NEREO

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TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTOMONTAGGIO: ARCHIVIO TRABACCHI

Dopo aver parlato la scorsa settimana del delicatissimo equilibrio sess-cibo-galateo, oggi vorrei affrontare un tema che mi sta particolarmente a cuore: il microcosmo dell’happy hour. Ancora scosso per la mia recente scoperta, sono a informarci che il mio amato dizionario della lingua italiana, il Devoto-Oli, annovera ben tre happy-qualcosa: happy end, happy few, e cazzo, anche happy hour. Ho dovuto affrontare mesi di terapia per riprendermi dal fatto che il più autorevole dei dizionari anni fa introducesse termini come Apericena (aperitivo accompagnato da ricco buffet che può sostituire la cena), e Ristodisco (locale dove mangiare e poi sculettare), ma happy hour, ovvero la fascia oraria nella quale bar, pub, caffè praticano sconti sulle consumazioni, non passa. Per prima cosa lo considero anticostituzionale se rapportato all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, e che come ben noto, questo nell’happy hour non accade. In secondo luogo il Devoto erra, là dove sappiamo bene come questa oretta di pura follia, sia spesso utilizzata da molti per rimpinzarsi, pagando un obolo. In molto casi si rasenta il reato del furto da tartina… Ma entriamo nel dettaglio e compiamo uno studio scientifico-antropologico sull’ “aperitivista” da buffet, il quale ordina un crodino da 4 euro, oppure un bianchetto da 5, e poi con i vari stuzzichini di tragica qualità, si fa cupola nel piattino tipo vassoio in plastica marrone del self-service villaggio turistico (dove gente in ciabatte e una mano nel costume, ha in testa un altro termine inglese “all inclusive” ovvero, “al ghè deitar tùt”.)

COCKTAIL  ANALCOLICO GUSTO CICCA

Categorie di aperitivisti riscontrate: 1) gruppo di amichette che ridono sguaiatamente a ogni battuta inutile e nel mentre cenano con pizzette, grissini con crudo marrone e tramezzini dalla mayo stanca, prima di andare al cinema a vedere una boiata. Fanno più giri al buffet, ma sono furbe, così le spedizioni avvengono con una precisa martingala turnicante, dove una raccoglie per quattro, illuse così di dare meno nell’occhio: “Noi dài vado io, tocca a me… cosa ti prendo?”. 2) Coppia di amici maschi, che dopo l’allenamento di calcio, con capello ingellato e tatuaggio maori in vistissima, ruttano quando risale il gusto del peperone e dicono che in quell’altro posto là, la “robba” da mangiare è più meglio. Ovviamente chiavi della macchina e portafogli alto come un forattino dell’otto perché pieno di biglietti usati e inutili, sono in bella vista sul tavolo. 3) Uomo solo, di mezza età, che a casa non ha nessuno: decide per risparmio e comodità di mangiare le varie minchiate del bar. Sa benissimo di essere osservato, quindi guarda lui per primo stile “cazzo vuoi?” parte dalle cibarie più economiche, salendo via via di prezzo quando è vicino ad ordinare il secondo bicchiere di Ortrugo. Spesso non usa i tovagliolini di carta e lascia schifose tracce di cibo sul bordo del bicchiere… 4) Coppia di amiche nel mezzo del cammin di loro vita (non più freschissime insomma), ordinano rigorosamente analcolico così credono di poter campare di più a sparar cagate, ma loro quella roba lì che ti portano, mica la mangiano perché tra un’ora cenano a casa e l’appetito non se lo rovinano. “Sai, questa mattina ho scongelato i petti di pollo…” Ovviamente scelgono il locale più modaiolo, che per sopravvivere a queste orde fameliche alza i prezzi, quindi le due babbie non capiscono come un drink anal arancione, al sapore di cicca alla frutta, possa costare “sedicimilalire”. So bene che in questo momento vi starete domandando: “E tu, cretino, come lo bevi il tuo aperitivo?” Come risposta, credo basti la foto. Al prossimo boccone.

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5 Comments on "NEREO"

  1. Sei veramente un campione di stille, il rasputin degli aperitivi, ma vivi e lascia vivere, e basta fare i conti in tasca a tutti, usa il dizionario e meno il pallottoliere.. Con amicizia..

    • Ciao vecchio, come stai? Anche sforzandomi di “conti in tasca”, qui ne vedo ben pochi, ma solo quello che anche puoi vedere alzando la testa da bicchiere, in ogni bar. Poi il termine “babbia” me lo insegnasti proprio tu nei primissimi anni ’90. 😉 Un abbraccio…

  2. Nereo, grazie per l’happy break! Divertente e piacevole, sempre.

  3. Sei una forza davvero fortunata tua figlia poter crescere con una testa che l’allena così. Questa sera faccio svuotare il portafoglio a mio marito xchè è proprio come l’hai descritto tu. Grazie x la risata. Tania Taiani.

  4. Preziose occasioni per essere trash con stile al happy hour time (penso)! Ovvero: la morale amorale che si nasconde sapientemente nei happy hours…e la nobile arte dell’appioppare terminologie sempre trash nei nuovi dizionari! Ironico e molto tuo…grazie!

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