C’è crisi e crisi. Quella coniugale finisce spesso in corna e vasi rotti. E quando lui va a giocare a calcetto con una bottiglia di champagne, vuol dire che è finita. “Le storie di separazione si assomigliano tutte” dice Paolo Cattadori, l’avvocato che ha un busto del Duce nello studio. Ecco la terza puntata di “Compro oro”, la nostra piccola inchiesta sulla crisi a Piacenza.
TESTO: FILIPPO MERLI
Entri e c’è un busto del Duce. Ti guardi attorno e appeso alla parete c’è un manifesto della curia vescovile di Piacenza dopo il decreto del Sant’Uffizio sulla scomunica dei comunisti: “E’ peccato grave: iscriversi al Partito Comunista; favorirlo in qualsiasi modo, specie col voto; leggere la stampa comunista; propagare la stampa comunista. Chi, iscritto o no al Partito Comunista, ne ammette la dottrina marxista, atea e anticristiana e ne fra propaganda è apostata dalla fede e scomunicato. Il Signore illumini e conceda ai colpevoli in materia tanto grave il pieno ravvedimento, poiché è in pericolo la stessa salvezza dell’eternità”. Accanto alla scrivania, sulla sinistra, c’è una motocicletta Bmw sul cavalletto. Strano studio per un avvocato matrimonialista. “Mi sono occupato di diverse cause di divorzio, ma la vera specialista è mia moglie. Per quanto riguarda lo studio, sì, è abbastanza originale”. C’è anche il busto di Benito Mussolini. “Sì, anche questo è singolare, lo ammetto. D’altra parte io non vendo né frutta né verdura. Vendo me stesso. Io sono così. Se qualcuno mi vuole, bene. Altrimenti è liberissimo di andare da un altro avvocato. Il mio studio è così e io sono così, è bene che il cliente lo sappia appena mette piede qui dentro”. L’ufficio di Paolo Cattadori è sullo Stradone Farnese, in uno di quei vecchi cortili con targhe di ottone con nomi di notai e studi legali. Si entra da una porticina sulla sinistra, l’anticamera è ampia e ci sono un paio di sedie in legno scuro. Cattadori ci introduce nel suo studio, e lì viene il bello. Ci sono oggetti antichi e tomi giuridici ovunque: sulla scrivania, sugli scaffali, per terra. Alessandro Manzoni si sarebbe esaltato. Beh. Siamo qui per parlare di cose serie e in particolare di crisi matrimoniale, perché al mondo non c’è solo la crisi economica. Siamo qui per sapere quanti mariti hanno sentito la frase che ogni marito vorrebbe sentire almeno una volta nella vita: “Chiedo il divorzio e torno da mia madre”.
CIAO TESORO, VADO A FARMI UN CALCETTO
L’avvocato Paolo Cattadori ci fa accomodare. Fa una telefonata, riattacca e parla con la Batusa di crisi matrimoniale. Il Duce ci osserva da lontano. “Crisi matrimoniale e crisi economica possono andare di pari passo, soprattutto in questo momento. Al disagio economico, per esempio, può far seguito un’insoddisfazione delle esigenze dei figli. Se c’è un’affettività piena e incondizionata questi momenti si superano, altrimenti… Pronto? Sì, sì, ciao Marco, ci sentiamo dopo, ciao. Scusi. Dicevo, se alla condizione critica da un punto di vista economico si unisce una vita diversa nelle attitudini dell’uno e dell’altro, è chiaro che si può arrivare alla separazione. Non parliamo poi delle crisi matrimoniali determinate da altri incontri…”. Corna, avvocato. Corna. Le corna vanno sempre di moda. “Ciao tesoro, vado a giocare a calcetto”. “Con una bottiglia di champagne?”. “C’è la finale, hai visto mai che vinciamo…”. Ci sono mariti che giocano una finale al giorno. “Beh, qui la crisi economica c’entra poco” dice Cattadori. Le storie di divorzio, spiega l’avvocato, sono molto simili tra loro. “La base è quasi sempre la stessa. E’ raro che ci siano vicende particolari”. Quando finisce l’amore subentrano i soldi. Vuoi o non vuoi, quando si parla di divorzio si finisce sempre lì. “Quando si divorzia c’è il desiderio di staccarsi non solo affettivamente ma anche economicamente dall’altra famiglia. Spesso subentra un forte egoismo per salvare e salvaguardare i propri benefici a discapito degli altri. Poi dipende dai casi. Esempio: se uno vive in una certa agiatezza, quando si separa avrà il problema di avere e di rivendicare lo stesso agio che aveva nella vita matrimoniale. Per farla breve: se andavo in giro in Porsche da sposato, voglio andare in giro in Porsche anche da separato”.
LITIGI IN STILE FORUM
Sono gli uomini o le donne a chiedere il divorzio? “Quando si arriva a una simile decisione è perché lo vogliono entrambi. Che poi sia l’uomo o la donna a iniziare l’azione legale poco importa: alla crisi matrimoniale si arriva insieme. Non c’è mai un coniuge che vuole separarsi e l’altro che invece pretende di andare avanti”. Poi ci sono i figli. “I giudici, per prima cosa, tutelano i bambini. Se i coniugi pattuiscono qualcosa che va a discapito dei figli, il giudice non lo lascia passare. Spesso l’interesse della madre per i figli è molto più sentito, e quindi, quando si parla di prole, il disagio viene avvertito maggiormente da lei”. Ci sono coppie che convivono da anni, si sposano e dopo sei mesi divorziano. Perché? “Forse nel matrimonio c’è una tranquillità di sentimenti che viene data per scontata. Magari durante la convivenza ci si sente più liberi, anche solo per uscire con gli amici. Ma è un’opinione personale, credo sia una cosa più che altro psicologica”. Ci sono anche storie di divorzio con litigi e violenze. “Sì, purtroppo ci sono. Accadono quando un coniuge non tollera quello che viene deciso – anche in sede giudiziale – e manifesta la sua rabbia nei confronti della famiglia, magari picchiando i figli o la moglie”. Qui nel suo studio le è mai capitato di assistere a un litigio tipo Forum? Con lui e lei che si insultano e si rinfacciano tutto? “Mai, perché non permetto che accada. Se dovesse succedere una cosa del genere direi loro di prendere la porta e di andare da un altro avvocato. Il divorzio è un fatto più che altro umano. L’avvocato che si occupa di questi casi deve ascoltare ed essere vicino alle persone”. Fine della chiacchierata, l’avvocato ha del lavoro da sbrigare. Ci alziamo. Salutiamo. Il Duce ha la faccia incazzosa e guarda avanti.
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