LETTERE ALLA BATUSA

Immagine pd

Dovevamo aspettarcelo. Dopo aver pubblicato il pezzo sui membri della Commissione provinciale che stanotte, per non addormentarsi tra una giustificazione e l’altra, assegneranno un premio alla scusa più assurda per riuscire a votare al ballottaggio, siamo stati invasi da lettere di possibili elettori che vogliono vincere a tutti i costi. Ne abbiamo scelte due, e ci scusiamo con tutti gli altri, ma lo spazio era finito e poi è venerdì e dobbiamo andare a fare l’aperitivo al San Marco. I nostri lettori ci hanno pregato di inviare tutto al Partito Democratico di Piacenza e noi abbiamo prontamente eseguito (come conferma la foto sopra). Ora non ci resta che attendere. Di seguito, il testo delle lettere di Emilia e Claudio.

MIA MAMMA E NICHI VENDOLA

Cara Batusa,
è che il sabato si va al Boeri, prima al Nina e poi al Boeri, al sabato non c’è via d’uscita. La gente che incontri prima la incontri dopo. Sbronza (questo nelle “lettere al direttore” di Libertà non potevo scriverlo).  Così fan tutti. Solo che sabato scorso era anche la notte prima delle primarie del centrosinistra. La notte prima delle urne. Io lo sapevo, con tutto il martellamento mediatico erano giorni che la mattina mi svegliavo e pensavo: “Devo registrarmi per votare, devo registrarmi per votare, devo registrarmi per votare”. Niente. Sono andata al Boeri, ho bevuto un paio di cose, ho ballato un po’, poi ho ribevuto, ho riballato. Poi il dramma. Il dj mette una vecchia sigla di Lupin e in un momento mi è crollato il mondo addosso, anzi mi sono crollate tutte le urne addosso. Rivedo in un momento flash di dibattiti tv, la vignette satiriche con la faccia di Tabacci, la Puppato che … (scusate, sinceramente non so molto sulla Puppato, aggiungete qualcosa voi per favore), Bersani che continua a dire “perbacco”, Renzi che lo truccano talmente tanto che sembra Ballantini. Capisco di aver fatto un errore mostruoso, una mancanza clamorosa nei confronti di Nichi Vendola: non mi sono registrata per votare. Mia mamma lo diceva sempre: registrati che poi è tardi, non rimandare al ballottaggio quello che puoi fare oggi”. Aveva ragione, come aveva ragione santa donna. Allora esco di corsa dal Boeri – saranno state 5 del mattino – e prendo un taxi sotto la pioggia, ma il taxista sbaglia strada, allora prendo la bici, ma era senza sellino e sinceramente non mi sembrava il caso. Allora aspetto il bus, ma Seta non ci va leggero e niente, prendo il “2 cimitero” toppando completamente. Sono stata in giro tutto il giorno, ma alla fine sono arrivata nella bellissima cornice di Sant’Ilario. Tutto chiuso. Non voto. Non posso votare. Allora sono andata a casa, a letto, e a letto ho mangiato i pan di stelle pucciati nel latte intero. Cerco di calmarmi, quest’onta me la porterò dietro per tutta la vita. Sarà la mia lettera scarlatta. Sogno Tabacci, Renzi, Bersani. Li sogno tutti, mi aleggiano intorno sussurrandomi “vergogna!”. Maledetti long island, maledetti pan di stelle. Maledetta me. (Allora, cara Batusa, come sono andata? Secondo voi può reggere come giustificazione per votare al ballottaggio? Ma soprattutto, riuscirò ad aggiudicarmi il primo premio per la scusa più assurda dalla Commissione provinciale?).

Emilia

LA BIONDA DEL BELLAVITA

Ciao Batusa,
sabato scorso, come ogni sabato – o quasi – ho passato la serata con gli amici, divertendomi e cercando di rimorchiare qualche ragazza carina, o anche non carina, basta che ci stia. Allora siamo andati a cena e poi al Bellavita, dove nonostante la presenza di un po’ troppe milf, si trovano anche belle figliole tutte imbellettate, compresa quella biondina che mi fa impazzire. Saranno state le due di notte quando quella lì, che mi pare si chiami Barbara, ha incominciato a struscarsi con uno, un pescegatto che fa sempre il fenomeno con i suoi capelli tutti ingellati. Dopo qualche minuto li ho visti in pista che ballavano e all’improvviso hanno iniziato a limonare di brutto. Non è che sia particolarmente geloso, anzi sì. Sono andato su tutte le furie, sono due mesi che gli ronzo intorno per cercare di conoscerla e non ce l’ho fatta, poi arriva sto tipo e se la porta via. I miei amici, bastardi, hanno capito che stavo male, ma per consolarmi hanno deciso di iniziare a offrirmi da bere di brutto. Un giro dopo l’altro – e poi quella barista, uhm, uhm, ottima! – mi sarò bevuto cinque cuba libre. Insomma alle 4 non sapevo neanche più come mi chiamavo. Sono arrivato a casa alle 6, tra i nomi di mio padre che era già sveglio, e mi sono infilato a letto. Non vi dico la domenica come stavo. Mi sono svegliato alle 2, così non ho mangiato, né sono riuscito ad arrivare in tempo alla partita della mia squadra, che anche per colpa mia ha perso. Verso le 5, dopo aver bevuto una classica coca sgorgo, mi sono messo a guardare il gran premio e, cavoli, Alonso ce la stava quasi facendo. Quando Vettel ha cioccato dopo 3 curve mi sono quasi vomitato addosso. E poi mi ero accorto che Vettel ha superato con le bandiere gialle, nonostante avessi ancora in circolo un paio di cuba. Un mal di testa! Così sono tornato a letto e mi sono svegliato alle 8, giusto in tempo per vedere Renzi telefonare in fila per votare. Allora ho capito che c’erano le primarie, ma io non lo sapevo e non sono riuscita ad andarci. Però siccome mi piace molto la politica (meno dei cuba e delle biondine), ‘sta domenica vorrei andarci. Tanto mi sa che la biondina si è fidanzata con il pesce e io al Boeri non ci vado più. Però ho visto leggendo la Batusa che bisogna giustificarsi. Va bene quello che ho scritto? In un week end ho perso la biondina, il fegato, la partita della mia squadra e il mondiale di formula 1. Dai, fatemi votare stavolta, almeno ritorno un bravo ragazzo.

Claudio

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