MIO CARO DIARIO 2.0

Un’associazione piacentina ha creato un’applicazione per iPhone con 274 domande per stimolare la conversazione di coppia e verificarne l’affinità. Finalmente non assisteremo più a silenzi interminabili durante la cena e a confronti tra partner dedicati esclusivamente al risultato della partita a Ruzzle. 

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FOTO: INTERNET

Forse non è indispensabile come WhatsApp. Però l’applicazione ideata dall’associazione piacentina “La forma del cuore” sembra interessante. L’App si chiama “Parliamo!” ed è un set accendi-conversazione. Ora vi chiederete: che cos’è un set accendi-conversazione? E soprattutto: bisogna proprio parlare? Per gli inventori di “Parliamo!” – in vendita sull’iTunes Store – pare proprio di sì. In pratica l’applicazione consiste in 274 domande divise in tre livelli di “profondità e intimità” per stimolare la conversazione di coppia e per ottenere spunti di conversazione. Questa App sembra fatta apposta per quelle coppie che mangiano in silenzio con la voce di Marzia Foletti in sottofondo e per quelle altre coppie che al ristorante smanettano sul telefono e si parlano solo per dire “vado al cesso”. Se il vostro partner è muto e ha spunti di riflessione pari a quelli di Mario Balotelli, allora questa è l’applicazione che fa per voi. I soci dell’associazione piacentina hanno fatto le cose per bene: è già disponibile la versione in inglese e presto arriveranno anche quelle in spagnolo e francese (ottime per i giovani che cercano di farsi le tizie in erasmus e non sanno da dove cominciare). Da oggi i vostri problemi con le ragazze e i ragazzi sono finiti. Non assisteremo più a conversazioni tipo “Eh, piove…”, “Eh, il meteo l’aveva detto”, “Ah, ho il cell scarico”, “Oh, non ho il caricabatterie”, “Uh, cosa bevi? “Uh, un analcolico”. Da oggi si parla sul serio col proprio partner.
Come funziona l’App ce lo spiega PiacenzaSera: “Grazie alla funzione “Domande” si accede al mazzo di carte e facendo scorrere la barra laterale è possibile sceglierne una da rivolgere al partner. A seconda della tipologia, identificata da una o più clessidre, la conversazione partirà su temi più o meno intimi lasciando ai giocatori i tempi e i modi per rispondere, per controbattere e per confrontarsi. L’applicazione, provvista di introduzione e istruzioni, propone un assortimento di domande su vari temi: abitudini, amicizia, cambiamenti, collaborazione, comunicazione, conflitto, emozioni, figli, fatti, gusti, intimità, lavoro, matrimonio, priorities, rispetto e sacrifici”. Se prima l’unico confronto che avevate col vostro partner era sul risultato della partita a Ruzzle, adesso il vostro dialogo raggiungerà un livello superiore per potervi conoscere a fondo e per controllare la vostra affinità di coppia. Un tempo per queste cose c’era il “Mio caro diario”, in cui tu inserivi qualche dato del ragazzo che ti piaceva e l’aggeggio rosa ti diceva se eravate fatti l’uno per l’altra. Ma i tempi corrono e la tecnologia avanza inesorabile. Allora ecco “Parliamo!”: a soli 2,69 euro avrete la possibilità di parlare e parlare e parlare.
Vediamo alcuni esempi di domande a cui la Batusa si permette di dare qualche consiglio alle coppie su come rispondere. Prima domanda: “Se dovessi vedere soddisfatto un desiderio quale vorresti fosse?” Sposarmi di nuovo, ma con un’altra donna. Seconda domanda: “Hai mai fatto un regalo inaspettato a tuo marito/tua moglie?”. Certo, le corna. Terza domanda: “Cosa ti piace fare con tuo marito/tua moglie?”. Eh eh, qui stavamo sparando una porcata clamorosa, purtroppo abbiamo visto che tra parentesi è specificato “vietato rispondere il sesso”. La risposta è: tolto il sesso, assolutamente niente, a volte neppure quello (qua vi preghiamo di non rispondete “parlare”, “stringersi forte” o altre idiozie del genere perché l’App non è scema e non ci crederebbe). Quarta domanda: “Si vestiva diversamente prima di frequentarti?”. Sì, prima girava con top, minigonna e tacchi alti, adesso si trascina per casa con una vestaglia di flanella e le calze antiscivolo. Quinta domanda: “Ti piace come si veste?”. Se ti piace come si veste Nonna Papera, la risposta è sì.

filippo.merli@labatusa.it

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