COTTO E IMBRANATO

La quarantena ha risvegliato la Benedetta Parodi che si cela in ogni esemplare maschio della razza umana. Che durante il lockdown, tra le mura di casa, si è dilettato in cucina come mosso da un istinto primitivo e primordiale. «Io uomo. Io procurare cibo. Io accendere fuoco e cucinare».

Tutto ha inizio con un breve tutorial su YouTube. E’ lì che il maschio cucinante apprende le prime nozioni. Poi, una volta individuata la ricetta e memorizzata la preparazione, esce a fare la spesa. Una volta rientrato a casa avvisa la moglie e il figlio: «Oggi cucina il papi!». «Voglio tornare a scuola!».

Alla fine la moglie lo lascia fare mentre il figlio si imbottisce di merendine per avere la scusa dello scarso appetito. Nel frattempo il maschio cucinante è davanti al piano cottura. Gli ingredienti sono sul tavolo. Uno in ogni ciotola. Il maschio cucinante li guarda con aria mistica, quasi ecumenica. Dunque è questo il segreto: se mischi tutte queste cose in un ordine preciso e per un lasso di tempo prestabilito nascono gli anolini. E’ il miracolo della vita applicato alla Prova del cuoco.

Il maschio cucinante annoda il grembiule della moglie dietro la schiena. La moglie è nel salotto con l’orecchio teso verso la cucina. Sa perfettamente quel che accadrà dopo pochi minuti. «Amore, dov’è la pentola?». «Tesoro, dove teniamo i mestoli?». «Micia, abbiamo per caso il sale grosso?». «L’accendigas non era nel primo cassetto?». Sì. Era lì. Nel 1998.

A un certo punto la moglie non sente più nulla. «Forse è morto». Invece il maschio cucinante è nella fase della massima concentrazione. Fissa gli ingredienti. Ma da soli non si muovono. Allora ripassa la ricetta su YouTube e comincia a smanettare. E anolini siano.

Mentre cucina sorseggia un bicchiere di vino rosso. Nei film fanno così. Prende l’impasto, lo stende, lo ristende, lo infarina, lo infarina ancora, poi passa al ripieno, mette la carne, aggiunge il formaggio, due cucchiai di conserva di pomodoro ed è fatta. «Che strano. Gli anolini di mia nonna non erano rossi». Capisce che c’è qualcosa che non va. Dove avrà sbagliato? Ma il maschio cucinante è orgoglioso. Fiero. Non ammetterà mai l’errore davanti alla coniuge e alla prole. «Esco un attimo».

Al supermercato si ferma davanti ai Quattro salti in padella. Pappardelle al sugo di cinghiale. Per mangiare le pappardelle al sugo di cinghiale dei Quattro salti in padella ci vuole il coraggio vero. Quello pessimista. Lui ce l’ha. Compra due confezioni e ritorna a casa, fa sparire gli anolini rossi e si appresta a far cuocere quei piccoli blocchi di cemento e quelle spirali congelate. Senza aggiungere l’olio.

In cucina inizia a diffondersi uno strano odore di bruciato. Il maschio cucinante apre la finestra e con ampi gesti cerca di far uscire il fumo prima che qualcuno se ne accorga. Il vicino lo guarda con aria stupita. «Andrà tutto bene!». «Ma vaffanculo». Chiude la finestra e osserva quel che resta delle pappardelle al sugo di cinghiale. Materia organica carbonizzata.

All’ora di cena, mentre la moglie e il figlio finiscono di preparare la tavola, si apre la porta del conclave: il maschio cucinante esce con aria raggiante e una splendida pirofila di spaghetti allo scoglio. Ma resta umile. «Pensavo fosse più difficile». Prende il telefono e posta la foto del risultato su Instagram in un trionfo di hashtag: #cuocoprovetto #masterchef #spaghetti #scoglio #staseracucinoio #pensavoandassepeggio.

Gli spaghetti allo scoglio sono una delizia. Un’estasi di sapori. La moglie e il figlio sono completamente immersi in cozze e vongole quando il maschio cucinante alza il braccio. E’ il segnale. Il fattorino di Foodracers esce di casa di soppiatto. Così com’era entrato.

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