DELITTI

Ogni omicidio ha un movente. Deve averlo avuto anche chi ha soffocato nel letto la novantenne di Castelsangiovanni. Ecco i racconti di quattro delitti commessi di recente a Piacenza, dall’indiano che si tradì calpestando un cespuglio di rose al piacentino che freddò un ecuadoregna con un revolver prima di farla finita.

CENTO OK

FOTO: INTERNET

Il Centodelitti è una raccolta di romanzi che Giorgio Vladimiro Scerbanenco scrisse per una rivista nel 1963. Ogni racconto ha un titolo come “Il delitto non rende”, “Il vecchio c’è riuscito”, “La ragazza calibro 22” e “Un attimo di nostalgia”. Le storie parlano di omicidi compiuti per gelosia, per motivi di lavoro, per un raptus di follia. Ogni delitto ha un movente, così come deve averlo quello che è stato commesso tra la notte di domenica e lunedì a Castelsangiovanni, dove un’anziana di 90 anni è stata trovata cadavere sul letto con un fazzoletto in bocca. Ecco il racconto di quattro delitti commessi di recente a Piacenza.

L’ANZIANA CHE NON VOLEVA MORIRE
Giuliana Bocenti, di anni 90. Fu trovata dalla badante distesa nel letto con un fazzoletto in bocca e un cuscino sulla testa nella sua abitazione di via Mameli, a Castelsangiovanni. La badante raccontò agli investigatori di aver trovato la porta aperta, ma gli agenti non notarono segni d’effrazione. Un dettaglio importante, scrissero i giornali, che poteva significare che fosse stata l’anziana ad aprire la porta al suo assassino, che probabilmente aveva un complice. Forse lo conosceva, oppure poteva essere stato un ladro entrato in casa di nascosto e poi sorpreso dalla Boccenti, oppure un truffatore che, una volta scoperto il raggiro, uccise. Tutte ipotesi al vaglio degli inquirenti, che seguirono come pista principale la rapina sfociata in omicidio, magari dopo la reazione della donna. La casa, infatti, fu trovata a soqquadro. Dall’autopsia emerse che la donna cercò di difendersi prima di venire soffocata. “Mia mamma aveva il brutto vizio di aprire alla gente e di fidarsi di chiunque” disse la figlia ai giornalisti.
Nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 febbraio 2013 in un’abitazione in via Mameli, nel centro di Castelsangiovanni.

160 COLTELLATE
Annalisa Lombardi, di anni 28. Milanese, nel luglio scorso decise di passare qualche giorno di vacanza a Ferriere con l’amica Monica Montagna. Un pomeriggio, appena concluso il pranzo, Annalisa e Monica iniziarono a litigare. Una lite violentissima, dissero i vicini di casa. A un certo punto Monica andò verso la credenza, prese un coltello da cucina e, chissà perché, infilò 160 volte la lama nel petto dell’amica. Il sangue schizzò ovunque: sui muri, sui tavoli della cucina, sui mobili. Annalisa cadde a terra agonizzante. Il resto furono grida soffocate e deboli tentativi di divincolarsi. Gli sbirri esclusero la pista della gelosia e vennero a sapere che Monica era caduta in un forte stato di depressione in seguito a un lutto in famiglia, alla perdita del lavoro e del fidanzato. Fu portata in un ospedale psichiatrico in attesa che giudice e medici prendessero una decisione sul suo futuro.
Intorno alle 14,30 del 24 luglio 2012 in un’abitazione a Ferriere.

UN CESPUGLIO DI ROSE
Kaur Balwinder, di anni 27. Indiana, fu trovata cadavere nel Po. A denunciarne la scomparsa fu il marito, Kulbir Singh, di anni 36, anche lui indiano. Vivevano a Fiorenzuola e Kaur mancava da casa da quindici giorni. Quando un pescatore rumeno notò il corpo che affiorava sull’acqua chiamò i carabinieri. I vigili del fuoco recuperarono il cadavere in stato di decomposizione e portarono il marito in caserma. Il marito confessò di aver ucciso la moglie. Gli sbirri ricostruirono il delitto partendo da un cespuglio di rose schiacciato da un’auto che doveva essere andata molto vicino alla porta di casa con la parte posteriore. I due coniugi indiani avevano problemi di coppia che li avevano portati sull’orlo del divorzio. Al culmine dell’ennesima lite lui la colpì una prima volta facendola cadere sul letto, poi la strozzò col foulard che Kaur aveva al collo. Quindi avvolse il cadavere in un lenzuolo e lo caricò nel baule dell’auto, calpestando per errore il cespuglio di rose con le ruote. Arrivò a Roncarolo di Caorso, si guardò attorno, prese il corpo e lo gettò nel fiume.
La mattina del 14 maggio 2012 in una casa a Fiorenzuola d’Arda.

 OMICIDIO E SUICIDIO
Esmeralda Nilsa Romero Encalada, di 49 anni. Nata a Santa Rosa, in Ecuador, faceva la badante. Una mattina come un’altra uscì di casa con l’intenzione di attraversare via Calciati, ma cinque colpi di revolver a bruciapelo glielo impedirono. La polizia capì subito che si potesse trattare di un omicidio passionale e in poco tempo si mise sulle tracce di Rosario Costa, di anni 56, piacentino e amante della donna. L’uomo, braccato dagli sbirri, raggiunse uno scantinato in via delle Teresiane, si puntò la pistola alla tempia e premette il grilletto. Morì all’istante.
L’alba del 5 marzo 2012 in via Calciati, sul retro dell’ingresso dell’Esselunga.

scrivania@labatusa.it (fonte: ilPiacenza.it)

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