LA NUOVA FRONTIERA DEL TATUAGGIO IN TREBBIA

Mi hanno sempre sfottuta tutti. Sono sempre stata brutalmente derisa. Nessuno ha mai smesso di prendermi in giro. E tutto questo per un unico motivo: il colore della mia pelle. Sì, sono stata discriminata. Sono stata oltraggiata. Sono stata umiliata. E sapete perché? Perché sono troppo bianca. Tutti a dire: “Sei troppo pallida”, “Sembri una morta”, “Ma guarda che brutto colorito”. Amata solo dagli infermieri, che quando devono farmi un prelievo esclamano entusiasti: “Guarda come si vedono bene le vene!”, sono da sempre lo zimbello di amici, parenti, conoscenti e affini. E in estate la situazione non fa altro che peggiorare. Perché ai classici commenti sul colorito latteo si aggiungono gli sfottò dovuti alle mie frequenti insolazioni. Sì, perché se hai la pelle trasparente il rischio di trasformarsi nella bandiera del Piacenza è sempre dietro l’angolo. Come gli stronzi antipatici che poi te la meneranno una settimana, chiamandoti “Tumàtis”. Una canottiera e un paio di shorts, un quarto d’ora al sole e il gioco è fatto. I bordi dei vestiti a segnare perfettamente lo stacco netto fra il bianco mozzarella e il rosso pomodoro. La vergogna che cala impietosa. Ma quest’anno tutto cambierà. Quest’anno ho appena scoperto la nuova frontiera dell’abbronzatura, che mi eviterà le prese per il culo in giro. Quest’anno dirò che mi sono dedicata alla Sun Burn Art.

No, non è una vaccata che ho inventato sul momento per giustificare l’impietosa impronta di una mano che mi ritrovo sulla schiena dopo un pomeriggio in piscina. Questa è la vera tendenza dell’estate. E vedrete come mi ringrazierete quando sarete i primi a sfoggiarla al River Park. Il gioco è molto semplice (ed è stato riportato anche da Dagospia): scegliete il disegno che più vi aggrada, lo riproducete sulla pelle con la crema solare e poi vi spaparanzate al sole finché non siete sicuri di esservi scottati pesantemente. I tempi di esposizione possono variare notevolmente: a me basta mezz’ora per essere arrivata al giusto punto di cottura, ma se siete leggermente più scuri di un foglio di carta probabilmente vi ci vorrà un pomeriggio. Quindi, dopo essere stati stesi sotto al sole al Polisportivo da mattina a sera, quando ormai avrete perso sensibilità nell’epidermide, potrete eliminare la crema solare e, come d’incanto, apparirà il vostro tatuaggio solare. Pensate a quanto sarete moderni. Con quale boria sfoggerete il vostro stencil dermico nelle calde serate estive al Village. Quanti uomini abborderete grazie alla farfallina che vi siete strategicamente fatte disegnare come Belen dalla vostra amica. Quante donne cadranno ai vostri piedi vedendo l’esatta riproduzione di tutti i tatuaggi di Fedez, fatti usando solo un po’ di crema solare. Quindi, cosa aspettate? Tutti in riva al Po a darci dentro con la Sun Burn Art. E finalmente anche io potrò godermi la mia incapacità di mettermi la crema in santa pace.

TESTO: CATERINA MASCARETTI: FOTO: DAGOSPIA

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