IL GRAN CONSIGLIO

Arriviamo a Palazzo Mercanti poco prima delle 16. Piove e Tommaso Foti ha la tosse. “Non può andarmi giù la voce proprio oggi…” dice mentre sale le scale. Entriamo nell’anticamera dall’aula del consiglio comunale e veniamo bloccati da un cartello piuttosto esplicito:

giunta chiuso

Ecco, è saltato tutto. E’ crollata la giunta. Invece la porta si apre e tutto è come al solito: consiglieri al telefono, cameraman che girano con le loro attrezzature, giornalisti che prendono posizione. Ormai ci siamo. Tra poco il sindaco Paolo Roberto Dosi annuncerà la sua nuova giunta. Intanto Dosi s’è preso tutte le deleghe e in consiglio sarà solo contro il mondo. Guardiamo negli occhi i componenti della minoranza. Sono carichi. Sui loro banchi hanno sistemato un cesto con pesche e banane per comunicare che “la giunta è alla frutta”. Intenso. Ci sistemiamo su una panca dove troviamo un noto personaggio piacentino che inganna l’attesa con buone letture.

giunta libro

Il primo a prendere la parola, subito dopo l’appello (al momento di dire “presente” Roberto Colla dei Moderati caccia un urlo spaventoso che per un attimo terrorizza il consiglio: è il segnale della battaglia), dovrebbe essere proprio Dosi. In fondo sono tutti lì per questo: il sindaco (che eccezionalmente ieri era anche vicesindaco, assessore al bilancio, alla scuola, ai lavori pubblici, allo sport, alla cultura e a tutto il resto) deve annunciare i componenti della nuova giunta. Nel frattempo uno degli assessori uscenti deve aver dimenticato il cappotto sullo scranno.

giunta cappotto

Passa ancora qualche minuto e finalmente il presidente, Claudio Ferrari, suona la campanella. Dosi si alza e fa i nomi di Cugini, Cisini, Gazzola e Piroli. Non ci sono novità. Mancano solo le deleghe e la nomina del vicesindaco, che dovrebbe essere Timpano. Tocca alla minoranza. Filiberto Putzu se la prende coi cattocomunisti piacentini, Foti (che nel frattempo ha esposto la pagina del Sole 24 Ore in cui si dice che Dosi ha perso cinque punti nella classifica di gradimento dei sindaci) chiude il suo intervento con un “vergogna!” poderoso, Marco Tassi cita Manzoni e la storia del vaso di coccio tra i vasi di ferro, i Moderati non si risparmiamo e attaccano Dosi, reo di non averli interpellati sul rimpasto. Anche i moderati, a volte, insorgono. Scendiamo a fumare una sigaretta e troviamo Che Guepalla, o Carlo Pallavincini, che entra al Barino, mentre il renziano Michele Bricchi va a fare una vasca sul Corso. In fondo non c’è bisogno di stare in aula: si sa già tutto. I nuovi assessori sono stati annunciati, ora tocca ai giornalisti.

PASS STAMPA – A proposito, ieri le testate piacentine hanno calato i loro assi per non perdere neanche uno spiffero del consiglio. Ovviamente non poteva mancare Libertà, che ha schierato Gustavo Roccella, Patrizia Soffientini e Giorgio Lambri. Lambri è appena tornato da Parigi, dove la pioggia è più piovosa e le nuvole sono più nuvolose, e l’abbiamo trovato in gran forma. Girava per il consiglio con l’iPad in mano e oggi ci aspettavamo un pezzo dei suoi, una bella e ricca analisi politica sul rimpasto, ma su Libertà hanno scritto tutti tranne lui. Perché?

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