CANOTTA, BELUGA, PORCHETTA

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

Dato che tutti parlano del Mercato Europeo, la Batusa ha deciso di inviare sul Facsal il suo esperto di cucina e buone maniere per farsi un’idea. Ecco che cosa c’era domenica fra i trecento banchi della fiera.

Mio padre sempre me l’ha detto: “Solo viaggiando s’impara”. E così ho fatto, risalendo come un salmone la fiumana di gente, dalla statua girevole di Sant’Antonino, sino a fondo del Facsal. Ma di piccoli ostacoli, in questo coast to coast cittadino, ve ne sono stati. Sono ancora numerosi i delicatissimi elegantoni maschi, in ciabatte strascicate, bermuda da pesca e canotta da degustazione; quindi scusate se, a causa di alcune ascelle da birraiolo che mi ostruivano i banchi e le nari, non sono stato in grado di distinguere tutte le sfumature di odori per riportarvele qui con precisione. Chiaramente non ho potuto assaggiare tutto dei trecento e passa banchi, e con precisione chirurgica ho dovuto fare una cernita.

UN POTENTE BANCHETTO DI CAVIALE

Subito mi sono ficcato nella mia passione: i formaggi francesi. Un banco all’altezza del pompino del Facsal offriva quasi cinquecento qualità a crosta slavata, tra cui il mio amato Camembert Rosemary Garlic; l’unico formaggio al mondo di cui non ti devi segnare il nome, perché se lo vuoi ricomprare il suo sapore ti risale l’esofago e si fa riassaggiare per i ventuno giorni successivi. Ma ne vale la pena. Poi, piacevole sorpresa, un piccolo (ma potente) banchetto di caviale Beluga. Qui, anche l’assaggio è a pagamento, ma se i 37mila euro al chilo non vi spaventano, è possibile “investire” in uova di pesce non espulse una parte del vostro stipendio. Un’esperienza da provare. Risalendo sono passato alle crepes olandesi più piccole e farcite al limite di quelle francesi, e alle specialità di Salisburgo, dove un tizio (cinese), mi ha permesso di concludere l’affare della vita: “Prenda due salsicce in brodo di tomato piccante al prezzo di una”. Spinto da spirito autolesionistico, ho prevenuto un calo di zuccheri solo osservando la vetrina siciliana dei Babà, cannoli alla crema, sfoglie calde con panna e pastiera. Poi, come da foto documento, in un sacchettino unto e dal colore indefinito, ho fatto incetta di biscotti francesi, là dove il venditore con un accento marciante sull’asse Brescia-Bergamo-Normadia, mi ha spiegato come la proporzione uova/altri “prodotti” sia di 4 a 5. Digerendo, ho visitato il profumatissimo banco della focaccia genovese, quello delle specialità umbre, dove ho comprato Strangozzi da fare con il sugo-truffa al tartufo, e il classicissimo e immancabile porchettaro, dove sono convinto la testa del maiale fosse la stessa dell’anno scorso.

NON E’ UNA FIERA PER LE COTONATE

E poi, finalmente, quando la vista cominciava ad annebbiarsi e le gambe cedermi, l’ho visto: il banco delle specialità tedesche. Sessanta stinchi di maiale giravano nel forno, duecento salsicce tedesche (uno speziato wurstel bianchiccio che non sembra mai cotto), facevano capolino da un bollitore e mezza tonnellata di crauti attendeva solo di essere sbattuta nei piatti di plastica con la stessa delicatezza del mestolo della mensa. Qui ho comprato queste delizie per un’analisi più accurata nella tranquillità di casa. Ho concluso, per sciacquarmi la bocca, con un assaggio di paella: calamari, gamberi, vongole, polipo, un pesce bianco non definito, cozze, scampi, pomodoro, unghia dello chef, prezzemolo. Nel complesso una bella esperienza, assolutamente da mantenere nel panorama degli eventi piacentini, dove si può trovare qualità e soddisfare qualche curiosità. Un dato, solo per la cronaca: ho contato almeno venti vecchie con la permanente cotonata, convinte di essere sulla fiera di Sant’Antonino.

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14 Comments on "CANOTTA, BELUGA, PORCHETTA"

  1. Nereo, tu diverti, istruisci e stimoli l’appetito! Si sentono i profumi e i gusti delle pietanze attraverso le tue parole…fantastico, come sempre.

  2. Che dire… Nereo sei unico, un cronista pittore dotato di quella qualità sempre più rara che è l’autoironia…semplicemente grazie

  3. Come scritto su FB, mi piace molto il tuo articolo. E sono d’accordo con te, la fiera deve continuare ad essere a Piacenza.

  4. Sono l’unica che non è mai andata a questa fiera, ma mi fido del tuo palato esigente e delle tue attente valutazioni. Grazie Nereo.

  5. Ahajahahahahah bellissimo :-))))

  6. quest’ anno non sono potuta andare alla fiera ma con il tuo articolo ho rivissuto sapori ed emozioni tipiche di questo evento.bravo!

  7. Come di solito sei UNICO!!! mi piace tanto il tuo modo di dire, di scrivere!!
    Tanti cari saluti Nereo!!

  8. caro Nereo è proprio quello che ho visto alla fiera complimenti x l’articolo sei molto bravo a scrivere sembra proprio di essere li continua ti seguirò

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