RICAMI ECCEZIONALI

Oggi Libertà ci porta nel grande mondo del punto croce. Al corso di maglia e ricamo dello Spazio 4 – il corrispettivo femminile del soft air – le trentenni piacentine non fanno pettegolezzi, bevono tisane invece del Negroni e confezionano maglioni di lana. Dev’essere un po’ come il Festival del Diritto: una boiata pazzesca.

maglia-ai-ferri

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

A un certo punto scocca l’ora della tisana. Non è uno scherzo. Le quaranta ragazze dai 20 ai 30 anni che partecipano al corso di maglia e ricamo – non è uno scherzo – mettono l’acqua a bollire e scelgono tra la corteccia di betulla e i petali di papavero (prima coi papaveri si sballavano, adesso ci fanno gli infusi per stimolare la concentrazione tra una cuffia e un maglione di lana, un altro segno dei tempi che cambiano). Poi riprendono i ferri e attaccano le matasse colorate. Libertà ha dedicato un’intera pagina all’iniziativa di taglio e cucito promossa da Spazio 4. Il pezzo è a firma di un certo Paolo Schiavi, che a giudicare dall’entusiasmo e dalla precisione con cui descrive metri da sarta e aghi di medio spessore dev’essere una specie di genio dell’uncinetto.
Accade questo. Ogni martedì quaranta giovani donne vanno allo Spazio 4 a fare a maglia (prima allo Spazio 4 si sbronzavano mentre ascoltavano musica reggae, adesso fanno maglioni di lana, i tempi sono ufficialmente cambiati). Ci sono ragazze di 24 e 29 anni che invece di fare spinning o zumba preferiscono distrarsi e rilassarsi seguendo i consigli di vecchie professioniste del punto croce che l’autore del pezzo chiama “maestre”. Le foto pubblicate da Libertà rendono bene l’idea: ci sono queste signore con gli occhiali legati alla cordicella che osservano il lavoro delle giovani allieve. Sul tavolo ci sono forbici, fili, ditali, pezzi di stoffa e gomitoli. Paolo Schiavi, gasatissimo, attacca duro: “Non è lo spaccato di un salotto antico, non è la visione di un tempo che non c’è più”. Che sarà mai? Pathos, suspense, curiosità irrefrenabile: “E’ il corso di maglia e ricamo”.
“Per noi che non abbiamo gran vita notturna è un bel divertimento” dicono le maestre che adesso Paolo Schiavi chiama “siure”. A giudicare dalla grande partecipazione e dal successo del corso, pare che anche le giovani donne piacentine di notte non abbiano molte cose da fare. E qui si potrebbe aprire uno di quei dibattiti sociologici da quattro soldi per capire come mai le trentenni piacentine preferiscono iscriversi al corso di maglia e ricamo piuttosto che andare al Comoedia a ballare e a bere l’Angelo azzurro. Forse le trentenni piacentine si annoiano a morte e cercano passatempi alternativi, un po’ come sta accadendo ai trentenni piacentini che si infilano la tuta mimetica e giocano alla guerra in quella piccola attività ludica per giovani rincoglioniti denominata soft air, in cui oltre a spararsi tra di loro sparano una caterva di cazzate tipo “qui Delfino curioso, dobbiamo chiedere rinforzi, circondarli e tendere una trappola nella zona del fienile, rispondi Cavallo goloso, roger, passo e chiudo” (ovviamente Cavallo goloso è lo sfigato di turno trascinato lì controvoglia perché ne mancava uno, l’immancabile nerd che voleva stare a casa a studiare diritto romano e che invece finirà in un’imboscata e sarà impallinato per primo). Ma è venerdì anche per noi e sinceramente non abbiamo molta voglia di fare analisi sociologiche. Ci limitiamo a leggere il pezzo del genio dell’uncinetto che intervista Alessia, 32 anni, che fa il corso di maglia e ricamo perché “mi piace sentirmi parte di qualcosa da cui gli uomini si sono autoesclusi”, ma non è ancora detta l’ultima parola. Chissà. Poi c’è Clara, “che si è scavata la fossa dopo aver regalato una sciarpa-collo ad un amico: ora è piena di commissioni”. Cose che fanno riflettere. Claudia dice che il corso dello Spazio 4 è “un’isola felice” e si prova il maglione che sta confezionando, Alessia aggiunge che è “rilassante”, Paolo Schiavi scrive che al corso c’è poco spazio per i pettegolezzi. Ricapitolando: le trentenni che fanno punto croce allo Spazio 4 bevono tisane alla betulla invece del Negroni, non sputtanano nessuno e stanno ore in silenzio a ricamare maglioni di lana. Insomma, il corso di maglia e ricamo dev’essere un po’ come il Festival del Diritto: una boiata pazzesca.

Share

1 Comment on "RICAMI ECCEZIONALI"

  1. purtroppo hanno chiuso il convento delle suore di clausura ; le nostre ragazze avrebbero trovato maestre e silenzio in un ambiente luminoso e accogliente; ai miei tempi (porto occhiali con la cordicella) si pensava ad andare a ballare per trovare il “moroso”. Povere ragazze!!!!che tristezza

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi