LETTERE ALLA BATUSA

Ci chiedono dov’eravamo la sera del 9 luglio 2006 quando l’Italia vinse i Mondiali. Beh, eravamo attaccati a una botte di un bar di via Venturini con la maglia tarocca di Andrea Pirlo, ci provammo spudoratamente con un cesso clamoroso e ci “dimenticammo” di scrivere l’articolo per il giornale.

totti mondiali

Cara Batusa,
oggi, come ben saprai, è il 9 luglio, anniversario della vittoria dell’Italia ai Mondiali del 2006. Ecco, mi chiedevo: dov’eri quella sera?
Giovanni

Caro Giovanni, quella sera eravamo attaccati alla botte di un bar di via Venturini con la maglia tarocca di Andrea Pirlo e una parrucca tricolore. Qualcuno urlava improperi poco gentili contro la mamma di Zidane, qualcuno si prendeva a testate, qualcun altro cantava l’inno di Mameli. Un nostro amico, dopo aver bevuto una media di grappa, lanciò un gavettone su una cabrio e rischiò grosso. Noi, nel frattempo, dopo averci spudoratamente provato con un cesso che non sapevamo da dove fosse saltato fuori, ci dimenticammo (sì insomma, diciamo così) di scrivere l’articolo per la Cronaca suscitando le ire del nostro caposervizio. Arrivammo in redazione alle due di notte col cesso sulla canna della bici e, se ben ricordiamo, al posto del nostro pezzo andarono su tre o quattro foto della grande festa che s’era scatenata all’oratorio di Castellarquato (quattro vecchi sbronzi di cui due che festeggiavano perché pensavano che fosse finita la guerra). Ecco, questo è quello che abbiamo fatto la sera del 9 luglio 2006, che poi è più o meno quello che facciamo tutte le sere.

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