LA FUSIONE HA ROTTO

Quindi la fusione non si farà. Finalmente una buona notizia. Abbiamo seguito la vicenda dall’esterno e, come al solito, non ci abbiamo capito niente. Le parti sono vicine, sono lontane, si vedono, salta tutto, si fa al 90 per cento, non si fa al 75,5 per la somma dei quadrati costruiti sull’ipotenusa, Burzoni chiama i Gatti, i Gatti non vedono Burzoni. Basta. Basta anche con la storia che i piacentini sono fatti così, che invece di unire le forze preferiscono coltivare il loro orticello. Siamo fatti così. Ok. Che problema c’è? Andiamo avanti con due squadre, il Pro in Lega Pro e il Piace in serie D. Non bene. Benissimo. Chi vuole va a vedere il Pro, chi vuole va a vedere il Piace, chi vuole le va a vedere entrambe, chi non vuole non va a vedere nessuna delle due. La libertà calcistica è l’ultima che ci rimane. Non sprechiamola, non perdiamoci in fusioni. E se una società gufa l’altra, benissimo anche così. Sempre meglio dei luoghi comuni e della retorica sull’unione che fa la forza. E’ molto più divertente e sincera la rivalità sportiva delle finte strette di mano davanti ai fotografi e dei falsi sorrisi davanti alle telecamere. Pro e Piacenza non vanno d’accordo, almeno non tanto da mettersi insieme. Magnifico.
Ovviamente la politica ci ha provato, con le sue belle frasi sull’unità d’intenti e sulla collaborazione. Per fortuna, il calcio s’è dimostrato ancora una volta una cosa più seria. Ognuno è rimasto sulle sue posizioni, non ha ceduto alla tentazione di stringere un patto del Nazareno che alla lunga – ma mica poi tanto – avrebbe portato solo confusione e incomprensioni. Avanti così, allora. Dicendo che dell’altra squadra non frega niente a nessuno, che ognuno si fa i fatti propri, salvo poi chiedere il risultato dell’altra squadra appena finita la partita e lasciarsi andare a un sorriso malefico se l’altra squadra ha perso. Questa è l’essenza del calcio. Pro e Piacenza forse non lo sanno, ma hanno fatto un favore alla città (e non il contrario): ci hanno risparmiato il ricevimento in Comune e i discorsi sul territorio e sulle nostre eccellenze che si uniscono per il bene di Piacenza e bla bla bla. Di questo, Piace e Pro, dobbiamo dirvi grazie. Di cuore.

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