LA MARCIA SU VIA ROMA: IL CORTEO

Il coro più politicamente scorretto degli ultras della curva Nord è la “Gigiotta in dal canel”. Dentro al corteo di via Roma, tra kebabbari incuriositi e donne col burqa che scattano fotografie, fino all’unica dichiarazione veramente politica di Davide Reboli: “La giornalista di Teleducato ha un lato B da paura!”.

reboli corteo

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

Ci aspettavamo almeno un coro razzista sui cremonesi. Quelle cose tipo “chi non salta grigiorosso è!”. Invece il coro più politicamente scorretto degli ultras della curva Nord è la “Gigiotta in dal canel”. Davide Reboli (che alla sera sarà a letto con la febbre) s’è raccomandato più volte: “Ragazzi, niente politica, solo cori su via Roma e su Piacenza”. Sabato scorso gli ultras avevano il vestito della festa. Magliette con la scritta “sempre pronti al fight”, pantaloni mimetici, felpe col cappuccio e occhiali da sole. Il caldo li ha fregati, e alla fine hanno sfilato con una bottiglietta d’acqua a portata di mano. Il corteo, scortato dagli sbirri, è partito intorno alle 17. Il segnale è arrivato quando Davide ha infilato i guanti di pelle: a quel punto tutti i tifosi si sono sistemati dietro lo striscione della curva Nord a eccezione del capocoro, che s’è fatto tutta la strada all’indietro con gli occhi fissi sul corteo. Portava il gillet sopra la maglietta e sudava tantissimo. Gli unici simboli politici erano tatuati sul suo corpo. Il resto erano bandiere biancorosse e tricolori. “Non siamo santi” dice Davide rivolto ai partecipanti (circa 300). Il gioco di parole è riferito al segretario provinciale di Rifondazione Comunista, David Santi, che aveva parlato di germe del razzismo nella manifestazione degli ultras. “Però vogliamo dire basta agli orrori che ultimamente accadono in via Roma” ha proseguito Reboli. All’ingresso della via i tifosi si stringono e cantano Tal Dig In Piasintein. C’è gente alla finestra che applaude. I kebabbari escono a vedere che cosa succede. Donne in burqa tengono i loro bambini per le spalle.
In coda al corteo c’è qualche esponente del centrodestra. In mezzo e davanti sono tutti tifosi del Piace. “Piano! Piano!” urla ogni tanto Reboli per rallentare il passo. Gli agenti della Digos hanno il distintivo al collo e comunicano la posizione del corteo con la ricetrasmittente. Gli ultras proseguono coi cori da stadio e quando arrivano davanti ai giardini Merluzzo Reboli impone l’alt. “Qui c’è il Maruffi! Cantiamo!”. Un paio di anziani in vestito leggero muovono le labbra a tempo e applaudono l’esecuzione dei tifosi, che ci danno dentro nonostante il caldo. Davide manda qualcuno a prendere l’acqua, poi si gira, alza il megafono e rilancia. I bambini che lo vedono passare chiedono il telefonino alla mamma per fotografarlo. Dai davanzali spuntano bandiere biancorosse. Tra i partecipanti al corteo c’è anche un ragazzo albanese che canta in dialetto piacentino e risponde alle domande dei giornalisti, che fanno video con l’iPad e salgono sui panettoni per dare profondità allo scatto. Quando i tifosi girano in via Cavour la gente si ferma a guardarli. Poi, quando salgono sui gradini di San Francesco, l’immancabile folla di curiosi li accerchia. Qui Reboli sa che deve dare tutto. Così fa srotolare lo striscione e lancia gli ultimi cori. Celebra la messa laica con la chiesa sullo sfondo, ringrazia i partecipanti e si lascia andare all’unica dichiarazione veramente politica della giornata: “La giornalista di Teleducato ha un lato B da paura!”.

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