INTERVISTA A GIAN LUIGI MOLINARI

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: EMANUELA GATTI

gne pd

La prima volta che abbiamo intervistato Gian Luigi Molinari (che qui alla Batusa abbiamo simpaticamente soprannominato Gne Gne Gne) eravamo all’American Bar. Ora che abbiamo deciso di intervistare di nuovo Gian Luigi Molinari, be’, siamo tornati all’American Bar, perché noi siamo abitudinari. Molto è cambiato dalla scorsa chiacchierata: non ci sono più i vecchi pezzi degli 883 in sottofondo e Molinari è stato eletto segretario provinciale del Partito Democratico dopo una competizione elettorale dura e combattuta, con ricorsi, polemiche, attacchi e contrattacchi e chi più ne ha più ne Letta.

Gian Luigi, com’è la vita del segretario provinciale del Pd?
“Mi sento orgoglioso, ma questa è una fase di preparazione. Per come sono fatto io, vorrei iniziare domattina a a fare cose, ma siamo in un momento di confronto sulla competizione elettorale. Sto ancora filtrando qualche chiamata di sfottò e qualche telefonata di complimenti. Insomma, ci stiamo organizzando”.
Il giorno della tua proclamazione i sostenitori di Roberta Valla non si sono presentati. Come l’hai presa?
“Nei giorni scorsi ho parlato con Roberta e ci siamo chiariti, ma sicuramente mi è dispiaciuto. Adesso sarebbe bello ripartire da zero e iniziare a lavorare insieme. Sono sicuro che si possa fare, perché è nell’ordine delle cose. Sono ottimista per il futuro”.
Però la tua elezione è stata caratterizzata da polemiche e ricorsi. Insomma, il Pd piacentino non sembra molto unito.
“A volte l’elettore, o l’iscritto al Pd, è più maturo della classe dirigente. Nel Pd un confronto interno c’è, ed è un fatto positivo, poi è normale che quando ci si confronta ci sia un po’ di tensione e di scontro. Non mi scandalizzo di queste scaramucce e sono sicuro che nei prossimi giorni finiranno, in modo da poterci concentrare su quella che è la nostra missione”.
Quindi pensi che il Pd si possa ricompattare in tempi brevi?
“C’è stata una competizione abbastanza aperta e dagli esiti imprevedibili, quindi è normale che chi “non vince”, per usare una formula che nel Pd conosciamo bene, rimane per un attimo ad analizzare i motivi della sconfitta. Fa parte delle cose. Personalmente non sono per prolungare questa messa in dubbio della mia elezione”.
Grazie, hai vinto…
“Guarda, ho giocato a pallone per vent’anni e continuavo a perdere. Amen, la partita finisce al 90′ e bisogna subito pensare alla prossima. In politica occorre cogliere i motivi di una non vittoria, cercare di riorganizzarsi e poi lavorare insieme”.
Lunedì (oggi, nota della Batusa) verrà votata la fiducia a Katia Tarasconi. Potrebbe esserci qualche sorpresa anche all’interno del Pd?
“Non ho dubbi sull’esito della votazione, se non altro perché questa proposta, molto discutibile dal punto di vista dei formalismi, è stata avanzata da una parte politica che per noi rappresenta l’opposto di quello che è il nostro modo di pensare e di agire. Mi ha un po’ sorpreso l’attivismo di Fratelli d’Italia nell’attacco al sindaco Dosi e nell’assalto a Tarasconi, ma sono valutazioni politiche che andranno fatte nei prossimi mesi, anche per capirne i veri motivi”.
Il sindaco Dosi, che s’è schierato al tuo fianco, aveva parlato di quattro assessori che sostenevano un candidato diverso da lui che gli creavano un po’ d’imbarazzo. Ora che cosa farà? Secondo te quei quattro assessori (Cacciatore, Palladini, Romersi e Bisotti) rischiano il posto in Giunta?
“Penso che la preoccupazione di Paolo e dell’amministrazione comunale, e di conseguenza anche del Pd, sia quella di dare una spinta diversa alla propria attività amministrativa. Non credo sia una questione di persone. Quando Dosi ha pronunciato quelle parole eravamo in una fase di campagna elettorale un po’ concitata, tesa, e comunque ritengo che le dichiarazioni di Paolo siano state legittime e volte a sottolineare una situazione un po’ anomala. Mi auspico che in futuro si parli meno di queste situazioni interne e personali per fissare obiettivi superiori. Poi è chiaro che le decisioni, dal punto di vista amministrativo, spettano unicamente al sindaco”.
Da renziano, come stai preparando la campagna elettorale per la segreteria nazionale del Pd?
“Ho sicuramente un orientamento personale, ma il mio lavoro da segretario sarà un lavoro al di sopra delle parti”.
Visto che le primarie piacentine sono andate così bene, non credi che sia giusto che siano i cittadini a eleggere i candidati a Camera e Senato? 
“Questa legge elettorale è una porcata. E la sensazione più brutta è che sia una porcata a cui tutta la classe politica si sta adeguando. Almeno a Piacenza, con certezza, ci sarà uno stimolo forte verso il cambiamento della legge elettorale per puntare il dito contro chiunque, se serve anche col nostro partito nazionale, per cercare di stimolare il cambiamento di questa legge. Il Pd ha fatto un passo avanti con le primarie, ma non è ancora sufficiente. Una classe politica di nominati è una classe politica che non risponde ai cittadini. Il meccanismo delle preferenze è indispensabile”.

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