LETTERE ALLA BATUSA

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Cara Batusa,
sono il giornalista che in un tuo ritratto hai definito “con gli anfibi”, per via di alcune missioni all’estero con i soldati.  Un complimento che, però, visti i tempi avrebbe bisogno anche di elmetto e giubbotto antiproiettile, come nei teatri più caldi. Solo che l’abbigliamento andrebbe indossato in Italia per ripararsi dai colpi della burocrazia, dello statalismo e delle tasse. Ho deciso di non guardare più certe trasmissioni di approfondimento in tv perché sennò mi arrabbio troppo. I tg, comunque, li sbircio e ieri la pressione me l’ha fatta di nuovo salire il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, quello che assomiglia a un leone marino. Già vice governatore di Bankitalia, il “dottore” è allergico alle critiche e fa l’offeso quando qualcuno lo critica. Ma il super esperto, dall’alto della sua scienza, continua a ripetere che la mini Imu è giusta perché dai conti mancano 1,5 miliardi. A Roma, a fronte di queste affermazioni, gli risponderebbero “an vedi questo”. Eh sì, perché Saccomanni snocciola numeri e situazioni, ma non quelli giusti. Ad esempio, perché non va in tv e spiega come mai il debito pubblico è aumentato di 90 (novanta) miliardi in un anno, perché dal faraonico conto della spesa pubblica (850 miliardi l’anno) lui non riesce a tagliarne 1,5 per evitare la mini Imu, perché non taglia un po’ di “ministeriali” – cioè dipendenti pubblici e relativi dirigenti, consulenti, portaborse, personale di segreteria ecc. ecc. – quando almeno 8 milioni di italiani che vivono in condizioni di disagio hanno tagliato il 30 o 40 per cento delle loro spese. I numeri li do anch’io dalla trincea: quando si doveva tagliare l’Imu e diminuire il cuneo fiscale si parlava di 7 o 8 miliardi, cioè meno dell’uno per cento del bilancio statale. Ebbene Saccomanni e il capo del governo monocolore Dc non ne furono capaci, parlavano solo di tasse. Perché Saccomanni, disteso su uno scoglio a guardare i flutti, e attento a rispondere sulla stampa a chi lo critica, non propone: di abolire le prefetture, ad esempio, retaggio napoleonico di un controllo delle periferie ormai superato da droni, satellite ed e-mail, con compiti inutili o quasi; di abolire i notai – utili allo Stato perché suoi esattori, ma dannosi per i cittadini che non capiscono perché debbano pagarli così tanti per un timbro, una firma e la ceralacca su un atto di vendita – e far fare tutto agli avvocati, come avviene in mezzo mondo? Macché, tasse, tasse e solo tasse. Perché la macchina pubblica – bacino elettorale per tanti onorevoli, a partire dall’epoca di Giolitti – non si tocca. Alla faccia di cassintegrati, disoccupati, senza lavoro. Intanto, il nostro “sea lion”per risparmiare “qualcosina” potrebbe suggerire al suo mentore, il capo del governo monocolore Dc, di far vedere agli italiani che è capace di piccoli risparmi: forse, 20mila euro l’anno per l’acqua minerale a Palazzo Chigi sono un po’ troppi, così come lo sono i 5mila euro, rigorosamente soldi pubblici, spesi in detersivo per lavastoviglie. Queste “spesucce” e altre chicche, per chi volesse rodersi ancora un po’ il fegato, sono elencate in un articolo del settimanale Oggi (numero del 3-15 gennaio) a firma del direttore Umberto Brindani. Rosicate italiani, rosicate, ma non dimenticatevi di meditare.
Gianfranco Salvatori

Analisi economica e politica di rilievo, caro Gianfranco. Però dicci la verità: Repubblica non te l’ha pubblicata così l’hai girata a noi, vero?

Cara Batusa,
nelle vacanze di Natale sono stato una settimana di vacanza ad Amsterdam. E’ sufficiente per fare una comparsata nella rubrica “Piacentini nel mondo”? 😉
Paolo

Caro Paolo, siamo sicuri che ad Amsterdam avrai visitato musei, monumenti e biblioteche, ma sai quanti piacentini ci sono che ogni tanto vanno ad Amsterdam a fare una full immersion culturale? 😉

Cara Batusa,
la situazione politica e sociale italiana è insostenibile e ho deciso di andare all’estero. Basta con questi politici, basta con questi giochi di potere, con queste raccomandazioni. Non ne posso più, io parto.
Alessandro

Buon viaggio!

Gentile Batusa,
come mai non hai parlato della formazione del Nuovo Centrodestra di Piacenza?
Cattolico ’72

Gentile Cattolico ’72, non ne abbiamo parlato perché non ce ne siamo accorti.

Cara Batusa,
come hai fatto poi con l’iPhone rotto?
Cecilia

Cara Cecilia, grazie per l’interessamento. E’ ancora in riparazione, ma abbiamo deciso: passiamo al Samsung S4. E’ una scelta di vita e abbiamo un po’ paura, ma prima o poi arriva il momento in cui ti trovi a un bivio e devi decidere. Ora ci starebbe bene la frase di un libro di Baricco, ma non ne abbiamo mai aperto uno. 

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