KEBAB E FASÖ

Dovevamo capirlo. Tutti gli indizi parlavano chiaro. Ma non potevamo proprio crederci. Fin dalle elementari ci hanno insegnato che Piacenza era una colonia romana. Se poi avevamo una maestra brava, ci raccontava che il castrum Placentia era un accampamento sorto – a seguito della sconfitta delle popolazioni barbare – sulle rovine di qualche villaggio della Gallia Cisalpina. E su queste origini celtiche si sono basati anni e anni di “Festa della zucca” della Lega Nord, a Pecorara. Tutte balle! Non c’è niente di vero in tutto quello che ci hanno raccontato. È solo una congiura. Un complotto ben orchestrato. Le prime avvisaglie si erano avute quando una miss piacentina aveva dichiarato di essere persiana. Una suddita di Serse. Nulla a che vedere con il gallo Vercingetorige. Oggi, però, abbiamo avuto la conferma definitiva. Ma quali origini celtiche, Piacenza è una città afro-asiatica! Testimonianza lampante è il fatto che il nostro piatto tipico non sono i tortelli con la coda o i pisarei e fasö, bensì il kebab, protagonista assoluto a Piazzetta Piacenza. Non il salame. Non la coppa. Non la pancetta. Il sultano della Zolla è lui: lo spiedone di carne più noto al mondo. In fondo a chi non è capitato di andare dal Gnasso, il più noto kebabbaro di Piacenza, a mangiare un bel panino col kebab? O chi non ha mai deciso, un domenica d’estate, di partire e andare in Valtrebbia a godersi il fresco di fronte a un bel piatto di kebab con il gnocco fritto? O, ancora, a quanti non è mai capitato di trovarsi, in giro per la provincia, a divertirsi su qualche “Sagra del kebab”, sulle note dei Cani della Biscia? Siamo stati stupidi a non accorgercene. L’avrebbe capito anche uno di Cremona che il kebab è il nostro vero piatto tipico. Ne hanno cantato i nostri cantanti. Ne hanno scritto i nostri poeti. A lui sono stati dedicati libri, mostre e concorsi. Vorrei anche io scrivere, in questa sede, un’ode al kebab. Purtroppo, però, devo mettere il mio chador per andare al sūq con mio padre a comprare delle spezie, del batbout e dell’olio di argan. Shukrān lak a tutti per l’attenzione. As-salāmu ‘alaykum.

TESTO: CATERINA NAABELA MASCARETTI; FOTO: FACEBOOK

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