OH NO, RIECCO INZAGHI

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Se Berlusconi si zamparinizza è pronto Pippo Inzaghi. Lo dice Gazza, lo ripetono su Telelombardia. C’è da fidarsi. La dirigenza del Milan, in caso di esonero di Massimiliano Allegri, potrebbe optare per la soluzione interna e affidare la panchina a Inzaghi e Tassotti, l’eterno secondo, quello che è sempre lì lì per passare di ruolo e alla fine resta vice (è pur sempre un posto fisso). Inzaghi il piacentinista sta facendo esperienza negli Allievi rossoneri. Allena ragazzini che alla sera vorrebbero scappare dal ritiro per andare in discoteca a limonare, quindi è già pronto ad avere a che fare con Boateng e Niang, quello che quando è stato fermato dalla polizia per guida senza patente ha abbassato il finestrino e ha detto “piacere, sono Traorè”. Oggi l’ad del Milan, Adriano Galliani, ha pranzato con Allegri e ha confermato la fiducia al tecnico. Così come Montolivo, che ha parlato a nome della squadra: “Siamo con lui”. Lo dice sempre anche Maurizio Zamparini ai suoi allenatori: tranquillo, non ti tocca nessuno.

 L’ARTE DELLO SPAGINARE

E Inzaghi, che sa come vanno queste cose, sotto sotto ci spera. Non lo dirà mai, ma prendere il posto dell’allenatore che in un paio d’anni gli ha fatto fare più tribune che in tutte la carriera sarebbe puro godimento. Come un gol. Più di un gol. Superpippo è stato il tormento delle testate piacentine per parecchi anni. All’inizio della stagione i giornali lo davano sempre in panchina dietro a qualche altro centravanti pagato un casino – nel calcio non sempre i soldi fanno la felicità, ma vallo a spiegare ai tifosi del Milan – e puntualmente si prendeva il posto da titolare dopo cinque o sei partite, la soglia annuale di Pato. E qui, per quotidiani e siti di Piacenza, veniva il brutto. Nessuno come Inzaghi ha avuto l’arte di far spaginare i giornali quando ormai erano in stampa. Passi nel fior fiore della carriera, ma Pippo ha stravolto i piani di direttori e redattori fino a quarant’anni. Ultimamente quando il Milan giocava una partita importante i giornalisti che scrivevano di calcio andavano a bere una birra dopo aver finito il lavoro: “Tanto non gioca”. Poi Inzaghi entrava e segnava. Bisognava fare un pezzo. Torna indietro, spagina, scrivi.

LA PACE E’ DURATA DUE MESI

Sempre così, quando ha segnato due gol al Liverpool nella finale di Champions del 2007, quando ha battuto il record dei gol in Europa di Gerd Muller: dovevi cambiare l’apertura e attaccarti al telefono per un paio di battute, senza contare l’intervista del giorno dopo, quando i giornalisti di mezzo mondo avevano avuto la tua stessa idea e il telefono restava occupato per ore. Pippo è stato la “dannazione” dei giornalisti piacentini anche ultimamente , anche se era diventato la carta della disperazione di Allegri. L’ultimo dispetto Pippo l’ha fatto nell’ultima partita della carriera contro il Novara. Era un po’ rigido, gli mancava il ritmo partita che con Allegri non ha mai avuto. “Tanto non segna”. Destro di controbalzo. Gol. Torna indietro, spagina, scrivi. Quando Pippo ha annunciato di voler smettere col calcio giocato per allenare gli Allievi del Milan, i giornalisti piacentini hanno esultato come lui dopo un gol, come le braccia larghe e la mimica tirata. E’ finita! Liberi! Niente più modifiche alla pagina sportiva o al sito, niente più chiacchierate con la sua segreteria telefonica a mezzanotte. Passano due mesi e la Gazza lancia l’interrogativo: “Tassotti con Inzaghi per il dopo Allegri?”. Rieccolo. La pace è durata sessanta giorni. Dopo il piacentino tra gli attaccanti più forti sempre ecco il piacentino allenatore del Milan. Bisogna seguirlo. Bisogna scrivere di lui. E se poi vince lo scudetto o la Champions in panchina? Torna indietro, spagina, scrivi. Anche se i giornalisti sportivi sanno bene che Inzaghi è l’unico legame rimasto tra Piacenza e il calcio che conta.

P.s: poco dopo la pubblicazione dell’articolo della Batusa sui siti internet dei principali quotidiani nazionali è uscita la notizia di una lite furiosa tra Inzaghi e Allegri.

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