CIAO BOMBER

luca toni

TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: LUCA TONI

Dicono che il gufo sia un rapace notturno. Frequentando il calcio piacentino, però, ci si accorge di quanto questa definizione sia alquanto restrittiva. Dirigente ipercritico, semplice curioso, panchinaro fisso, sono solo alcune delle forme che questo volatile assume nel corso della sua vita. E siamo certi che pure in altri ambiti che esulano quello calcistico ognuno ci ha avuto a che fare. Noi ci limiteremo a raccontarvi quello più comune, che è il classico personaggio di mezza età patologicamente appollaiato sugli spalti, ogni domenica, di tutti gli stadi d’Italia, dalla Terza categoria alla serie A. E’ l’animale più resistente al mondo perché sfida ogni condizione climatica pur di essere al suo posto a gufare. Il caldo africano e l’afa non lo scompongono, il freddo polare di certo non lo scalfisce. La pioggia battente? Poco male, tanto può sfoggiare il mega ombrello color viola-marrone da gufo. Ci sono quelli che parlano ad alta voce mettendo in piazza le loro critiche ingenerose, e quelli che invece parlano a bassa voce catechizzando lo sventurato spettatore che ha avuto la malsana idea di sedere vicino a lui. Menagramo professionista,  in cuor suo desidera che le squadre in campo giochino male per poter scatenare le sue inesorabili critiche. L’attaccante così “non segna neanche con la matita”, l’allenatore non “capisce un cazzo di calcio” e del portiere, in sua opinione, sarebbe più bravo lui (anche se è alto un metro e cinquanta e pesa centoventi chili). Lo si può riconoscere già alla lettura delle formazioni: “Ma non sarà mica una formazione da mandare in campo!”, esclama contrariato. E’ bene informato su tutto e tutti ed è la fonte delle più pazzesche voci di corridoio, quelle che destabilizzano lo spogliatoio e sono in grado di rovinare qualsiasi idillio. Queste voci sono ovviamente infondate, ingigantite o travisate, ma il nostro gufo è convinto che il terzino gioca solo perché il padre è uno “con le mani in pasta” (se per caso di lavoro fa il finanziere questa è la storia preferita), ed è pronto a giurare che Tizio o Caio invece non giocano più perché sono andati a letto con la figlia del mister. A Piacenza questa tipologia di personaggi ha trovato un imbattibile terreno fertile. D’altronde chi non si ricorda la memorabile, odiosa frase che si sente dire quando il Piace compra qualcuno: “Mah, se era buono non veniva certo a giocare a Piacenza…”.

Share

Be the first to comment on "CIAO BOMBER"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi