A PICCOLE DOSI

Il sindaco buono attacca l’intervista su Libertà con una frase potente: “Mi rendo conto che la nostra giunta può trasmettere l’idea di lavorare poco”. Uhm. Poi parla come Vasco Rossi: “Mi meraviglio di come tante persone mi riconoscano per strada”. Chi pensa che la vita da sindaco sia tutta rose e consigli comunali si sbaglia di grosso: Dosi è talmente impegnato che non può più andare neanche al mercatino biologico. 

dosi

FOTO: INTERNET

Sembra una rock star. “Mi meraviglio di come tante persone mi riconoscano per strada. Ogni giro è interrotto da molte soste”. Per scappare dall’assalto dei fan, Paolo Dosi si rifugia al mercatino biologico, ma ormai anche quello è diventato un problema. “Sempre meno riesco a fare quelle piccole azioni quotidiane di prima come comperare il pane nella panetteria di fiducia o fare spesa nei mercatini biologici”. E’ dura, ragazzi. Pensate che fare il sindaco sia tutto rose e consigli comunali? Beh, vi sbagliate. Il sindaco buono ha addirittura cominciato a dire “no”. “Sto imparando, ma continuo a pensare che per dire no non occorre alzare la voce, è più importante giocare sull’autorevolezza”. Per i suoi primi sei mesi da sindaco, Dosi ha rilasciato una lunga intervista a Gustavo Roccella detto Guro su Libertà. La chiacchierata inizia con una dichiarazione potente di Dosi: “Mi rendo conto che la nostra giunta può trasmettere l’idea di lavorare poco”. Uhm. “Ma la realtà è ben diversa”. Ah ecco! Era una dichiarazione a effetto. Seguono diecimila caratteri di politica, dalla bonifica dell’Area Acna alla convenzione di Borgo Faxhall, dal nuovo piano regolatore a Eataly, dalle aliquote dell’Imu al paragone con Roberto Reggi. Cerchiamo disperatamente un riferimento calcistico, una battuta sulla Lupa e sull’Atletico BP, Dosi è pur sempre un ex assessore allo Sport, ma niente, politica politica politica. Noi vogliamo sapere tutto dell’altro Dosi, quello privato, vogliamo il pezzo di colore. Roccella non ci delude. Tanto per cominciare Dosi ha il mal di gola. “Viaggio sempre in giacca e adesso il freddo comincia a farsi sentire. Mi sento ingombrato con soprabiti e piumini, credo di aver sviluppato dei buoni anticorpi, ma ogni tanto mi becco delle fregature”. Ma anche qui, dopo la storia della panetteria e del mercatino biologico, si finisce a parlare di primarie, di Renzi e di Bersani, con Dosi che ha preferito restare neutrale come una guardia svizzera. L’intervista è ottima, ben scritta, esauriente in tutti i punti. C’è solo una cosetta. Nella foto c’è Dosi che consegna il cero augurale di Sant’Antonino al vescovo Gianni Ambrosio. Ecco, nella didascalia non è specificato se Dosi è quello a destra o quello a sinistra.

scrivania@labatusa.it

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