RITORNO AL FUTURO

RITORNO AL FUTURO REGGI-DOSI ok

Pensavamo che Roberto Rottamato Reggi fosse prigioniero politico in Inghilterra. In un’e-mail che è stata inoltrata alla Batusa poco prima di Natale, Reggi, da Liverpool, chiedeva soldi per tornare in Italia, dato che non riusciva ad accedere al suo conto in banca. Mentre stavamo effettuando il bonifico per riportarlo a casa, pronti e felici di andare in suo soccorso, Roberto ha annunciato che si trattava di un attacco di pirati informatici alla sua casella di posta. Questa è l’ultima volta che abbiamo sentito parlare di lui, almeno dopo la vittoria di Matteo Renzi alle primarie per la segreteria nazionale del Pd. Dove sarà Roberto? Che cosa starà facendo in questo momento così delicato della politica piacentina, col sindaco Paolo Dosi pronto al rimpasto della sua giunta (tra l’altro auspicato dallo stesso Reggi in dicembre)? Ieri notte non riuscivamo a dormire e così, per prendere sonno, abbiamo ripensato alla carriera politica di Roberto, sia a livello locale sia a livello nazionale, e abbiamo concluso che, dopo che non è riuscito a sfondare a livello nazionale (almeno per il momento), Reggi è tornato per riprendersi Piacenza.

BERSANI? NO, LETTA

Torniamo indietro, alle primarie del Pd in cui Reggi occupò il ruolo di braccio destro di Matteo Renzi, ricalcando la figura del più vecchio tra i giovani. Nonostante la sconfitta del Rottamatore con Pier Luigi Bersnani, eravamo sicuri che, dopo tutto l’impegno profuso da Reggi in campagna elettorale, l’ex sindaco di Piacenza potesse trovare un posto a Roma, ma alla fine venne escluso dalle liste per il Parlamento. Si disse che il veto su Reggi fu posto da Bersani dopo la conversione di Reggi all’ideale renziano, ma in realtà pare che a estromettere il nome di Reggi dalle liste fu l’attuale presidente del consiglio, Enrico Letta, cui Reggi era legato prima di saltare sul camper di Renzi. Lo stesso Renzi, probabilmente per non avere grattacapi a livello personale, non si oppose al veto di Letta, e così Reggi, nonostante il grande lavoro svolto per il sindaco di Firenze, restò lontano da Roma. Passò del tempo. Reggi restò in silenzio per un po’, smaltì la delusione e meditò il ritorno. Non a livello nazionale, ma nell’unico posto in cui riesce ancora a dire la sua: Piacenza.

VOLANTINAGGIO IN PIAZZA CAVALLI

Dopo aver spinto Dosi verso la vittoria alle Comunali del 2012, si dice che Reggi avesse nel mirino la presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ma alcuni problemi burocratici (Reggi era il sindaco uscente e per ricoprire un’altra carica pubblica doveva trascorrere almeno un anno) non ci riuscì. Roberto è comunque entrato in Fondazione dalla porta di servizio, dato che apparteneva alla corrente di Francesco Scaravaggi, attuale presidente dell’ente di via Sant’Eufemia (se vi stiamo annoiando ditecelo pure, ma purtroppo non possiamo parlare sempre di gin tonic e risse da bar). Poi arrivò la grande occasione per rientrare nel giro piacentino, vale a dire le primarie per la segreteria provinciale del Pd, col renziano Gian Luigi Molinari (qui noto come Gne Gne Gne), sostenuto da Reggi e Dosi, opposto alla bersaniana Roberta Valla e a Betty Rapetti. Arriviamo ai giorni nostri. Alla fine Molinari ha vinto, ma Reggi non ha avuto molto tempo per fare festa, dato che da lì a poco ha avuto l’opportunità di rientrare prepotentemente sulla scena nazionale con le primarie per la segreteria nazionale del Pd, con Renzi pronto a sfidare Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Nonostante Renzi abbia affidato il ruolo che fu di Reggi ad altri, tra i due c’è stato un forte riavvicinamento, tanto che Reggi, pur di sponsorizzare la vittoria di Renzi, è tornato a vestire gli abiti del politico di piazza, parlando nei vari circoli di Piacenza e in quelli delle città limitrofe e distribuendo volantini il sabato pomeriggio in Piazza Cavalli. Questa volta Renzi ha vinto, ma Roberto Rottamato Reggi non ha trovato posto nella squadra del Rottamatore, anche se s’è parzialmente consolato con l’ingresso nell’assemblea nazionale del Pd (teoricamente doveva essere il primo della lista dopo il ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, ma dopo pochi minuti si ritrovò al secondo posto…).

NO REGGI, NO PARTY

Subito dopo la vittoria di Renzi alla primarie, Reggi ha dichiarato alle testate piacentine che “l’amministrazione locale deve fare di più, qui si tratta di attuare un programma che era ambizioso e rispetto al quale si può fare molto di più. La giunta Dosi oggi è ancora più salda se lavora bene, e non è così. Deve raddoppiare la velocità. Chi fa l’assessore deve’essere consapevole di avere un privilegio enorme, una grande responsabilità e se non c’è la fa deve farsi da parte”. Parole esplicite che hanno rimandato subito all’ipotesi di rimpasto della giunta Dosi. E’ passato un mese da allora, e questa volta è stato Molinari, pur senza parlare direttamente di rimpasto, a dare la spinta decisiva al sindaco, che ha annunciato il ribaltone per lunedì, quando, con tutta probabilità, alcuni assessori della vecchia guardia del centrosinistra saranno rimpiazzati da esponenti renziani. Prima la vittoria di Dosi, poi quella di Molinari, ora il rimpasto auspicato dopo la vittoria di Renzi. A Piacenza Roberto Rottamato Reggi non sembra conoscere rivali. A Piacenza.

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