GLI EROI DI PONTIDA

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TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Nei dintorni della sede della Lega Nord s’avverte un forte odore di kebab. Proviene da via Colombo, che si trova a pochi metri dal quartier generale di via Trieste. Alzi il dito medio chi sapeva che sabato, anche nella sede di via Trieste, si votava per eleggere il segretario nazionale del Carroccio. Noi abbiamo avuto una soffiata e così abbiamo fatto un salto per vedere come se la passa la Lega piacentina. Diciamocelo: le primarie del Pd hanno rotto. Ormai ci sono le primarie del Pd ogni due settimane e non ci divertiamo più. E poi la vittoria di Matteo Renzi era annunciata da tempo. Le primarie della Lega, invece, sono state molto più incerte e avvincenti. D’accordo, alla fine l’altro Matteo (Salvini) ha vinto con l’82 per cento lasciando Umberto Bossi al 18, ma nella prima mezz’ora di scrutinio i due candidati erano sul filo. Appena arriviamo in in via Trieste notiamo subito che manca quel via vai tipico delle elezioni. La strada è deserta e nel cortile della sede padana non c’è nessuno. Sono lontani i tempi in cui la presenza della Lega in città era tangibile.

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Passiamo le scope di saggina, saliamo le scale ed entriamo. L’addetto ai seggi ci prova subito: “Allora, mi deve dare un documento d’identità e…”. Lo blocchiamo e gli diciamo che non siamo elettori. Il seggio è vuoto. Sul tavolo, tra le schede elettorali, c’è una bottiglia di vino bianco. Ci aspettavamo molto di più: pane, salame, fazzoletti verdi, parolacce, canti popolari. Dov’è finita la Lega Nord del dito medio e della canottiera di Bossi? Che fine hanno fatto i comizi di Mario Borghezio? Dov’è il pullman che terrorizzava Piacenza quando partiva alla volta di Pontida? L’unica certezza che abbiamo è che non vedremo mai il pullman di truppe cammellate di extracomunitari che ha caratterizzato le primarie piacentine del Pd e che qui alla Lega Nord non avrebbe avuto vita facile. Fatto sta che non è più la Lega delle jeep americane, del vin brûlé e dei panini con la coppa. Di quei fasti resta solo qualche volantino di quando la Lega ce l’aveva duro.

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Dov’è finita la Lega? Lo chiediamo al segretario provinciale del Carroccio, Pietro Pisani, che tiene un adesivo di Alberto da Giussano anche sulla caldaia del suo ufficio. “Probabilmente – dice Pisani alla Batusa – tutti parlano della primarie del Pd perché sono primarie in cui girano un po’ di soldi, e quindi fanno più notizia. Alle nostre primarie partecipano solo i militanti che hanno più di un anno di anzianità nel partito, perché vogliamo che la base si esprima chiaramente su ciò che vuole. L’esperienza di Governo ci ha fatto male, ci siamo imborghesiti, ma faremo ancora azioni incisive, anche sul nostro territorio”. Sì, ma noi vogliamo la canottiera di Bossi, le manifestazioni di piazza, mica gli scazzi per la festa della zucca. “Questi simboli del passato – prosegue Pisani – stanno tornando sotto altre forme. Per quanto riguarda le feste delle zucca, ne sono state organizzate due, ma solo una era della Lega. Comunque la Lega Nord di Piacenza ha voglia di fare e i pullman partono ancora, anche se più in sordina. Per esempio, i nostri militanti saranno presenti anche al congresso di Torino, mentre a maggio faremo una grande manifestazione sul Po”. I militanti piacentini sono circa 230, una quarantina in meno rispetto agli anni d’oro del partito. Sulle pareti della sede di via Trieste ci sono foto di Bossi che beve vino rosso e una dedica personalizzata del grande padre della Lega. “Le nostre primarie – dice ancora Pisani – sono riservate ai militanti perché non vogliamo che altri partiti vengano a inficiare il nostro voto…”. Ok, ma non è che poi i leghisti vanno a inficiare i voti degli altri, per esempio quelli del Pd? “Negli anni scorsi c’era stato qualcuno, ma adesso non è più nella Lega. Chi vota alle primarie del Pd accetta il programma del Pd, che evidentemente non è compatibile col nostro”. E i giovani padani che fine hanno fatto? “Sono in costante crescita. Abbiamo una trentina di giovani che si trovano in questa sede ogni giovedì e che presto torneranno in strada per le ronde padane. Sono guidati da Luca Zandonella, un ragazzo molto attivo e motivato, e infatti l’ho scelto come vicesegretario”. Già, ma dove sarà Zandonella in questo giorno così importante per le sorti della Lega?

zandonellaLuca Zandonella si riconosce perché indossa sempre qualcosa coi colori sociali del Celtic, in questo caso la cuffia

Torniamo di là e i militanti leghisti ci dicono che molti ragazzi del partito lavorano all’estero, “in particolare in Congo”. Leghisti in Congo? Suona un po’ strano. “Be’, loro ci hanno mandato la Kyenge e noi abbiamo mandato loro i padani” dice Pisani (ecco una frase da leghista vecchia maniera). Al termine del nostro pomeriggio padano, però, non siamo ancora convinti. La Lega ci sembra molto lontana da quella del passato. Dovrebbe tornare tra la gente, in strada, nelle piazze. Come ha fatto Roberto Rottamato Reggi, che sabato scorso, con grande umiltà, s’è dato al volantinaggio.

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GALLERIA: LA SEDE DELLA LEGA NORD DI VIA TRIESTE 

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1 Comment on "GLI EROI DI PONTIDA"

  1. Un errore nell’articolo…Zandonella non indossa i colori sociali del Celtic Glasgow, ma bensí dell’ Avellino Calcio 1912

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