CIAO BOMBER

Alvaro Faimali è il bomber degli arbitri piacentini. Usa la “proiezione del pallone” per spiegare ai giocatori che la palla è uscita e sa farsi rispettare. Come quando buttò fuori un dirigente della Farnesiana che gli urlò “vai a mangiare le brioches!”.

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TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: INTERNET

Alvaro Faimali non è un bomber, non è nemmeno un calciatore, ma è ugualmente un grande protagonista del calcio di casa nostra. Il suo mestiere è quello dell’arbitro ed è una presenza fissa sui campi dei nostri campionati dilettantistici. Il nostro fischietto è molto conosciuto e impiegato dalla Federazione: chiunque abbia giocato almeno una stagione in Seconda o Terza categoria, ci ha sicuramente avuto a che fare. Si dice che l’essere arbitro sia una vocazione e il nostro è sicuramente tra i più appassionati della sezione provinciale di Piacenza: che si tratti del recupero di campionato serale a Trevozzo il 20 dicembre sotto uno sferzante nevischio oppure di una partita a fine stagione al sintetico di Borgotrebbia con trenta gradi all’ombra,  il “Faima” – così è chiamato dai calciatori dilettanti piacentini – non si tira mai indietro. Dirige talmente tante gare da spingere i giocatori delle varie squadre a chiedersi se sia forse in possesso del dono dell’obiquità o, molto più probabile, abbia un fratello gemello. E’ un direttore di gara di grande esperienza, con voce squillante e carattere forte e deciso, che spesso fa valere sul campo. A chi gli contesta che il pallone abbia varcato la linea di fondo, lui fa notare come “la proiezione del pallone” faccia capire come questo sia uscito o meno dal campo. Nessuno sa cosa significhi “proiezione del pallone”, ma suona comunque convincente.
Da buon arbitro ha imparato a costruirsi una dura scorza per proteggersi dalle petulanti e sistematiche proteste dei calciatori, talvolta ben poco garbate. Chi scrive ricorda, per averla vissuta in prima persona, la volta che “Il Faima” perse per davvero la pazienza. Il tutto successe in occasione di un inutile Sporting Club Piacenza-Farnesiana, partita dei bassifondi del campionato di Terza. Quella gara di fine stagione diventò inspiegabilmente nervosa e, dopo numerose proteste e urla – ovviamente senza motivo – si levò da una delle panchine una frase che mandò su tutte le furie il nostro arbitro: “Vai a mangiare le brioches!” . Per un attimo fece finta di non aver sentito, poi fermò il gioco con un fischio deciso e chiamò a sé i capitani delle due squadre: “Adesso se non salta fuori chi mi ha detto che devo andare a mangiare le brioches, riterrò responsabili i capitani!”. Dalla panchina della Farnesiana si alzò un dirigente prendendosi la colpa per la frase “ingiuriosa”. Al che il nostro arbitro fu inflessibile e ordinò al dirigente accompagnatore di allontanarsi dal campo. Quest’episodio deve aver colpito profondamente il nostro protagonista che, punto nell’orgoglio, ai nastri di partenza del campionato successivo si presentò con un’invidiabile forma fisica e una nuova acconciatura.

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