È ANDATA ANCHE QUEST’ANNO

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Sabato siamo stati al Festival più palloso del mondo del Diritto. Beh, l’anno scorso ci eravamo sbagliati. Eravamo giovani e pieni di slanci morali (le donne, il calcio, il calcio, le donne) e non avevamo capito che il Festiva del Diritto ti pone davanti a un interrogativo fondamentale: perché esiste il Festival del Diritto? Per cercare di dare una riposta a tale filosofico quesito abbiamo deciso di andare direttamente sul posto. Non avendo idea di dove si svolgesse quella che i giornali definiscono “kermesse”, abbiamo seguito una ragazza che – chissà perché – avevamo la sensazione che ci potesse condurre alla meta.

RAGAZZA“Vado al Festival del Diritto, trallallero trallallà”

E’ così. La ragazza ci porta dritti dritti in Piazza Cavalli, dove dobbiamo ritirare il nostro accredito per non sentirci inferiori ai giornalisti che, oltre al pass stampa, ricevono in dono anche una borsina piena di gadget, che poi è il vero motivo che ci ha spinti a trascorrere il sabato pomeriggio al Festival del Diritto. Saliamo le scale del Comune e ritiriamo il pass.

PASS OKSi vede molto che è un fotomontaggio?

Le borsine sono finite. Ci viene voglia di mollare tutto e di tornarcene a casa, ma il diritto di cronaca ci impone di andare avanti. Scendiamo le scale, passiamo sotto i portici di Palazzo Mercanti, salutiamo il fantasma e ci dirigiamo verso Piazza Cavalli passando davanti alle regie mobili delle televisioni, indaffaratissime a raccontare tutto quello che accade al Festival.

REGIA MOBILE“Lascia perdere, a Ruzzle sono imbattibile”

Arriviamo in Piazza Cavalli e veniamo attratti da un tabellone con la scritta “rassegna stampa”. Il tema del Festival è la democrazia, e sul tabellone vengono democraticamente esposti gli articoli sul Festival di TUTTE LE TESTATE PIACENTINE:

RASSEGNA STAMPA

Vorremo sederci un attimo per riprendere fiato e per assistere a una conferenza sul plasma esposto negli stand, ma non riusciamo a trovare posto.

PIAZZA

Così diamo un’occhiata al nostro programma e scopriamo che a pochi passi da lì, in Sant’Ilario, c’è un interessante incontro sul disagio della democrazia con Carlo Galli e il direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto. Decidiamo di fare un salto, ma un posto di blocco ci fa desistere.

POSTO DI BLOCCO

Controlliamo di nuovo il programma: alle 18,30 c’è Stefano Rodotà ai Teatini. Manca più di un’ora, giusto il tempo di andare a farci tagliare quei pochi capelli che ci restano dal nostro barbiere di fiducia.

BARBIERE

Facciamo quattro chiacchiere, ci facciamo spuntare anche la barba e senza che ce ne accorgiamo arrivano le 18,15. Ci dirigiamo verso i Teatini e notiamo subito una coppia davanti alla vetrina di una gioielleria.

GIOIELLO“Cara, per ringraziarti di esserti sorbita il Festival del Diritto ti regalo una bella collana”

Arriviamo ai Teatini e finalmente lo vediamo di persona:

RODOTA'

E’ esattamente come lo immaginavamo. Gli altri dal vivo sembrano diversi, lui sembra Rodotà. Indietreggiamo per fare un paio di foto e calpestiamo un gruppo di ragazzi che passa il sabato pomeriggio ad ascoltare Rodotà:

GENTE SEDUTAOgnuno si diverte come vuole

A un certo punto il noto giurista interroga la platea: “Stiamo lentamente scivolando verso una democrazia di sottrazione?”. Uhm. Non ci avevamo mai pensato. Con questo dubbio cosmico ben piantato nella testa ci dirigiamo verso l’uscita, ma solo dopo aver comprato il libro di Rodotà dal titolo originalissimo:

libro

Al Festival del Diritto l’eleganza è importante. Così, appena fuori da Teatini, troviamo il Maestro Mauro Ferrari che si fa aiutare a dare una sistemata al collo della camicia.

MAESTRO

Il programma è sempre con noi e ci dice che in Sant’Ilario è iniziata da una mezz’oretta un’appassionante conferenza sulla democrazia e il processo penale. Non possiamo perderla. In cinque minuti siamo là.

