GIROTONDO

Dalla laurea in Ingegneria al volontariato nella parrocchia di Nostra Signora di Lourdes fino al primo incarico importante nel 1994: vita politica e opere di Roberto Reggi, il carismatico. Chi lo conosce dice che è un duro, o sei con lui o contro di lui. Per i piacentini – che lo hanno eletto due volte – resta il sindaco delle rotonde.

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FOTO: INTERNET

Reggi è il sindaco delle rotonde. Nei bar di Piacenza, nel bene o nel male, viene ricordato soprattutto per aver fatto girare la testa agli automobilisti e per aver rivoluzionato la città. Però intanto ha fatto qualcosa, ha lasciato il segno. E non è poco. E’ stato elette due volte, ha esultato come in un vecchio spot di Ronaldo quando è stato riconfermato sotto lo slogan “Reggimi ancora” e si è fatto una decina d’anni a Palazzo Mercanti. Il salto sul camper di Matteo Renzi e l’esclusione dalle liste per il Parlamento del Partito Democratico, o Pd, sono solo gli ultimi passaggi di una carriera politica iniziata molti anni fa. Reggi è sposato con Patrizia, una donna elegante che cammina accanto al marito in centro al sabato pomeriggio. E’ padre di tre figli, tutti maschi: Mauro, Andrea e Davide.  Sui libri se la cava piuttosto bene: si laurea in Ingegneria elettronica e trova lavoro come dirigente a Edipower, una società italiana che si occupa di produzione di energia elettrica. Se c’è una cosa a cui Reggi tiene è il suo impegno nel volontariato: prima di buttarsi in politica si occupava di bambini in difficoltà nella sua parrocchia, la Nostra Signora di Lourdes, ed è fondatore di Eureka, un’associazione di volontariato e poi una cooperativa di cui è stato il primo presidente. Roberto ricopre il primo importante incarico politico nel 1994, quando diventa assessore alle Politiche Sociali e Abitative nella giunta di Giacomo Vaciago. Cinque anni dopo, dopo aver aderito ai Democratici, diventa capogruppo del Consiglio provinciale sotto la bandiera della Margherita. Palazzo Mercanti è vicino. Nel 2002 si candida a sindaco con una coalizione che compre l’Ulivo, Rifondazione Comunista e la Lista Di Pietro. I piacentini gli danno fiducia: il 9 giugno Reggi supera Guidotti e viene eletto col 54,56 per cento degli elettori.

PIEDI BUONI E PUGNI IN FACCIA

Arrivano una serie di cariche importanti: il 20 novembre 2003, nella ricorrenza della Convenzione dei Diritti per l’infanzia, viene nominato “Difensore ideale dei bambini” dalla sezione dell’Unicef di Piacenza; nel maggio del 2005 assume la carica di presidente dell’Autorità’d’Ambito della Provincia di Piacenza; nel giugno del 2005 è nominato vicepresidente del Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, o Fisu. Reggi ha carattere e personalità. Se prende un “pugno in faccia” lo restituisce, se viene attaccato, contrattacca. Ha carisma e non lo nasconde. Va per la sua strada, se ne frega delle critiche e non guarda in faccia a nessuno. Ha polso e coraggio. Vuole cambiare le cose e lo fa. Chi lo conosce parla di un uomo rigido, o sei con lui o contro di lui. Un modo di interpretare il ruolo di sindaco che evidentemente piace agli elettori piacentini, che l’11 giugno 2007 lo “reggono ancora”: Roberto viene rieletto al secondo turno (l’avversario è Dario Squeri). E’ la prima volta dall’Unità d’Italia che a Piacenza un sindaco viene eletto per due mandati consecutivi. Reggi ha una passione per lo sport: sfida Massimo Trespidi nella mezzamaratona e gioca da centravanti nella Nazionale Italiana Sindaci. Ha buoni piedi e segna qualche gol. Negli ultimi tempi ha dovuto affrontare questioni scomode, dalla storia del Palazzo degli Uffici al caso Boemi, fino al’iter di fallimento del Piacenza Calcio. Una volta scaduto il secondo mandato, Reggi ha appoggiato la candidatura di Paolo Dosi come suo successore, e non ha sbagliato. Dopo dieci anni da sindaco di Piacenza disse di voler appendere le scarpe della politica al chiodo, ma il richiamo del camper è stato troppo forte. Reggi diventa il braccio destro di Matteo Renzi, il vicerottamatore, durante le primarie per il Pd, va in televisione spesso, le dà e le prende. Combatte e dibatte in politichese anche grazie a Facebook e Twitter. E’ un duro e lo fa vedere. Alla fine, però, vince Pier Luigi Bersani. Reggi non si ferma: attacca sulle regole delle primarie e rilascia interviste in cui parla chiaro, come sempre. All’inizio sembra sicuro di un posto in Parlamento, fino a quando i giornali non hanno parlato di una sua possibile esclusione. Che puntualmente è arrivata nella serata di ieri. “Me l’aspettavo”, ha detto Reggi. “Le coltellate più dolorose le ho prese dai miei concittadini”. Poi, sul Mattino di Napoli, ha parlato di “tante triangolazioni tra Maurizio Migliavacca, Vasco Errani e Roma: se avessero potuto mi avrebbero mandato in un gulag”. Gli hanno chiesto se si sente scaricato da Renzi, e lui ha risposto che “era pronto a fare una guerra atomica per salvarmi, allora abbiamo deciso insieme che forse non ne valeva la pena”. Per la prima volta nella sua vita politica Roberto Reggi, il sindaco delle rotonde, è fuori.

(fonte: www.robertoreggi.com)
scrivania@labatusa.it

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