Le testate piacentine hanno spedito i loro uomini migliori a Roma per l’ultima udienza di Benedetto XVI davanti ai pellegrini piacentini (che sono stati bloccati dalle guardie svizzere mentre tentavano il colpaccio: assistere all’evento sul palco d’onore riservato ai porporati). Ovviamente il meglio lo ha dato Libertà, che a Roma ha mandato il fotografo Del Papa.
NELLA FOTO APAS: FEDERICO FRIGHI (LIBERTÀ)
Il fotografo di Libertà non poteva che chiamarsi Del Papa. Era l’unico professionista del grandangolo tra gli inviati speciali che le testate piacentine hanno spedito a Roma per seguire i duecento pellegrini della nostra città che ieri hanno presenziato all’ultima udienza di Papa Benedetto XVI. Le testate piacentine hanno scelto i loro uomini migliori: Andrea Pasquali (Piacenza24 e Radio Sound), Paola Pinotti (PiacenzaSera), Nicoletta Marenghi (Telelibertà e Liberta.it), Barbara Sartori (Il Nuovo Giornale, l’esperta del settore) e Federico Frighi (Libertà) soprannominato “il vaticanista” dal resto del gruppo, oltre al fotografo Mauro Del Papa che portava nel nome la grandiosità dell’evento. I report piacentini sono partiti alle 6,15 di martedì col segno del cuscino sulla guancia. Una degli aspetti positivi del mestiere di giornalista è che al mattino puoi dormire fino a tardi, a meno che tu non abbia figli da accompagnare a scuola o cose del genere, ma pur di non perdere uno dei quattro pullman diretti a Roma i nostri cronisti hanno fatto uno sforzo (anche se pare che qualcuno sia arrivato in leggero ritardo). I pellegrini piacentini portavano un fazzoletto verde al collo: sembravano in marcia su Roma ladrona, invece erano diretti a San Pietro per salutare Joseph Ratzinger. Pare che il viaggio sia andato bene, con qualche sosta all’autogrill e senza i classici cori di scherno verso il conducente. Gli inviati speciali erano attrezzatissimi: blocchetti per gli appunti, tablet, computer portatile, registratori, macchine fotografiche, obiettivi piccoli, medi e grandi, cannoni per immortalare il Papa anche dalla spiaggia di Ostia e chat di Facebook sempre attiva per prendere per il culo quelli che erano rimasti in redazione a fare il lavoro sporco.
Una volta arrivati in San Pietro ogni giornalista ha ricevuto un pass con la scritta “Conclave”, il che ha illuso per qualche minuto il vaticanista Frighi di poter realizzare il sogno della sua vita. In realtà la sala del Conclave era vuota e i giornalisti piacentini hanno raggiunto i pellegrini. Qualcuno è arrivato di corsa dall’Acquario Romano, e dopo aver ascoltato la conferenza stampa di Pier Luigi Bersani non ha trovato particolari differenze col discorso del Papa. Comunque sono arrivati in tempo per vedere un gruppo di pellegrini di età media piuttosto avanzata bloccato dalle guardie svizzere mentre tentava il colpaccio: assistere alla cerimonia dal palco d’onore riservato ai porporati (ci hanno detto che una suora è riuscita a imbucarsi, ma non abbiamo conferme in merito). Poi, quando è iniziata l’udienza di Benedetto XVI, è scattata la gara allo scatto migliore: chi ha preso posizione in angoli strategici della piazza, chi ha tentato il tutto per tutto avvicinandosi alla papamobile, chi si è concentrato sui volti assorti dei piacentini. Il tutto mentre Del Papa cercava di spiegare agli addetti alla sicurezza che si chiamava veramente così e che non era uno scherzo da prete. Quindi, archiviate e spedite le foto in redazione con l’iPad, è arrivato il momento della stesura del pezzo, ovviamente a discrezione del giornalista. Chi si è limitato a raccontare la cronaca di un giorno “che resterà nella storia della chiesa piacentina e non solo” e chi ha scritto le proprie impressioni in prima persona. Poi, una volta chiuso il portatile, tutti gli inviati speciali sono andati alla ricerca del vaticanista Frighi, che stava cercando di far valere il proprio pass sulla soglia della sala del Conclave.
filippo.merli@labatusa.it
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