TROVA ROBERTO (EDIZIONE STRAORDINARIA)

La Batusa ha fatto la sua parte e ha comprato una spilla. Un euro. C’è tanto di regolare ricevuta (stropicciata, un po’ rottamata, come si vede nella foto qui sopra). Se Matteo Renzi potrà fare il pieno al camper per proseguire il suo tour elettorale, lo deve anche a noi. Alla fine li abbiamo trovati, Roberto Reggi e Matteo Renzi. E’ stato bellissimo. Dopo tanto cercare in giro per l’Italia ieri ce li siamo ritrovati in casa. Intorno alle 20,30 il teatro Municipale inizia a riempirsi. Età media, cinquant’anni. I primi a essere rottamati sono i primi ad andarlo a sentire (se ne accorge anche Renzi, che appena salirà sul palco dirà “rottamare non vuol dire fare a meno dei vecchi”, furbissimo, sgamatissimo, politicissimo). Le televisioni si piazzano all’ingresso a raccogliere le impressioni dei piacentini, cose tipo “Renzi è l’ultima speranza che ci rimane”, “Non ho mai votato Pd ma non si sa mai”, “Sono storicamente di destra ma Renzi mi piace”. Nell’anticamera del teatro vendono spille e magliette con la scritta “Adesso!”. Sul tavolino c’è anche una tanica di benzina con la scritta “Fai il pieno al camper”. C’è pure una tizia che si chiama Renza ma giura di non aver cambiato nome apposta.

ROBERTO, IL NOSTRO LEADER

Fuori, nel frattempo, la regia mobile di Sky Tg24 e gli altri giornalisti aspettano l’arrivo del camper. Che è puntuale. Mancano cinque minuti alle 21 e il camper gira l’angolo di via Giordani. Scende una tizia elegante, parla toscano e invita i giornalisti a fare in fretta. Qualche istante di attesa, poi la porta del camper si apre: “Eccolo! Eccolo!”, flash a palla, foto, spintoni, “Renzi! Renzi!”, “Renzi, una dichiarazione!”. E scende Reggi. “Non sono Renzi…”. Renzi è appena dietro, Roberto si defila e lascia spazio al vate. “Sono tornato a Piacenza perché oggi, 20 ottobre, è il compleanno di Reggi”. Basta convenevoli, si fa sul serio. Gianluca Perdoni (Teleducato) prova subito a farlo incazzare: “In teatro non abbiamo visto molti finanzieri…”. Renzi resta lì un secondo. “E’ una battuta?”. No, è una Batusa. “Se è una battuta ridiamo… Beh, credo che su questa storia della finanza stiamo davvero sfiorando la barzelletta”. Segue precisazione sulle Cayman e sui rapporti tra finanza e politica. Giorgio Lambri e Michele Rancati (Libertà) la mettono sul personale: “Molti piacentini hanno detto che sono qui per sentire Renzi, ma nessuno si è definito renziano. In Emilia Romagna c’è ancora la paura di dichiararsi renziani? “. Matteo risponde subito: “Definirsi renziani sembra quasi una malattia, ma guardate che si guarisce prima o poi…”. Risate. “Ovvia ragazzi, si va!”. Renzi si prende del bischero da un contestatore isolato, saluta i ragazzi con le magliette “Adesso!” ed entra in teatro (che nel frattempo si è riempito) con Reggi appena dietro. Parte la musica (“We are young”, chiaro), la scenografia con la solita scritta blu è pronta. In prima fila, oltre a Reggi (che Renzi chiama “il nostro leader”) c’è il sindaco Paolo Dosi. Introduce Katia Tarasconi, che presenta Renzi con la voce rottamata dall’emozione. Poi sale Dosi che fa la gag: “Mi hanno detto che oggi compie gli anni un vecchietto che di nome fa Roberto Reggi…”. Roberto si alza, saluta con un cenno della mano in stile Nelson Mandela e si prende l’applauso del Municipale. Poi inizia il comizio e noi andiamo a mangiare e bere, perché tanto a riportare le parole di Renzi ci pensano gli altri. E infatti è tutto su Libertà online, PiacenzaSera, Piacenza24 e ilPiacenza. La spilla, invece, è sulla nostra scrivania. Per ricordo.

filippo.merli@labatusa.it

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