La Batusa

VENERDÌ PIACENTINI

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Sapevamo che il Maestro era in ferie. Chiude sempre per un mese, di solito in agosto. Anche il Maestro – che poi è Franco, proprietario di Aiglon, la mano più veloce del selvaggio Vov – ha bisogno di vacanze. Così abbiamo dovuto cercare un’alternativa al nostro quartier generale per bere un robo il venerdì dopo Ferragosto. Abbiamo scoperto che bere un robo in centro il venerdì dopo Ferragosto è un’impresa clamorosa. Eppure avevamo visto tutta la gente che era in giro durante i venerdì piacentini, con i giovani, le famiglie e i bar aperti. Abbiamo pensato: vuoi vedere che non è stato un caso isolato? Vuoi vedere che il Comune ce l’ha fatta a rivitalizzare il centro storico e d’ora in avanti al venerdì si troverà sempre un posto per bere un robo, anche per quei poveri sfigati come noi che passano il Ferragosto in città? Per prima cosa siamo andati a rendere omaggio ad Aiglon per verificare il giorno di riapertura.

Poi siamo partiti decisi alla volta del Blue Factory. Avevamo proprio voglia di bere un gin lemon di Med (Medardo) e anche se non è proprio in centro, basta fare via Taverna e sei arrivato.

Nessun problema. Il gin lemon di Med può attendere. Siamo tornati indietro passando per viale Malta e abbiamo avuto una di quelle illuminazioni che ci vengono quando canticchiamo un pezzo del nostro cantante preferito pedalando in bicicletta: il Dna. Posto tranquillo, elegante, bella gente, proprio accanto alla questura. Se sei fortunato puoi avere il lusso di bere un robo con uno sbirro fuori servizio,

Ma siamo stati sfortunati. Però non ci siamo certo dati per vinti. Abbiamo cambiato canzone e siamo passati ai Modà mentre ci dirigevamo sul Corso verso il Maudit. Ivan ha una bella mano, fa cocktail profumati e ben dosati. Saremmo tornati indietro nel tempo con un Sidecar (cognac e Cointreau come se piovesse).

La sagoma sullo sfondo non fa parte del cartello: siamo proprio noi che siamo maniaci di protagonismo e ci infiliamo in tutte le foto

Che disdetta. Chiuso anche il Maudit. C’erano tutti i presupposti per disperare, ma c’è sempre il Nina. Posto alla moda, gente in piedi in via Garibaldi, chiacchiere e risate in sottofondo. Un bel coca e rum in mezzo alla movida piacentina non ce l’avrebbe tolto nessuno.

Invece ce l’hanno tolto. Pazienza. A questo punto abbiamo iniziato a preoccuparci seriamente. Possibile che a Piacenza non si riesca a bere un robo in centro il venerdì dopo Ferragosto? Ma è proprio quando ormai non hai più speranze che escono le idee migliori: il Temple. Non avremmo bevuto solo un robo, ci saremmo fatti anche una Quattro stagioni davanti al maxischermo e avremmo rivisto i vecchi amici.

Niente. Stavamo per buttare dentro quando un ricordo delle superiori ci ha salvato la vita. Alla Zona Franca abbiamo passato gli anni migliori della nostra adolescenza. Saremmo tornati indietro nel tempo con una bruschetta al pomodoro in quel meraviglioso clima di rivoluzione cubana che a Piacenza si respira solo tra quelle mura.

Ciao giovinezza. Ormai era mezzanotte passata quando abbiamo stabilito che il venerdì dopo Ferragosto è impossibile bere un robo in centro a Piacenza. Certo, ci son o sempre l’A21 con le penne all’astice alle cinque del mattino e il Movida di via Manfredi, ma qui parliamo di centro storico e andare in bici all’A21 è piuttosto complicato (soprattutto quando poi devi tornare indietro dopo un paio di gin tonic con l’Hendrick’s nello stomaco). Alla fine abbiamo realizzato che i venerdì piacentini erano tutta una montatura. La gente esce solo quando c’è qualcosa di organizzato e programmato e i bar tengono aperti soltanto in quei giorni prestabiliti. I veri venerdì piacentini sono questi:

Non ci voleva un genio per scoprirlo, ma eravamo convinti di sfatare il luogo comune secondo cui alla sera a Piacenza non c’è niente da fare, soprattutto in estate. Abbiamo fallito, d’accordo. Un fallimento in più o in meno non cambia nulla. Certo, poi c’è anche chi ha ricaricato le batterie a una velocità disumana dopo un anno di duro lavoro, come testimonia la foto che ci ha inviato un lettore:

 E’ grazie a colpi di genio come questi che non riusciamo a lasciare Piacenza.