La Batusa

CRONACA NERA ADDIO

A Palazzo Mercanti cercano un giornalista che sensibilizzi i media locali sul tema della sicurezza. “Il Comune di Piacenza – si legge sul sito ufficiale – intende affidare, tramite apposita indagine di mercato, un incarico di collaborazione per l’espletamento del progetto “Io non ho paura – Sicurezza urbana, allarme sociale e informazione”. Il contratto avrà durata di mesi 7 (sette) decorrenti dalla comunicazione dell’avvenuto incarico, e si svolgerà presso l’Ufficio Stampa, con sede in Piazza Cavalli 2. Il compenso previsto per l’intero periodo è pari a euro 7.500 onnicomprensivi”. Ma che cosa dovrà fare esattamente questo specialista? “Breve attività di ricerca sulla terminologia utilizzata dai media locali per illustrare e descrivere episodi che riguardano la sicurezza urbana: alimentato soprattutto dai media – si legge in un foglio pdf che illustra i vari punti del progetto – il discorso pubblico sulla paura condiziona i comportamenti e distorce le percezioni. L’uso costante di titoli ad effetto, di immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, di scelte stilistiche che sembrano calcolate per provocare un disgusto “oggettivo” nei lettori, dipingono un fatto come problema, piaga o minaccia dell’ordine sociale”. I neristi piacentini, se abbiamo capito bene, dovrebbero cercare di utilizzare espressioni e riferimenti un po’ meno forti, oltre a uno stile più pacato per non allarmare la cittadinanza quando raccontano un fatto di cronaca. Scordatevi certi titoli tipo “rissa nella notte: un accoltellato”, che verrà soppiantato da un meno urlato “rissa nella notte: tranquilli, è solo un graffio”.

POL POT

La cosa è abbastanza singolare. Tra i più stupiti dalla pubblicazione del bando comunale sul giornalista sensibilizzatore c’è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che, dopo averne parlato in conferenza stampa nella giornata di sabato, ha ribadito la sua contrarietà al progetto di Palazzo Mercanti durante il consiglio comunale di ieri, parlando di un “bando mutuato da Pol Pot (rivoluzionario e dittatore cambogiano, ndb), che si propone di rieducare i giornalisti” rei di usare “titoli a effetto, immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, amplificando un forte sentimento di insicurezza e di richieste di controllo”. Motivazioni che, secondo Foti, sono “offensive per i cittadini”. Come l’avranno presa i neristi piacentini?