TIFOSI DISPERATI

Domenica infernale per i sostenitori della Lupa, che dopo il rinvio della partita col Colorno sono stati costretti a cucinare il polpettone con la suocera e a fare l’albero di Natale con la fidanzata. Ma c’è anche chi al Garilli ci è andato lo stesso e chi ha avuto un’idea geniale: fare finta di niente, uscire e dire alla moglie “ciao, io vado alla partita”.

TIFOSI PIACE BERTOCCHI

FOTO: FACEBOOK

I tizi che hanno rinviato la partita della Lupa non devono essere sposati. Se avessero saputo cosa significa passare una domenica intera a casa con la moglie, probabilmente non avrebbero mai fatto una cosa del genere. Ieri i tifosi biancorossi erano disperati: hanno passato una domenica infernale, senza calcio e senza stadio. Tutta colpa della neve e della Federazione, che ha rinviato tutte le partite del campionato di Eccellenza. Sabato sera abbiamo incontrato qualche tifoso al Boeri. Avevano facce stanche, tic nervosi ed erano già in astinenza. Giravano con lo sguardo vuoto e il bicchiere in mano domandando alla ragazza del guardaroba come sia stato possibile rinviare la partita. L’incubo si è materializzato il giorno dopo, quando i tifosi – abituati a trascorre l’ultimo giorno della settimana in tribuna, sbronzi e felici – si sono ritrovati a cucinare polpettone e a fare l’albero di Natale con la stella cometa, le luci a intermittenza e tutto il resto. Abbiamo fatto un giro di tra i tifosi della Lupa per farci raccontare la loro domenica senza pallone. “Ho dormito tutto il pomeriggio – dice Alex alla Batusa – e alla sera ho cenato in famiglia. Uno schifo”. “Alle 14,30 – racconta Marco – eravamo in cinque nel piazzale dello stadio. Sigaretta e birretta, poi caffè e ognuno a casa sua. La tappa al Garilli era fondamentale. E’ stata una domenica vuota, che ho riempito facendo l’albero di Natale in salotto”. Fabio se l’è cavata piuttosto bene. “Ho pranzato in un agriturismo della provincia. Eravamo in una ventina. Salume e vino rosso come se non ci fosse un domani”. Niente male. E le donne che cosa hanno fatto? “Io al Garilli ci sono passata lo stesso” dice Manu, tifosa coi tacchi alti. “Poi per ovviare all’astinenza mi sono buttata nello shopping”. “Ho passato tutta la domenica chiuso in un bar con gli amici” spiega un tifoso che preferisce restate anonimo perché ha detto alla moglie che era andato regolarmente allo stadio. “Adesso scusa ma devo nascondere la Libertà: se quella là scopre che non c’era la partita sono fottuto”. Tra i tifosi biancorossi che anche chi è stato costretto ad aiutare la mamma a cucinare il polpettone e chi ha sparso sale sullo scivolo del garage, chi è stato obbligato a cambiare il Cillit del boiler e chi ha lavato la macchina a -10. Quello della Federazione è stato un brutto tiro. Dovrebbero provare loro a sbrigare le faccende domestiche invece di insultare l’arbitro e di sfogare la frustrazione di un’intera settimana sul portiere avversario. Non si può rinviare le partite a tradimento. Pioggia o neve, nebbia o grandine, che sia l’ultima volta.

filippo.merli@labatusa.it

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