LEGGENDE METROPOLITANE

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E’ stata una lotta all’ultima tessera. Una volata all’ultimo voto. Alla fine ha vinto Gne Gne Gne, ma in questa corsa sfrenata alla segreteria del Pd non sono mancate polemiche, ricorsi e controricorsi. Ultimo in ordine di tempo, lo scambio di accuse sulle pagine di Repubblica tra Paola De Micheli e Roberto Rottamato Reggi sul boom degli iscritti al Partito Democratico. “Nel paese del candidato renziano (Gianluigi Molinari, sindaco di Vernasca ndr) gli iscritti sono aumentati del 1370 per cento. Questa modalità di scalare il potere – ha detto De Micheli – non ha nulla a che fare con il Pd. Vincere perdendo la faccia è peggio che perdere”. La replica di Reggi non s’è fatta attendere: “Lo hanno sostenuto anche i cuperliani e civatiani” ha spiegato l’ex braccio destro di Matteo Renzi a proposito di Molinari. “Nulla è stato fatto contro le regole. Cercano solo di screditare un successo bello, pulito, di chi ha riportato a votare per il Pd una parte di coloro che lo avevano fatto l’anno scorso alle primarie. I numeri riferiti dalla De Micheli sono delle tessere 2012, quando gli iscritti erano crollati per il fallimento della sua gestione, di Bersani e Migliavacca”. Questa storia della moltiplicazione delle tessere del Pd – registrata non solo a Piacenza – ha generato dissidi e incomprensioni, ma non è la sola. Durante le votazioni ci sono state altre leggende metropolitane, retroscena, spifferi e soffiate da prendere col beneficio del dubbio che riferiamo qui sulla Batusa per la prima volta (ovviamente col condizionale obbligatorio).

 LEGGENDA NUMERO 1: Si dice che pur di racimolare qualche voto in più, qualcuno abbia pagato di tasca propria la tessera del Pd ai nuovi iscritti (15 euro). Il fatto è stato riportato anche da De Micheli su Repubblica. “C’è gente che ha detto “Mi han pagato la tessera non mi costava niente venire”. Sono state portate ai seggi truppe cammellate di dipendenti spinti a votare dai datori. Avevano disponibilità economiche, e le hanno usate”.

LEGGENDA NUMERO 2: Si dice che Paola De Micheli abbia spedito un sms piuttosto duro ai bersaniani che sono passati sulla sponda renziana, e in particolare a quelli che hanno votato Gian Luigi Molinari alle elezioni per la segreteria provinciale. Una sorta di piccolo sfogo contro chi avrebbe abbandonato l’area di Bersani per salire sul camper del vincitore.

LEGGENDA NUMERO 3: Ma la leggenda migliore è la leggenda numero 3, vale a dire il pullman di truppe cammellate – extracomunitari con diritto di voto –  che sarebbe stato avvistato prima a Bobbio e poi alla Cgil di Piacenza. Pare che il pullman girasse a fari spenti nella notte, lontano da occhi indiscreti, e che si materializzasse all’improvviso nei vari congressi al momento delle votazioni. C’è chi lo ha visto a Bobbio e chi giura di averlo notato mentre parcheggiava davanti alla Camera del Lavoro (noi c’eravamo e non abbiamo visto nulla) per far scendere le truppe cammellate e accompagnarle ai seggi a votare (per chi non si sa). Verità o leggende? Realtà o suggestioni? Ah, saperlo…

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1 Comment on "LEGGENDE METROPOLITANE"

  1. Ottimo il servizio sul “complottismo” nel nuovo numero di Focus… Mi ha sfatato qualche leggenda metropolitana, ben fatto come al solito…

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