BERE UN ROBO A LONDRA

Girovagare per Londra in cerca di un vero spritz e imbattersi in Bosoni inglesi che servono panini con la mortadella e locali che ricordano le feste d’istituto al Caprice (ma con selezione all’ingresso più dura di quella di Davide Reboli): Sara ci spiega dove i piacentini bevono un robo nella City.

sara vincini

Mi chiamo Sara, ho 27 anni e vivo a Londra (che banalità) da quasi due anni e mezzo. Dopo aver lavorato come donna delle pulizie e baby sitter, da buona arrampicatrice sociale ora mi ritrovo a lavorare nel marketing. Urrà! Ecco dove andiamo a bere un robo io e i miei amici.

UN APE ALLA “PIZZICA”

Insieme alla Paola (sì, con l’articolo determinativo, perché anche lei è piacentina come me) decidiamo che vogliamo impegnarci nella ricerca dell’aperitivo perfetto. Che a Londra, per inciso, non esiste. Al massimo c’è l’happy hour, che consiste nel bere due robi al prezzo di uno, o simili amenità, ma niente stuzzichini in stile Baciccia o Irish. Chissà perché, mi ero autoconvinta di aver letto che in un locale molto hip (parola ingannatrice che significa solo “caro come il sangue”) a Chelsea facessero il VERO spritz all’italiana, così io e la Paola ci facciamo un salto, dopo essere oltretutto andate alla ricerca di una delle presunte dimore di Hugh Grant a Fulham. Entrambe le spedizioni si sono rivelate fallimentari: Hugh Grant non era in casa, e lo spritz faceva schifo. Per puro caso, mesi dopo, scopriamo un locale/bar/ristorantino/delicatessen/gastronomia/eccetera a Parsons Green, dall’invitante nome La Pizzica. Andiamo, e subito ci innamoriamo del posto. Una sola stanza di pochi metri quadri, maglie da calcio e foto di amici appese alle pareti, De André in sottofondo, dozzine di prodotti della mia infanzia (quando ho visto l’Esta The e il Kinder Brioss ho avuto un moto di commozione) e un bancone strabordante di manicaretti freschi e fatti in casa. I proprietari, tre fratelli di Lecce, sono la quintessenza del pacchetto “nostalgia full-inclusive” che serve La Pizzica: ti viene voglia di abbracciarli e ringraziarli per tutto quel ben di dio, e per il fatto che ADDIRITTURA te lo puoi permettere (i prezzi non sono affatto proibitivi, nonostante la zona sia decisamente cara e trendy). E poi: fanno il vero, unico e inimitabile spritz. Come vogliamo noi, con la fettina d’arancia tagliata sottile, con l’Aperol o il Campari, con poco o tanto ghiaccio. Mmm. Niente stuzzichini in stile Baciccia o Irish, purtroppo, ma se fai gli occhi dolci ti portano una ciotolina con taralli, olive e formaggi.

LE CENE IN CASA

Sfatiamo un vecchio mito: a Londra si può mangiare bene, qualsiasi cucina del mondo si abbia voglia di gustare. Tuttavia, nulla (o quasi, dai) batte una buona cena fra amici, possibilmente per il 75 per cento degli italiani, a cui basta presentarsi con un sacchetto dell’off licence locale pieno di snack e bevande di dubbia provenienza. Se poi uno dei tuoi friend è un pizzaiolo di Anzio, allora sei in una botte di ferro. Marco, il pizzaiolo in questione, cucina anche ottime lasagne e risotti, ma fa sempre un gran casino ai fornelli quindi è meglio non invitarlo a casa propria ma prendere la tube di buona lena fino a Elephant and Castle e farsi il segno della croce perché per arrivare a casa sua bisogna attraversare uno degli incroci più pericolosi della capitale. Ma ne vale la pena. Quando Marco lavora e non può prepararci le sue prelibatezze (ahimé) io, la Paola, il mio moroso inglese Daniel e il mio amico sardo Enrico abbiamo tante alternative.

LE CENE FUORI CASA (QUANDO TI ARRIVA LO STIPENDIO)

