IL VIAGRA DI PIACENZA

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Evidentemente Piacenza non è poi così noiosa. Pare che esista un modo originale per tirarsi su il morale e non solo [inserire audio risate in sottofondo]. Ebbene sì, Piacenza è la città italiana in cui si consuma più Viagra. I casi sono due: o i piacentini sono stalloni inesauribili oppure da rivitalizzare non c’è solo il centro storico. Siccome la storia degli stalloni ci pare piuttosto improbabile, è chiaro che occorre fare un’analisi approfondita sulla seconda opzione. Ora leggiamo la notizia del Viagra e scherziamo, ridiamo, facciamo battute, ma SIAMO NOI, noi piacentini. La cosa, insomma, è seria. Di più: siamo in piena emergenza. Così abbiamo anticipato la Provincia – che di solito, appena c’è un’emergenza, convoca un tavolo di confronto – e abbiamo organizzato una tavola rotonda tra i nostri principali collaboratori per dibattere sull’allarme Viagra a Piacenza.

NEREO TRABACCHI – “Chi siano non lo so, gli strani piacentini blu, han la resistenza su per giù, di un tortello con la coda o poco più…”. Potrebbe essere questa la sigla adatta, facendo il verso a quella dei puffi, dopo la notizia deflagrante di ieri: “Viagra. Piacenza la città italiana con il più alto consumo: 806 pillole al giorno”. Ora, questo non può essere un caso. E onestamente non so bene se vada letto dal lato positivo, ovvero lo facciamo talmente tanto da necessitare “un’aggiuntina”, o dal lato negativo, siam passi come la ricotta. Ma dato che appunto siamo piacentini, per non smentirci dobbiamo pensare male e ipotizzare le nefaste ragioni. Ci provo: 1) A Piacenza la sera non c’è mai nulla da fare 2) Il centro storico sta appassendo; anche noi. 3) Sono gli 806 abbonati della gradinata sud quando il Piace era in A con Gigi Cagni 4) La nebbia e l’umidità, infeltriscono 5) L’anno in cui è arrivato il Viagra, ha chiuso il ristorante Renato in piazza Cavalli ed è così sparita la sua pistè cul grass (cul = con) 6) Hanno tagliato i platani davanti al Farnese, importante simbolo di riferimento 7) Passare tutti i giorni sotto le statue del Mocchi non è stata psicologicamente una buona idea 8) Al Maruffi è cambiata la politica di intrattenimento e ora libera 9) Troppe piste ciclabili hanno influito fisicamente nelle zone interessate (non zone urbanistiche) 10) Per la strada ti ferma sempre qualcuno che ti dice: “Non ci sono più le mezze stagioni”, “Una volta qui era tutta campagna”, e “Mi ricordo di te quando eri piccolo e lungo così”.

EMANUELA GATTI – Piacenza ha i cavalli in Piazza, la coppa, il vino rosso, il festival del Diritto, la tettona di Gerbido, il Boeri, 7mila caserme, statue di patroni che girano, sirene nel Po  e, a quanto pare, ora anche un sacco di cazzimosci. La nostra città, secondo un altro studio, meno recente, sarebbe anche la città più triste d’Italia, ma nonostante la malinconia pare che ci si dia dentro come non mai. Almeno gli over 40, forse quasi nessuno con la moglie, ma fa lo stesso. Sono fermamente convinta che la pillola blu la dovrebbero prendere esemplari di sesso maschile under 40 e anche under 30. Tutti presi ad usare le mani sui touchscreen dei loro iPhone non sono più abituati a toccare altro, e a volte sicuramente sarà capitato loro di voler ridurre a icona le tette della propria fidanzata o provare “l’uscita forzata” per sfuggire a certe situazioni. Non mi sento né di chiamarli maschi né uomini, quegli esseri umani magri magri che hanno barattato la virilità con un taglio alla moda e con un paio di Ray Ban arancioni. Fare sesso a 20 anni dovrebbe essere la cosa più importante. Lo era fino a 10 anni fa, lo ricordo bene. Ora la competizione con le donne sempre più emancipate e sicure li ha disorientati e ha fatto credere loro che assomigliare al gentil sesso fosse l’unico modo per essere fighi e vincenti.  Niente di più sbagliato. Dove sono andati a finire gli uomini? Quelli che “l’omo ha da puzzà, e la donna ha da puzzà dell’omo suo”? E dove sono le donne con la gonna che cantava Vecchioni? Quelle vere, tipo Malèna?

NICOLÒ PREMOLI – Era da almeno una quindicina d’anni, quando Piacenza era ancora prima nella classifica italiana di vivibilità, che non accadeva un evento simile; forse il primato in questione, quello del Viagra, non è molto confortante, ma fa comunque (ahinoi) classifica e spessore: Certo, il dato fa riferimento soltanto agli over 40, ma non è cosa di cui andar fieri, soprattutto perché Libertà potrebbe uscirsene con titoloni del tipo “La disfunzione erettile è piacentina” scatenando un’ondata di imbarazzo tra i quarantenni piacentini. A cosa potrà essere dovuto questo grande consumo di Viagra? A quanto pare le donne piacentine, spesso additate di essere fighe di legno, celano dietro un’apparente timidezza una grande carica sessuale che costringe il povero marito all’utilizzo del doping per eccellenza. Potremmo poi pensare ad un giro di amanti degno del miglior Casanova per i mariti piacentini: la nostra città potrebbe essere la prima d’Italia per numero di relazioni extra-coniugali che, si sa, consumano parecchie energie fisiche e richiedono aiuti esterni. Senza trastullarci troppo in ipotesi fantasiose, il consiglio è uno e uno soltanto (e pure in rima): cari piacentini, fate come la Batusa e riscoprite i pompini (dell’acqua, naturalmente).

