Era da un po’ che non sentivamo parlare di Gne Gne Gne. L’avevamo lasciato a capo della segreteria provinciale del Pd e oggi l’abbiamo ritrovato nelle vesti di Rottamatore di Vernasca in un’intervista rilasciata all’organo di partito. Ovviamente il paragone è azzardato, non tanto per via di Matteo Renzi, ma per quello che Gian Luigi Molinari ha detto nella chiacchierata con Gustavo Roccella. Gne Gne Gne non ha dato alcun ultimatum, non ha fatto battute tipo “Romersi chi?” e ha precisato di voler tenersi alla larga dall’ormai famosa ipotesi di rimpasto della giunta Dosi. Però una cosa l’ha detta, e l’ha detta proprio al sindaco: secondo Molinari, l’attuale amministrazione avrebbe bisogno di “scelte coraggiose” e di un “cambio di passo”. Vuoi o non vuoi (noi vogliamo), la mente corre proprio al rimpasto della giunta Dosi. Sotto l’intervista a Molinari, Libertà scrive che sono ore decisive per il rimpasto e che oggi è in programma “una seduta di giunta in cui, stando alle indiscrezioni, il sindaco potrebbe comunicare la revoca di tutte le deleghe per procedere, nei giorni successivi, alla nomina della giunta-bis”. Sempre secondo Libertà, a rischiare il posto in giunta sarebbero cinque assessori: Giovanna Palladini (servizi sociali e infanzia), Pierangelo Romersi (bilancio), Francesco Cacciatore (vicensindaco e assessore ai lavori pubblici), Silvio Bisotti (urbanistica) e Paola Beltrani (scuola), anche se Beltrani e Bisotti, dice Libertà, avrebbero più possibilità degli altri di conservare i rispettivi assessorati. In caso di fuoriuscita di qualche assessore, potrebbero subentrare il consigliere comunale Stefano Cugini e l’ex assessore all’ambiente e alla viabilità della prima e seconda giunta Reggi, Pierangelo Carbone.

NON VI HO PURGATO ANCORA

Se non sentivamo parlare di Gne Gne Gne da un po’, al contrario abbiamo sentito parlare di rimpasto della giunta Dosi poco tempo fa per bocca di Roberto Rottamato Reggi. Prima ancora, a novembre, era stato Dosi a dare vita alla prima ipotesi di rimpasto con una dichiarazione in cui il sindaco parlava di “quattro assessori fortemente impegnati a sostenere la candidatura diversa dalla mia. Una posizione che qualche imbarazzo me lo crea”. I quattro assessori in questione erano Cacciatore, Palladini, Romersi (poi convertitosi come per incanto al Renzianesimo dopo aver sostenuto la bersaniana Roberta Valla alle primarie provinciali) e Bisotti. A differenza di quanto sostiene oggi Libertà, mancava Beltrani, che alcuni componenti della stessa giunta Dosi furono molto sorpresi di ritrovare alla Camera del Lavoro con la tessera del Pd in mano – da ex membro dell’Idv  – per votare alle primarie poi vinte da Molinari. Non se ne fece nulla e il rimpasto non ci fu. Poi arrivò il turno di Reggi, che in dicembre, subito dopo la vittoria di Renzi alle primarie per la segreteria nazionale del Partito Democratico, rilasciò queste parole: “L’amministrazione locale deve fare di più, qui si tratta di attuare un programma che era ambizioso e rispetto al quale si può fare molto di più. La giunta Dosi oggi è ancora più salda se lavora bene, e non è così. Deve raddoppiare la velocità. Chi fa l’assessore deve’essere consapevole di avere un privilegio enorme, una grande responsabilità e se non c’è la fa deve farsi da parte”. Dichiarazioni piuttosto esplicite che rimandarono subito all’ipotesi di rimpasto, ma anche in questo caso non accadde nulla. Poi, oggi, ecco l’intervista a Molinari e il rimpasto che appare nuovamente imminente, anche se è bene ricordare che Libertà, alla fine dell’articolo, specifica che “il rimpasto potrebbe anche ridurci a ben poca cosa. O, ipotizza qualcuno, rivelarsi niente più che un fuoco di paglia”. Insomma, ci siamo o no? E’ la volta buona per il rimpasto oppure finirà ancora in niente? Per la terza volta in tre mesi ci poniamo la stessa domanda: Dosi purgherà qualche assessore?