclatante. Nella concitazione è molto probabile che altre persone che hanno avuto un ruolo politico del Popolo della Libertà abbiano votato, ovviamente non possiamo conoscerli tutti uno per uno. Però nel caso in questione mi sembrava una provocazione, dato che, ripeto, il suo volto era su tutti i cartelloni di Piacenza col simbolo del Pdl. Sia chiaro: non ho nulla contro di lei, figuriamoci se non faccio votare le persone, ero assolutamente in buona fede, ma era una situazione imbarazzante. La persona di cui stiamo parlando era candidata alla Regione, non al comunello di provincia o a una lista civica di centrodestra. Non si tratta di discriminazione, ci mancherebbe, un voto in più o in meno non cambia nulla. Però ci vuole un po’ di buonsenso. Se vuole – prosegue Cisini – la persona in questione può fare una dichiarazione pubblica in cui dice di essere stata discriminata, che vuole far parte del nostro progetto politico e che rinuncia alla propria appartenenza al Popolo della Libertà, così al secondo turno le chiederò scusa e la farò votare senza alcun problema”.

QUESTIONE DI LOGICA

Voto o non voto a parte, il punto è un altro: che cosa ci faceva una tesserata del Pdl alle primarie del Pd? E poi: il capo del centrosinistra non dovrebbe essere scelto dagli elettori di centrosinistra? Giusto ieri abbiamo intervistato un elettore di centrodestra che si è convertito alla Rottamazione. In giro ce ne sono molti come lui, la sensazione è che pur di rottamare Pier Luigi Bersani – che rappresenta la sinistra molto più di Matteo Renzi – gli elettori del Pdl si siano barrati gli occhi con una mano e con l’altra abbiano fatto la croce sul nome del sindaco di Firenze. L’elettore pidiellino che abbiamo sentito ieri lo ha detto chiaramente: “Ho votato Renzi perché si contrappone a Bersani e a tutto ciò che Bersani rappresenta”. Pare proprio che molti elettori di centrodestra – con o senza tessera – si siano messi in fila alle primarie del Pd col solo scopo di mandare a casa Bersani. Non c’entra la coerenza e neppure l’appartenenza. E’ la logica: il capo del centrosinistra dovrebbe essere scelto dagli elettori del centrosinistra. O no?