ORO, INCENSO E BIRRA/1

Dalle corna da diavoletto indossate a un festino goliardico con suore modello porno anni ’60 all’idea di cancellare il Natale e il presepe dalle scuole materne. Storia di Manuela Bruschini, la barricadera che si giocò il posto di assessore tra finte ostie e finti porporati (con intervista al parroco di Caorso che svela alla Batusa un retroscena interessante).

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Dalle corna da diavoletto al presepe. Notizie da prima pagina. Pezzi di giornale. Manuela Bruschini è tornata in copertina. L’ultimo titolo è fresco di stampa: “Cancellato il presepe”. Oggi il pezzo principale di Libertà è dedicato alla scelta delle scuole materne di Monticelli e Caorso di eliminare la festa di Natale con annesso presepe e riferimenti a Gesù Cristo. Niente pastori, niente magi, figuriamoci la capanna col bue e l’asinello. L’idea è del preside e il preside è lei, Manuela Bruschini. Che, intervistata da Libertà, si è detta “esterrefatta” per l’indignazione dei genitori dei bambini che frequentano le due scuole della Bassa. Eppure loro insistono: “Abbiamo preso questa scelta come una presa in giro, perché non si può parlare di Natale senza allestire un presepe”, ha detto una rappresentante dei genitori. “La decisione di voltare le spalle al Natale è vergognosa”, ha dichiarato Stefano Cavalli (Lega Nord) che l’ha subito buttata in politica: “La dirigenza scolastica forse non ha capito che le materne non sono le frattocchie del Partito Comunista Italiano”. Mondo piccolo. Don Camillo e Peppone a Caorso. Peppone ce l’abbiamo già, è una donna comunista di 38 anni con la passione per la pittura. Porta maglioni larghi ed è laureata in filosofia. E’ stata assessore al Comune di Piacenza, ma ha perso il posto quando è stata fotografata con le corna da diavoletto in un festino goliardico. Adesso fa la preside.

“NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE TOLGONO IL PRESEPE”

Manca solo il don. Gli telefoniamo all’ora di pranzo. Non si chiama camillo ma Giuseppe Tosca, è parroco di Caorso, e prima di affrontare direttamente la questione svela un interessante retroscena alla Batusa: “Qualche anno fa, quando la Bruschini non c’era ancora, qui a Caorso era accaduta una cosa simile – dice don Giuseppe – Ricordo che andai alla scuola materna a fare una visita sotto Natale e non trovai alcun riferimento a Gesù Cristo. Anche quella volta non c’era il presepe. Fu un’iniziativa delle maestre, ma la vicenda venne immediatamente risolta. Adesso, invece, la presa di posizione della dirigenza scolastica mi sembra molto più decisa”. Il don parla soprattutto di cultura. “Sinceramente fatico a capire come si possa prendere una simile decisione, e mi domando se d’ora in avanti alla materna di Caorso inizieranno a contare gli anni dalla fondazione di Roma e non dalla nascita di Cristo. Mi sembra una presa di posizione ideologica, ma non voglio fare polemica. Dico soltanto che la nostra cultura non può prescindere da Gesù Cristo. Nella storia dell’arte come nella letteratura: non si possono spiegare Dante e Manzoni senza spiegare chi è Gesù. Non parlo dal punto di vista religioso, ma da quello laico e culturale. La Bruschini parla di scuola interculturale e di studenti stranieri, ma anche questo non sta in piedi. Il cattolicesimo è parte integrante della nostra cultura ed è giusto che anche i bambini stranieri sappiano chi è Cristo. In più qui in parrocchia, per esempio al Grest, abbiamo sempre avuto bambini stranieri non cattolici. Qui non si parla di religione, ripeto, ma di laicità e di corretto pensiero. Non credo neppure che ci siano le condizioni legali per fare una cosa del genere”. La parrocchia di Caorso si affida ai genitori. “Hanno adottato una presa di posizione ben precisa. Conto su di loro e soprattutto sulla ragionevolezza della dirigenza scolastica”.

