PETARDI E CALIBRO 38

La tabaccheria Carmagnola, la prima a vendere fuochi d’artificio a Piacenza, è rimasta a secco. La questura ha ritirato la licenza dopo che la titolare ha venduto tre petardi a un tizio senza porto d’armi. “Per la legge è come se gli avessi venduto una pistola o un mitra” spiega Paola, la proprietaria. Ora non resta che qualche Raudo per i poppanti con le mutande fuori dai pantaloni.

Tabaccheria Carmagnola

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

Un ragazzino con la cuffia storta e l’elastico delle mutande in evidenza prende una manciata di Raudi. Paga, esce, fa qualche passo verso Piazza Cavalli e fa esplodere i petardi. Ora è soddisfatto. Osserva il fumo che si dissolve lentamente, infila le mani in tasca e se ne va. Che cosa ci sia di tanto divertente nel fare esplodere un petardo, noi filosofi della Batusa proprio non lo sappiamo. Vorremo parlare di Nietzsche, o magari di Kant, e invece siamo qui a parlare dei botti di Capodanno. Siccome siamo abituati a fare le cose per bene, per farlo siamo andati nel posto migliore di Piacenza, la tabaccheria Carmagnola, in Piazza Cavalli, che – dice la proprietaria, Paola Carmagnola – è stata la prima ad avere la licenza per i botti veri, quelli che fanno casino sul serio. Tutto è cominciato una ventina d’anni fa, quando lo zio di Paola ha scoperto di avere una specie di passione per la pirotecnica. Paola parla con la Batusa mentre il ragazzino che ha comprato i Raudi è uscito felice dopo aver sputtanato buona parte della paghetta. “Quest’anno abbiamo venduto pochissimi fuochi d’artificio, purtroppo ci hanno ritirato la licenza”. Alt. Noi volevamo parlare di botti di Capodanno, ma qui c’è anche una storia. Prego. “Beh, praticamente è successo che…”. Una collega di Paola ci prende alle spalle, è un po’ restia nel raccontare l’accaduto. Paola la tranquillizza subito: “Tanto questo blog non lo conosce nessuno”. Infatti. Prego. “Dopo vent’anni, con grande dispiacere, abbiamo dovuto mandare via tutti i nostri clienti, perché la questura ci ha tolto la licenza per i fuochi d’artificio”. E perché? “A dicembre dell’anno scorso – racconta Paola al blog che non legge nessuno – ho venduto tre petardi a un tizio che non aveva il porto d’armi”.

PETARDI PER POPPANTI

Siamo molto ignoranti. Ascoltiamo Beethoven, ma non avevano la minima idea che per comprare i fuochi d’artificio fosse necessario il porto d’armi. “Per quelli più potenti, quelli di quarta categoria, sì, è necessario. Beh. Io ho chiesto a questo tizio se l’avesse, lui mi ha detto di sì e io non gli ho chiesto di mostrarmelo. Gli ho venduto i petardi, ma quando è uscito è stato fermato e la questura ci ha ritirato la licenza. Ecco, più o meno è andata così”. In tabaccheria ci sono signore eleganti che giocano al Lotto e giovani disperati che comprano Gratta e vinci. I petardi esposti in vetrina e sul bancone hanno strani nomi: Triller, Senior Bang, Pop Pop, Silver Bang, Fontana Mille Fiori, Fontana Re Leone. Paola continua a raccontare di come una tabaccheria specializzata in fuochi d’artificio adesso possa vendere solo petardi per poppanti. “Dopo quello che è successo ho dovuto subire un vero e proprio processo penale. La legge – dice – equipara questi fuochi d’artificio alle armi. In pratica, per la legge, è come se avessi venduto una pistola o un mitra a una persona senza porto d’armi. Ti rendi conto? E’ una questione di buon senso, ma spesso nelle piccole cose il buon senso non esiste. Potevano sospendermi la licenza, senza revocarla, anche perché abbiamo perso tutti i nostri clienti, per i quali eravamo un punto di riferimento”. Paola racconta che la sua tabaccheria è stata il primo punto vendita di fuochi d’artificio a Piacenza. “Siamo stati noi, in particolare mio zio, ha introdurre la cultura della pirotecnica in città. Ora, senza la licenza, non abbiamo più grossi petardi, solo cose standard. Questo sarà il secondo Capodanno che passeremo senza poter vendere quello che per cui eravamo conosciuti da tutti. Ora abbiamo iniziato l’iter per riavere la licenza, ma la burocrazia, si sa, ha tempi biblici”. La tabaccheria specializzata in fuochi d’artificio non può più vendere fuochi d’artificio. Solo qualche petardo ai ragazzini annoiati con l’elastico delle mutande in evidenza.

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