SALDI DI GIOIA

E’ arrivato puntuale l’articolo sui piacentini che non compreranno nulla perché c’è la crisi. Libertà e le altre testate dovrebbero fare qualcosa di diverso e di più originale: Telelibertà potrebbe mandare nei negozi Alberto Brenni, che chiamerebbe la commessa “pulzella” e tornerebbe con un servizio di venti minuti sulle origini dei saldi in epoca medioevale.

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FOTO: INTERNET

Non è vero che le donne vanno matte per i saldi. Ci hanno ingannato, ci hanno rifilato questa storia e  noi stupidamente ci abbiamo creduto. Forse le donne vanno matte per i tacchi alti, per il Rimmel e per i profumi costosi, ma non per i saldi. Altrimenti non si spiega perché non ci sia una sola donna che commenti i pezzi standard dei giornali e dei siti internet sugli sconti dei negozi, quei pezzi depressi in cui ti dicono che siamo al verde, che la crisi prenderà il sopravvento e moriremo tutti. Se davvero le donne andassero matte per i saldi dovrebbero andare alla fine del pezzo e scrivere “io della crisi me ne fotto e quel vestito col pizzo me lo compro”, oppure “prendo il bancomat di mio marito di nascosto, trucco il bilancio familiare ma quella borsa sarà mia”, oppure “morirò povera ma con gli stivali di pelle”, oppure “mio figlio è un gran bravo ragazzo, ma questa settimana la paghetta se la scorda: devo comprare quel fantastico tailleur grigio fumo”. Invece niente. Si sorbiscono la solita rottura delle testate piacentine e non si ribellano. Il pezzo è arrivato puntuale anche quest’anno e ovviamente ha un che di tragico: è vero che c’è la crisi, ma non bisogna ricordarlo ogni due giorni con questi articoli da “vorresti ma non puoi”. Già è dura così, se poi la menano anche addio.
I giornali l’hanno già fatto a Natale: hanno scritto che nessuno faceva più regali perché c’era la crisi, hanno mandato uno stagista a intervistare i negozianti sicuri di sentirsi dire che c’era la crisi, hanno detto che i commercianti erano in crisi. Meglio la crisi economica della crisi di nervi. Basta, non se ne può più. Ci sono i saldi? Bene, ci sono i saldi. Chi vuole (e chi può) andrà a fare a compere, chi non vuole (e chi non può) andrà avanti comunque. Per sapere che c’è la crisi non occorre mandare un giornalista a sentire le lamentele delle commesse che non vendono nulla perché la gente non ha soldi. Quello lo fa tutti i giorni Studio Aperto, Telelibertà può dedicarsi ad altro e fare qualcosa di diverso. Che so, potrebbero mandare  nei negozi Alberto Brenni, che chiamerebbe la commessea “pulzella” e tornerebbe con un servizio di venti minuti sulle origini dei saldi in epoca medioevale. Sarebbe una cosa nuova, originale e divertente. Basta che nessuno parli più di saldi e di crisi e di gente che non ce la fa. La gente lo sa benissimo, che non ce la fa. Oh. Scusate lo sfogo. Adesso va molto meglio.

scrivania@labatusa.it

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