NEREO

GIARE

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

Era una casa molto carina
C’era il soffitto e minchia che cucina,
Ci si poteva entrare dentro,
ma spesso finivo al pavimento…
Non si poteva andare a letto
perché la panza arrivava al tetto,
Non si poteva fare pipì,
perché il vasino non era lì,
(ma in cortile vecchia maniera…)
Ma era bella, bella davvero,
a Monticelli d’Ongina dove
Graziano Di Bianchi, se ha voglia, cucina…

Essì, il ristorante Le Giare, ha sempre il suo perché. Ultimamente quando mi impongo la voglia di mangiare pesce, dato che va di moda dirlo, penso subito a questo ristorante, scomodo per noi piacentini, ma che vale la fatica del viaggio. Già stellato in passato, poi si è ridimensionato a un tipo di cucina senza fronzoli richiesti dalla “fighettistica” di base, ma con tanta, davvero tanta sostanza e qualità nel piatto (essendo fuori mano potete usarlo come locale per un “fuori via”, tanto se incontrate qualcuno che conoscete, è molto probabile che si trovi lì per la stessa ragione.) Mi piace l’odore familiare che qui si respira, e se spesso in altri locali pretendo sempre di vedere il menu, qui voglio che esca Graziano dalla cucina, e dall’alto del suo “scossalone” bianco, con macchine rosse da scannamento mi dica: “Cazzo, oggi c’ho dei gamberi che non puoi dire di no… Ma prima so che vuoi la zuppa, si vede dalla faccia”. E nel mentre, il gentilissimo padre ha già provveduto ai beveraggi, e la sorridente madre, colonna portante di casa e padelle, al suo timido ed educato sorriso dalla porta della cucina. Dopo cinque minuti arriva la mia zuppa di pesce: zuppa d’una volta. Guazzetto stronzo di pomodoro leggero e piccante, in cui annegano: gamberi, scampi, tre cozze, tre vongole e pesce bianco fresco di giornata, che mi varia dal branzino al persico. Il tutto accompagnato con crostini al forno con il quale assorbire, agliati o meno. Poi compro un bel piatto di scampi gratinati nella farina di mais. Morbidi, immersi nel latte per intenerirli, e poi spadellati… Altre volte ho assaggiato i suoi fritti, quasi tempura, la treccia di branzino al sale. Ottimi i primi sempre a base di pesce e da non sottovalutare il menu di terra, che propone tagli di carne Angus fatte alla griglia. La selezione di vini è curata, ma nulla di trascendentale, soprattutto in un momento economico generale in cui la clientela tende a chiedere ancor di più una buona media tra qualità e prezzo. Con due portate e una bottiglia di vino decente siamo sui 45 a capoccia, capisco non sia pochissimo, ma parliamo di pesce pescato e di luogo discreto, e come sapete i vizi hanno i loro costi… Al prossimo boccone.

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1 Comment on "NEREO"

  1. i vizii hanno il loro costo, bellissima, bravo Nereo

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