Colloqui con Bob Montanari, dirigente della federazione di Rifondazione Comunista che affronta i principali argomenti di attualità piacentina dal punto di vista marxista. Il tutto in un bar della città davanti a una cedrata. Nella prima puntata della nostra nuova rubrica settimanale si parla di elezioni.
TESTO: FILIPPO MERLI
Bob Montanari beve cedrata alla Caffetteria Artigianale di via Chiapponi. E’ un bar elegante, con le luci basse e piante grasse sui tavoli. Bob arriva, ordina una Tassoni e si accomoda. Oggi parliamo di elezioni e cominciamo con una considerazione sui deputati piacentini, che potrebbero essere meno rispetto al passato. “Saranno meno per quello che sta succedendo nel centrodestra, e quello che mi ha colpito di più è questo endorsement di Trespidi nei confronti di Foti” dice Bob mentre stappa la cedrata. “Entrambi raccontano una balla dicendo una verità, e la verità che il Pdl non ha alcuna possibilità e che Foti può farcela perché ha scelto una macchinina che può portarlo alla meta”. L’onorevole uscente della Lega Nord, Massimo Polledri, non si è candidato. “Mi hanno colpito le dichiarazioni di Polledri (che nei giorni scorsi ha dichiarato che “l’immenso amore di Dio non viene mai meno: non siamo amati diversamente se siamo poveri o ricchi, operai o deputati”, nota della Batusa). Polledri viene segato dalla Lega e scopre la bontà di Dio solo perché deve lasciare la poltrona dopo dodici anni. C’è una dose di misticismo di cattivo gusto in quelle dichiarazioni”. Abbiamo parlato del Popolo della Libertà e della Lega. Manca il Partito Democratico. “Tutto nelle norma. Ci saranno Migliavacca e la De Micheli. Verrà premiata l’obbedienza al verbo del padre liberal stalinista Pier Luigi Bersani”. Che ha escluso Reggi dalle liste. “Se Reggi non viene accontentato, a Piacenza la situazione potrebbe animarsi di botto dopo le Politiche”. Tenendo conto anche dei piacentini che finiscono in Parlamento viene da chiedersi se sia giusto che i cittadini vengano rappresentati dai parlamentari. “Ci sono due opzioni al mondo: la democrazia rappresentativa e liberale, che fa abbastanza schifo, e la democrazia partecipata. Ma quello che fa più schifo di tutto- prosegue Bob – è la legge elettorale, che ti porta a scegliere una serie di persone che vengono catapultate in Parlamento dalle segreterie di partito. Oggi gli elettori sono obbligati a fare scelte forzate”. Forse sarebbe meglio un Governo tecnico. Oppure, che so, un soviet cittadino. “Il modello sul quale noi di Rifondazione stiamo riflettendo è una democrazia partecipata come quella di Porto Alegre, in Brasile. Lì ci sono le assemblee di quartiere che determinano le scelte del Comune, dalla cancellata attorno a un giardino all’estensione della rete dell’acqua potabile alle favelas. Lì non stanno a farsi le pippe sugli spazzaneve che vanno sul selciato di piazza Cavalli. Quella di Porto Alegre è un esempio di democrazia partecipata, un po’ quello che ha fatto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, con le assemblee del popolo. Questo è il modello di democrazia a cui facciamo riferimento noi di Rifondazione: un po’ anarchico, molto orizzontale, molto libertario, molto dal basso, molto partecipato”.
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