SIMONA TRECORDI – Se a quarant’anni si utilizza già la celebre pillola blu, il mio dubbio è che non si tratti più, per gli uomini, di un problema fisico, ma che sia più una condizione mentale. Che la famigerata donna piacentina che “se la tira” abbia contribuito a distruggere l’autostima del sesso maschile?

PINK ANDERSON – Ho iniziato ad assumere ciò che aumentava la mia virilità, provocandomi erezioni incontrollate, multiple e ripetute a breve distanza l’una dall’altra, già a 14 anni. Ricordo ancora quel pomeriggio, nella mia cameretta, quando ne feci uso per la prima volta: me lo aveva dato un amico poco più grande di me, sapendo che ne avevo bisogno e che lo avrei apprezzato. E così fu fin da subito. Non solo, ma andai anche a cercare tra la roba di mio padre per sapere se anche lui per caso avesse avuto qualcosa di simile in mezzo alle cose che utilizzava in gioventù. L’effetto positivo su tutti i mieti sensi era immediato, tanto che addirittura convinsi a provare anche alcuni miei cari compagni di scuola che, ancora oggi, mi ringraziano per averli iniziati a questa pratica. In tutti questi anni devo dire che spesso ne ho abusato, ma almeno sono felice. Non mi vergogno ad ammetterlo: “Dark Side Of The Moon” mi ha sempre fatto questo effetto, e sempre lo farà.

CATERINA MASCARETTI – Da donna posso confessarvi di non aver mai provato ad assumere Viagra. Anche perché non avrei idea dell’utilità che avrei potuto conseguirne. Però un po’ l’avevo intuito che qualcosa non andava nel modo giusto a Piacenza. Lo avevo intuito sin dal momento in cui, in più di un’occasione, avevo sentito un noto cantante piacentino, quasi in una perentoria invocazione ai rettili dei concittadini, esibirsi in un “Alzati, che si sta alzando…”. Però, mai sarei arrivata a immaginare che in media si consumino 806 pillole ogni mille abitanti over 40. 806 pillole ogni mille abitanti sono oggettivamente un numero spropositato. Un tempo si diceva che i padani ce l’avessero duro. A questo punto penso si tratti di una leggenda metropolitana. Io addirittura vivo in un paese, Borgonovo, dove l’emblema cittadino è “l’uccellone”. Che credibilità avremo ora che tutt’Italia sa che, in realtà, l’aquila non vola se non aviotrasportata sulle ali di una pillolina blu? O magari siamo noi donne piacentine ad aver ridotto così i nostri uomini. Sì, perché un esame di coscienza dobbiamo farcelo anche noi. Noi, che abbiamo deciso di abbandonare lo scomodo tacco 12, in favore di quelle divertentissime e cucciolose ballerine con la faccina del topino sulla punta. Noi, che abbiamo scoperto che lo shatush si può fare anche fai-da-te, e ora vaghiamo per casa con pezzi di carta stagnola attorno alla testa che nemmeno Star Trek. Noi, che abbiamo statuito che il perizoma è un oggetto di tortura e lo abbiamo sostituito con quei mutandoni ascellari che scaldano bene la pancia anche quando fuori si sfiorano i – 15 gradi. Ci guardate e sapete che sotto tutto quel Glam glow, sotto tutta quella stagnola, sotto tutta quella flanella, in mezzo a tutto quel vino rosso, in mezzo a tutta quella nutella e fra tutta quella lana si nasconde ancora una donna che vi faceva bruciare di passione ed era la sola in grado di incantare il vostro rettile. E non potete sopportare quello sfacelo. Non reggete quella situazione. E secondo me quelle pillole blu le prendete per dimenticare (sono vasodilatatori… il sangue lo convogliano tutto lì e al cervello non ne arriva più, così almeno non vi accorgete dell’essere col quale vi state accoppiando…). Che poi, in fin dei conti, non è poi così distante da Matrix. Alla fine, anche in Matrix la pillola blu è quella che continua a farti vivere nell’illusione. Una meravigliosa e passionale illusione piacentina.

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3 Comments on "IL VIAGRA DI PIACENZA"

  1. Ecco perchè ultimamente sono aumentate le lucciole fuori città!
    Tra le “operatrici del settore” la notizia era già trapelata!!!

  2. Proposta per KT: Per rilanciare il centro storico, viagra in vendita solo nelle farmacie del centro dalle 22.00 alle 02.00 del mattino.
    Altro che notte blu, una bella pillola blu!!!

  3. Lollu ad Turzèla | Novembre 14, 2013 at 3:21 pm | Rispondi

    Piacenza è tanto noiosa che uno per farsi le seghe ha bisogno del viagra, cosa c’e’ di male?. Comunque a me PC PiaCe Così. Se volete casino andate a Milano.

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