FORSE QUASI ORIGINALE

Come un Rolex falso può inserirti nella Piacenza bene. 

TESTO: MANUEL FANTONI FOTO: INTERNET

Col lockdown finito, e un quasi ritorno alla normalità, guardo indietro in un venerdì sera solitario e vedo che cosa mi rimane. Lui, Poppy, il fido compagno di divano, un bulldog francese voluto dalla mia ex perché era di moda e pagato in 3 anni con finanziamento. Lo desiderava. Tutte le amiche avevano un cucciolo.

Decido di uscire, quadrupede al guinzaglio, e mi dirigo in centro. Movida ovunque, solo noi solitari con i cani abbiamo la mascherina, nessuno mi riconosce. Da lontano inizio a vedere facce familiari, amici che non vedevo da anni. Tutti si atteggiano con calici di vino in mano, pantaloni chiari in stile acqua in casa, camicia blu e giacchetta aperta, orologio sbarluccichento al polso mostrato come se fosse il primogenito nel giorno del battesimo.

Osservo e scorgo la mia ex, è vicino al Paolino, taccata 12, minigonnata e tirata come una pelle di tamburo. Soffro come se avessi un’unghia incarnita, mi allontano, rientro a casa e iniziano i viaggi mentali… Mi sveglio la mattina dopo, il sole è alto, colazione io e Poppy, a me il caffè e a lui i biscotti. Ho deciso. Darò una svolta. Esco e mi reco subito da mio zio Mario, e suplicandolo mi faccio prestare la sua Lancia Fulvia: l’auto d’epoca fa figo. Via da lui passo da mia madre e prelevo i miei vecchi calzoni della cresima, bianchi, classici e soprattutto corti, e anche lo stile acqua in casa è ok. La giacca blu con bottoni in stile Commodoro di marina la trovo in un baule in soffitta, forse era un vestito di carnevale. Penso a cosa mi manca… Sì, lui, l’ orologio. Penso, rifletto, mi scervello… Ecco, ci siamo: vado dal mio parcheggiatore abusivo senegalese che è una decade che sta lì sulla piazza davanti al mercato coperto. Arrivo e subito verso l’obolo di 2 euro (con un solo euro rimane incazzato tutto il giorno).

Gli chiedo se può aiutami per l’ orologio. Non l’ avessi mai fatto. Inizia a estrarre ogni ben di dio, ovviamente orologi falsi ma sbarluccicosi; scelgo un Rolex sportivo, ma classico e vistoso. Pago un 150 e vado a casa, sono ormai le 21. Mi vesto di tutto punto, indosso il nuovo orologio patacca, salgo sulla Fulvia dello zio e mi dirigo nel cuore della movida. Parcheggio in Piazza davanti a tutti. Scendo che sembro Tex Willer. Tutti gli occhi sono su di me, ma nessuno si avvicina, mi guardano con circospezione. Devo averli destabilizzati. Allora faccio la mossa della vita: prendo un tavolo libero, mi siedo e ordino una bottiglia di champagne. A quel punto, timorosi, si avvicinano i vecchi amici, e come se niente fosse iniziano a scroccare un po’ del mio champagne. Cazzo, penso, erano le ultime 100 euro e ‘sti qui me li bevono. Faccio finta di nulla e faccio atteggiamento, tutti si complimentano, la mia ex spunta dalle retrovie e con sguardo sdolcinato mi chiede come va; io tranquillo, ma con la morte nel cuore, rispondo con voce ferma: «Molto bene». Lei si avvicina e mi sussurra: « Dobbiamo parlare, forse ho sbagliato…».

A questo punto non so più cosa fare, devo pagare il conto, lei mi ha svegliato qualcosa, tutti mi vogliono parlare, sono vestito da cretino e per finire i vigili mi stanno multando la macchina dello zio. Come per magia tutto si blocca tranne i vigili, tutti spariscono, mi sembra una scena surreale… Mi volto e vedo lui, il parcheggiatore abusivo, il mio amico senegalese. Si avvicina, io gli batto il cinque, si siede con me, e mi dice: «Tu sì che sei un grande, i tuoi amici sono andati via quando mi hanno visto». Provo quasi a giustificarmi, ma lui mi zittisce dicendomi: «Non preoccuparti, li conosco tutti, ho venduto gli orologi falsi e i vestiti firmati che hanno indosso anche a loro».

Rimango basito, tento di parlare, ma lui mi zittisce nuovamente. «Comunque tu sei l’ unico che mi lascia sempre i 2 euro al parcheggio, loro invece niente…». Mi saluta e se ne va. A quel punto mi alzo, pago la bottiglia e me ne vado con la mia ex che quasi piange e gli altri nascosti dal colonnato della piazza. A questo punto rifletto e penso che forse sì, ho fatto una serata vestito da cretino atteggiandomi a cretino, ma che di certo è meglio soli con Poppy che in compagnia dei quasi veri amici. Arrivo sotto casa e penso a una canzone di Lucio Dalla, la canzone per eccellenza, Disperato Erotico Stomp. La canticchio e… 

Però mi sono rotto
Torno a casa e mi rimetterò in mutande
Prima di salir le scale mi son fermato
A guardare una stella
Sono molto preoccupato
Il silenzio m’ingrossava la cappella
Ho fatto le mie scale tre alla volta
Mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza
È partita la mia mano.

Share

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi