RONDA SU FACEBOOK

Il tempo è quello che è, a Piacenza non succede niente, i siti sono tutti uguali. In giornate inutili come questa, quando tutto è fermo, di solito andiamo sulla bacheca di Facebook di Daniele Ronda per vedere se c’è qualche nuovo pezzo folk ritmato e divertente. Ma il primo post che troviamo è una riflessione teorica sul dialetto come uno sputo sotto la suola delle scarpe.

daniele ronda

FOTO: FACEBOOK

Il tempo è quello che è. A Piacenza non succede niente, come al solito. I siti internet sono tutti uguali, abbiamo letto Libertà e non c’è rimasto altro da leggere. Siamo annoiati e non abbiamo voglia di cambiare il mondo. Ecco, quando ci troviamo in questa situazione, quando tutto è fermo, quando nulla si muove, di solito andiamo sulla pagina Facebook di Daniele Ronda per vedere se c’è il video di qualche nuova canzone. Il flash mob della Sirena del Po ci ha tirato su il morale per mesi, e gira gira gira la sirena, ma ormai sappiamo il balletto a memoria. Abbiamo bisogno di un pezzo del nostro cantante folk che ci rianimi, di una delle sue frasi divertenti, di una sua canzone spensierata. Allora siamo andati sul suo profilo e la prima cosa che abbiamo letto è questa: “L’italiano è una lingua senza saliva, il dialetto invece tiene uno sputo in bocca e fa attaccare bene le parole. Lo sputo per una suola di scarpa non va bene, ma per il dialetto è l’ideale”. Sarà che siamo un po’ abbattuti, il tempo è quello è e a Piacenza non succede niente, ma non abbiamo mica capito la storia dello sputo. Scorriamo in giù perché sempre e solo Daniele può farci sorridere con un po’ col suo ritmo travolgente e di quell’entusiasmo contagioso che anima i suoi concerti: “Se ci pensiamo bene la nostra casa, quella vera, non sono le mura dove viviamo. La nostra casa è piuttosto la via che abbiamo percorso migliaia di volte tornando da scuola, il cortile dove abbiamo giocato da bimbi, gli odori, le strade, i prati, i fossi e quel dialetto così familiare”. Sembra una frase di quegli scrittori nostalgici che fanno la fortuna delle case editrici locali, non quella di un cantante che fa ballare il pubblico. Ma che sta succedendo a Daniele Ronda? “Qualcuno dice che sognare può renderti vulnerabile. Io credo che la forza del cinico, di chi non sogna è soltanto una forza apparente. E’ alimentata dall’apatia di chi non rischia, di chi non mangia la torta per paura del mal di pancia , di chi, per non versare lacrime, non ha mai guardato dritto verso il sole, di chi non si innamora per il terrore che gli si possa spaccare il cuore. Non invidiate quella tranquillità ostentata, quella sicurezza vacillante, la vita, la nostra, è tutta un’altra cosa”. Eh? Chi è che non mangia la torta per paura del mal di pancia?
Leggiamo l’ultima cosa e finalmente ci siamo: si parla di compleanno. Candeline, festoni, spumante, regali, torte (ma occhio al mal di pancia), salatini. Finalmente una cosa divertente in questa giornata inutile. Daniele avrà festeggiato, avrà cantato, avrà ballato. Leggiamo subito: “Pare che sia proprio così, è stana, è proprio una strana festa il compleanno, sarà perché in quel periodo quando siamo nei pressi di quel giorno iniziamo a macinare riflessioni condite da una punta di sana e dolcissima malinconia, o sarà perché in quei giorni è come se dovessimo stilare una sorta di bilancio della nostra vita”. Oddio, il bilancio della vita no. E’ la cosa più pallosa sulla faccia della terra. “Poi arriva il momento in cui rivedi tutti coloro che hanno camminato un po’ con te, che sono passati da te e quelli che con te ci sono restati , quelli su cui conti , quelli spariti inciampando come illusionisti improvvisati e quelli riapparsi, ed è come fossero stati sempre lì. E’ un bilancio anche di occasioni, di biglietti grattati e vinti o quelli lasciati lì solo per paura”. Niente. Daniele Ronda è diventato un filosofo.

scrivania@labatusa.it

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