LETTERE ALLA BATUSA

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Cara Batusa,
è un po’ di tempo che non ti scrivono ragazzi/e disperati/e. Ci penso io. Un paio di settimane fa una mia amica ha conosciuto un ragazzo che le piace molto. Sembrava che andasse tutto bene, ma dopo un po’ ecco che lui se ne esce con la solita espressione tipo “non siamo fatti l’uno per l’altra”. E’ un mese che cerchiamo di capire che cosa significa, ma proprio non ci arriviamo. Ci puoi aiutare?
Elena

Cara Elena, dì alla tua amica (che scommettiamo si chiama Elena pure lei) che nei classici greci l’espressione “non siamo fatti l’uno per l’altra” significa “mi sono rotto di te e delle tue camice da notte di flanella”. Diglielo con tatto, mi raccomando, come abbiamo fatto noi.

Cara Batusa,
ti seguo sempre con molto interesse, 
volevo che mi facessi da tramite con quelli di Telelibertà, che presumo tu frequenti, perché non mandino più nei loro servizi del telegiornale quelle immagini sfuocate di gente che passeggia o di bambini che giocano danno veramente noia. Capisco che vengono messe quando la notizia è particolare per evitare problemi, ma mettete un gregge, dei paesaggi o una scenografia ma che siano a fuoco! Evitare anche, se possibile, i caroselli con le auto delle forze dell’ordine, che sono si a fuoco ma sempre i soliti. Sicuro che Tu sarai ascoltata ti saluto. A proposito ce l’hai il ragazzo???
Angelo

Caro Angelo, iniziamo dalla fine. Il ragazzo non ce l’abbiamo, ma essendo maschi abbiamo ancora un’antica passione che non intendiamo abbandonare. Sai com’è, qui alla Batusa siamo tradizionalisti. Per quanto riguarda gli amici di Telelibertà, siamo sicuri che leggeranno questo tuo invito e che provvederanno a sostituire i volti pixellati con un fotomontaggio di Massimo D’Alema.

Cara Batusa,
ti allego una foto della piazza di Vigevano (una delle più belle d’Italia). Che cosa hanno fatto a Vigevano? Una pista di pattinaggio x il Natale. KT è troppo avanti x noi!!
Gigi

pattinaggio

Caro Gigi, te ne sei accorto adesso che KT è troppo avanti x noi?

Cara Batusa,
complimenti per il pezzo sui falsi piacentini: perché uno sia piacentino del sasso almeno lo sia di terza generazione e di entrambi i genitori. In caso contrario uno è un montano, se ha parentele nelle valli, o magotto, o della Bassa (da Roncaglia in là), e comunque sempre arioso. Il vero piacentino deve avere entrambi i nonni di città e possibilmente del borghetto/cantarana o di piazza Duomo/Guastafredda. Basta con tutti ‘sti villani vestiti della festa che si vendono per piacentini A scanso di equivoci io sono arioso, montano della Valdarda e non mi reputo del sasso, forse mio nipote…
Gigi

Caro Gigi (ma sei lo stesso di prima?), grazie per i complimenti. Sinceramente del resto della tua lettera non abbiamo capito molto, dato che non sappiamo ancora chi sia la suocera e chi la nuora e chi sia il trisavolo o la bisnonna, ma se dici che tuo nipote è piacentino del sasso noi ti crediamo.

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