Hai voglia di un buon indiano? Vai al Ma Goa a Putney, ristorante a conduzione familiare dai prezzi pseudo-modici e con un’atmosfera super rilassante. Venderesti tua madre per del cibo thai? Prenota dal fantastico e piccantissimo Thai Square – ce ne sono tre o quattro in tutta Londra, compreso uno centrale a South Kensington – oppure ordina un terrific (vuol dire “fantastico”, non “terrificante”) thai green curry direttamente dal sito, che ti verrà consegnato a casa in meno di un’ora. Stai considerando di prendere un volo per Napoli, da quanto brami una pizza? Resta in suolo londinese e vai alla Rocca di Papa a South Kensington – e ricordati che sarà probabilmente l’unico ristorante in quella zona che potrai vagamente permetterti. Du’ spaghi, una cotoletta fatta come si deve, o un risottino alla pescatora? Armati di pazienza, carica la tua Oyster con almeno 20 pound (forse esagero) e vai su fino a East Finchley, dove troverai La Rugoletta, un minuscolo e rusticissimo ristorante dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Occhio che è sempre pieno, perciò prenota almeno qualche giorno prima. Nel peggiore dei casi, visto che sei in zona, torna verso la stazione della metro e fermati da Amici, una gastronomia gestita da Maurizio, simpatico signore di Rovigo il cui unico scopo nella vita pare quello di promuovere l’obesità con le sue impareggiabili focacce con svariati etti di mortadella Bel Paese “e ci metto anche qualche funghetto e un carciofino sott’olio”. Un Bosoni locale, insomma. Se ti senti abbastanza coraggioso da approcciare il cibo inglese – questo sconosciuto! – sappi che a Londra si sta riempiendo di gastropub, ovvero pub che si sono dotati di una cucina all’avanguardia e propongono piatti British spesso rivisitati in chiave contemporanea e slow-food. Uno su tutti, per me, è il Pantechnicon Public House & Dining Room, tra Sloane Square e Knightsbridge, e se vai hai l’obbligo morale di provare uno qualsiasi dei loro dolci – sono tutti eccezionali. Se invece ti senti particolarmente spendaccione e il tuo motto è “si vive una volta sola”, allora ho due proposte per te: il Tinello a Chelsea è un meraviglioso e very romantic ristorante italiano, dove ho addirittura assaggiato la famosa finocchiona, mentre Chutney Mary, sempre a Chelsea, è uno dei ristoranti indiani più visivamente belli in cui sarai mai stato e le pietanze sono, come diciamo anche noi piacentini all’estero, “da volar via”.

LA NIGHT LIFE

Prima di fidanzarmi e diventare, di conseguenza, vecchia dentro, ho esplorato la Londra by night in lungo e in largo ed ecco qualche suggerimento per le tue folli serate nella perfida Albione. Se sei semplicemente in vena di bere una pinta ma non vuoi finire in un pub poco (o male) frequentato e deprimente – e ce ne sono parecchi – prova il White Horse, di fronte alla metro di Parsons Green. È uno dei più antichi della città, e il week end si riempie abbastanza sul presto perciò fai come gli inglesi, per una volta: comincia a bere alle cinque del pomeriggio. Se ti è venuta voglia di proseguire la serata, magari pure in modo un po’ alternativo e lontano dal fighetto West, salta sulla prima metro in direzione Brixton, e dimenticati di Camden Town. Ricordati la canzone dei Clash, però, e non fare troppo lo sborone perché questa zona non è come la Besurica. Due sono i miei posti preferiti qui: il Dogstar – un disco pub che serve anche ottimi snack e pizze, con musica hip-hop, dub-step e rock – e l’ Hootananny, una specie di centro sociale con un gran bel palco su cui ogni sera (o quasi) si alternano band di tutto il mondo, specialmente afro-reggae e world music. Simile all’Hootananny ma più piccolo e un po’ più fuori mano (zona Dalston) è il Passing Clouds: vale la pena farci un salto anche solo per respirare l’atmosfera rilassata e fricchettona del secondo piano dell’edificio, che sembra la stanza di un adolescente hippie in pieno trip da mescalina. Bevi solo birra ed evita i cocktail, però, che non sono esattamente il top. In una città come Londra, come non menzionare i cari, vecchi indie-rockers? Bene, se fai parte di questo ormai obsoleto ma pur sempre affascinante gruppetto, ti consiglio di fiondarti al Notting Hill Arts Club nell’omonima Notting Hill. Si vocifera che sia frequentato da personaggi cool quali Pete Doherty, Liam Gallagher e soci, così come vecchi idoli del punk inglese. Io non li ho mai visti, ti avverto, ma tu potresti essere più fortunato. Se preferisci provare una zona molto in voga ultimamente, dirigiti a Hoxton Square, specialmente il venerdì sera, e vai allo Zigfried Von Underbelly. Troverai una clientela piuttosto bizzarra, drink dai prezzi accessibili, mobilia kitsch e soprattutto Manu, dj nonché coinquilino di Marco il pizzaiolo di Anzio e al momento roadie dei Jethro Tull nel loro tour mondiale (giuro), che ti farà ballare fino all’alba a ritmo di brit pop, rock e punk. I tipi più “pettinati”, invece, avranno di che soddisfare i propri appetiti di night life praticamente ovunque a Soho, Piccadilly e Oxford Circus. Una chicca: il ristorante Little Italy a Frith Steet è gestito dalla famiglia Polledri di Morfasso. Ebbene sì. E dopo cena si trasforma in una disco aperta fino alle 3. Se riesci a entrare (magari sussurrando al buttafuori pelato che sei di Piacenza pure tu), sappi che il dj ti riporterà ai tempi delle feste d’istituto al Caprice grazie alle hit meravigliosamente commerciali e revival che suonerà fino a notte fonda. Maracaibo e Dirty Dancing, per intenderci, e anche Fratelli d’Italia. Scommetto che, se glielo chiedi, ti mette pure su “Urlando contro il cielo”. Lucida le tue scarpette da ballo e infighettati per bene, perché la selezione all’ingresso è più dura di quella di Reboli all’Avila. Have fun!

Sara Vincini

Share

Be the first to comment on "BERE UN ROBO A LONDRA"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi