FOTTUTI PINOCCHIETTI

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TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Basta coi pinocchietti. Sono l’antifiga passati di moda. Oggi eravamo in giro in centro e abbiamo scoperto che c’è ancora qualche uomo – o presunto tale – che ha il coraggio di indossare quella specie di via di mezzo, quel vorrei ma non posso tra i pantaloni normali e i calzoncini corti. Non sappiamo molto sulle donne, ma siamo in grado di stabilire con certezza che andare in giro con quegli affari è il modo migliore per morire soli. Pensavamo che i pinocchietti fossero una specie in via d’estinzione, come i giovani del Pd o le ragazze piacentine che non se la tirano, credevamo che fossero solo un segno distintivo di qualche rapper di contrada, quelli che portano le scarpe Adidas e i polsini neri e che si scagliano contro il sistema coi pezzi potenti di Moreno sull’iPod nano. Invece pare che i pinocchietti siano ancora tra di noi. Non li portano più neanche i bambini, ma qualche adulto sì. Pochi, ma sono già troppi. Camminano in via Venti con le loro biciclette a mano e coi loro pinocchietti, ogni tanto si fermano davanti alle vetrine dei negozi e si specchiano: “Wow, come sono fico coi miei pinocchietti”. E’ ridicolo solo il nome, e infatti quando la stilista Sonja de Lannart (evidentemente un’estremista del femminismo che decise di rovinare gli uomini donando loro quei cosi che arrivano a metà polpaccio) li disegnò nel 1948, i pinocchietti venivano chiamati “pantaloni alla Capri”, ridicolo pure quello ma decisamente meglio del nome attuale. A dire il vero, per provare a scagionare Sonja de Lannart dall’aver creato la cosa più brutta dell’universo maschile, i pinocchietti furono ideati per le donne. Gli uomini iniziarono a usarli solo più tardi, come la ceretta e il perizoma (per questo, a pensarci bene, avrebbero dovuto chiamarli finocchietti).

GRANDE CAPO “ACQUA IN CASA”

Oggi alla fine non abbiamo resistito e ci siamo avvicinati – con prudenza, senza toccarlo – a un tizio coi pinocchietti. Gli abbiamo detto “belli, dove li hai presi?”, e lui era tutto tronfio, tutto gasato, tutto pinocchietto. “Sono di qualche anno fa, adesso è difficile trovarli in giro”. Mavva? E non ti chiedi come mai? Non vedi che la gente preferisce farsi intortare dai volontari di Greenpeace piuttosto che passarti vicino? Non ti domandi perché oggi c’è stato il boom delle adozioni delle foche monache del Pacifico? Noi li abbiamo messi una volta sola nella vita perché ci aveva obbligato nostra madre. Per recuperare un minimo di reputazione abbiamo dovuto impiegare quattro anni di liceo. I pinocchietti ci hanno rovinato l’adolescenza: per tutta la durata delle superiori ci hanno chiamato “Acqua In Casa”, come un capo indiano di seconda categoria. Ci hanno segnato dentro, ci hanno spinto al nichilismo e ai buondì Motta come premio di consolazione per tutte le ingiustizie sociali che abbiamo subito a causa loro. Quel giorno ci siamo chiusi in camera e abbiamo pianto. Come sempre, quando eravamo in paranoia dura, chiedemmo consiglio al poster di Roberto Baggio, ma quella volta non rispose. Per forza. Lui correva per il campo con quei calzoncini che arrivavano al ginocchio, era una persona normale che non meritava di far parte della tribù degli Acqua In Casa. Perciò, cari piacentini, aprite l’armadio, prendete i pinocchietti e bruciateli vivi insieme alle foto delle vostre ex. Se proprio vi sentite tentati da indossarli, se il richiamo dei finocchietti è troppo forte, uscite in strada e adottate un paio di trichechi.

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7 Comments on "FOTTUTI PINOCCHIETTI"

  1. se penso che Nadal li ha indossati perfino a Wimbledon, ma fortunatamente anche lui ha smesso.
    Orribili, anche quando andavano di moda; Zuava forever!

  2. Ma bisogna per forza stare a guardare cosa indossano gli altri? Io non li uso ma non me ne frega nulla se ad altri piaccioni. Cominciare a guardare se stessi prima, sarebbe una buona idea.

  3. secondo me la colpa non e’ dei pinocchietti, io li ho sempre indossati e trombo come un riccio.

  4. Angelo Antoniozzi | Luglio 12, 2013 at 6:14 pm | Rispondi

    ASSOLUTAMENTE GRANDE!!!!!!!!

  5. Ma se fossero volontari Greenpeace CON pinocchietti?

  6. Articolo fantastico
    I sandali e calzini si possono sopportare, ma i pinocchietti no!
    Complimenti per il coraggio che ti ha spinto a parlare col ‘Grande Capo’

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