C’ERA ANCHE FRATE INDOVINO

Era il 18 agosto del 2004 quando Manuela Bruschini finì per la prima volta in un’apertura di giornale. La Cronaca riportava in prima pagina la fotografia della Bruschini – allora assessore alle Politiche giovanili della giunta Reggi – con le corna da diavoletto a un festino goliardico che si era svolto a Soarza (Villanova) il 17 luglio. La foto era su un sito internet che riportava il resoconto di un party che aveva come tema “la Santissima Curia Episcopale di Fasolandia indice la festa patronale di san Giuseppone Papa Re”. Sull’invito veniva specificato che non sarebbero state ammesse alle funzioni i fedeli senza abito talare. Nessuno sgarrò: tutti gli invitati, come si vedeva dalle oltre cento foto pubblicate sul web, si erano presentati vestiti da cardinali, monaci, suore e sacerdoti. C’era pure un Cristo con la croce e una Madonna col bambino. Oltre a boccali di birra e alle patatine, agli ospiti furono offerte anche ostie consegnate da un tizio vestito in porpora. La festa fu documentata anche dai biglietti d’invito stampati per l’occasione, che riportavano immagini di Cristo, di papa Giovanni Paolo II, di Frate Indovino e di molte suore “che paiono uscite dalle locandine di certi film porno degli anni Sessanta”, come scrisse Cristiana Maganuco nel suo pezzo. La mail che invitava a visitare il sito con la foto della Bruschini in versione diavoletto fece il giro dei computer di Palazzo Mercanti e la Bruschini perse il posto di assessore  dopo il rimpasto e forse anche a causa della foto e della campagna stampa nei suoi confronti. Venne sostituita dall’attuale sindaco, Paolo Dosi. Quella foto segnò la fine dell’esperienza in Comune di Manuela, milanese classe 1975, barricadera convinta e figlia di Marioluigi Bruschini, ex assessore regionale e figura di spicco della politica piacentina.  Da circa un anno Manuela è una preside della Bassa con un’idea ferma: togliere Gesù Cristo dal Natale e cancellare il presepe dagli asili.

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6 Comments on "ORO, INCENSO E BIRRA/1"

  1. Quando la stupidità la fa da padrone’ s’arriva a questo!

  2. mmmmm, dedichiamo le piazze a Mazzini e glorifichiamo il risorgimento e poi non capiamo il significato della parola laicità. Un presepe è fatto di plastica. La fede no. Se hai paura che il tuo natale senza presepe di plastica possa mettere la tua fede in difficoltà, allora fatti delle domande (da solo) e datti delle risposte (da solo). Se la risposta è si, allora hai una fede di plastica.

  3. e se tu hai paura che un pezzo di plastica disturbi la crescita dei bambini allora fatti una domanda: se la risposta è sì allora non sei in grado di crescere tuo figlio.

  4. In Italia glorifichiamo Mazzini, Tardelli, il papa polacco e Gianni Armani, ognuno ha il suo santino e guai a chi glielo tocca. Qui alla Batusa vince il partito laico, figurarsi, ma abbiamo grande simpatia per la fede (per qualsiasi fede, che si tratti di religione, di politica di pallone). Non giriamoci intorno, la fede è profondamente legata ai simboli, quindi è facile capire per quale motivo qualcuno si possa offendere in un caso come questo. Anche togliere il presepe da un asilo è un simbolo. Come la mettiamo allora?

  5. sono per la laicità assoluta dello stato e quindi di tutti gli edifici statali, scuole comprese. ma la laicizzazione deve avvenire in seguito a riflessioni che portino a “maturazione” gli italiani, non per colpi di mano di insegnanti e presidi politicamente schierati il cui unico scopo sembra quello di distruggere l’atavico nemico attraverso l’interessato tentativo di compiacere gli immigrati.

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