PLATEAQuesto è quello che Libertà definirebbe “un grande successo” e un “bagno di folla”

Restiamo qualche minuto e poi torniamo a casa per prepararci al clou: l’intervento del presidente della Camera, Laura Boldrini. Manca ancora un’ora e mezza e decidiamo di prendercela comoda, ma non abbiamo neppure il tempo di bere un robo che scatta la crisi di Governo (complimenti a Boldrini per il tempismo perfetto). Poco dopo ci arriva una telefonata anonima: “Correte! C’è Staffelli che vuole consegnare il tapiro a Laura Boldrini!”. Oh no! A Palazzo Gotico c’è la notizia del secolo e noi rischiamo di perdercela. Forse non siamo tagliati per questo lavoro. Comunque ci proviamo lo stesso. Torniamo a casa, facciamo la doccia, ci mettiamo il profumo, diamo da mangiare ai pesci rossi, guardiamo i risultati degli anticipi, scegliamo la camicia in tinta col maglione, questa no, questa no, questa no, potiamo la siepe, tinteggiamo la cucina, finiamo l’ultimo livello di GTA V e ci precipitiamo sul posto, come veri cronisti d’assalto. Staffelli non c’è più (abbiamo preso il buco) e ci dicono che Laura Boldrini parlerà di tutto tranne che della crisi di Governo. Dato che il presidente della Camera non parla di politica, vorremmo chiederle se secondo lei l’Inter di Mazzarri ha le carte in regola per giocarsi lo scudetto, ma non riusciamo ad avvicinarla. Evidentemente l’unico modo per attirare la sua attenzione è fare come Staffelli, così prendiamo l’Antonino d’oro e ci lanciamo sulle guardie del corpo urlando “ah ah mi fate male mi fate male! Riprendi tutto riprendi tutto! ah ah”, ma non ci fila lo stesso. Ci riproviamo quando esce per andare a mangiare al Barino, ma non riusciamo a farle la domanda neppure sotto i portici del Comune.

BOLDRINI Ma che cos’ha  Laura Boldrini? Sembra che abbia visto un fantasma col cilindro

Boldrini viene accolta con applausi scroscianti. Persone elettrizzate le urlano “grazie! Sei una di noi!”. Cominciamo a capire perché l’Italia sta andando a rotoli, ma non lo diciamo per non sembrare i soliti provincialotti. Boldrini scambia quattro chiacchiere con la folla adorante (età media 68) e s’infila al Barino per la cena sotto gli occhi dei soliti curiosi.

GENTE BARINO“Guarda! La Boldrini sta mangiando!”. “Oddio che emozione!”

Ma c’è anche chi resta indifferente.

TIZIO BAR“C’è ben della gente stasera…”

A questo punto non ci rimane che mangiare un boccone anche noi, ma il robo che abbiamo bevuto prima si fa sentire e facciamo tappa ai bagni pubblici, ma una scritta in lingua romanza ci avvisa:

CESSO

La fortuna non è dalla nostra parte. Amen. Non ci resta che dirigerci verso lo stand della Pecora Nera per mettere qualcosa di sinistra sotto i denti. Non è esattamente il Barino, ma noi non siamo presidenti della Camera, così ci mettiamo in coda e diamo un’occhiata alle pietanze disponibili.

STAND

Tutto questo diritto ha messo fame ai piacentini, che affollano lo stand. A poco a poco il menu perde pezzi.

MENU

Alla fine ce la caviamo con un piatto di pisarei e una bottiglia di Frio Tè, una bevanda di chiaro stampo marxista che va giù alla grande. Ci accomodiamo sulle panche in Piazzetta Mercanti e consumiamo il nostro pasto. Pare di essere a Riccione.

INFRADITO

Finiamo di mangiare, fumiamo una sigaretta e cerchiamo di dare una risposta al quesito iniziale: “Perché esiste il Festival del Diritto?”. Non riusciamo ancora a trovare una motivazione plausibile, però almeno possiamo dire di esserci stati. Mentre gli altri erano a fare vasche sul Corso, noi eravamo a sentire Stefano Rodotà e Laura Boldrini, quindi siamo veri intellettuali. Galvanizzati dal pieno di cultura che abbiamo fatto nel pomeriggio, prendiamo la bici e torniamo a casa. E’ andata anche quest’anno.

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3 Comments on "È ANDATA ANCHE QUEST’ANNO"

  1. FANTASTICO!

  2. ti stimo sempre di più!!!!

  3. Perchè esiste il festival del diritto?
    Perchè nessuno si filerebbe il festival dei doveri.
    (il pubblico, Boldrini, Rodotè e tromboni vari interverrebbero mai al festival dei doveri?)

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