LETTERE ALLA BATUSA

Dopo la nostra mappa sui locali in voga a Piacenza, quei posti in cui i piacentini vanno a bere un robo, abbiamo ricevuto una lettera da una piacentina che vive a Bruxelles. Si chiama Laura Marenghi e ci ha elencato i posti in cui i piacentini che vivono nella capitale del Belgio vanno a bere un robo.

Batusa

FOTO: LAURA DAVANTI AL PARLAMENTO EUROPEO

Cara Batusa,
diventata ormai da qualche tempo fan del vostro blog, ho deciso di condividere con voi e con i vostri lettori come beve un robo una piacentina a Bruxelles. Questa bistrattata capitale, cui comprendo si possano preferire le blasonate Londra, Parigi o Berlino, ha da offrire molto più di quello che si pensi.

APERITIVO (PER COSI’ DIRE)
All’ombra del Parlamento europeo, per iniziare, c’é l’immancabile Place du Luxembourg, dove centinaia di persone si ritrovano dalle 18 per lhappy hour più affollato della città. A volte mi capita di rimpiangere l’italianissima formula con buffet, ma ecco che mi consolo con un pesantissimo samosa, reperibile a qualsiasi ora del giorno e della notte in uno dei tantissimi nightshops pakistani. La coppa resta la coppa. Spostandosi di poche centinaia di metri si arriva a Matonge, quartiere di folklore africano incorniciato da due graziosissime piazze (Place de Londres e Place St. Boniface) ricche di bar, brasseries e ristoranti. Per bere qualcosa citerei lo Zonneklop, scenario abituale di feste di arrivo, partenza, compleanno e non compleanno. Qui, più che la qualità delle bevande o del servizio, è il clima in sé e per sé a “fare” il locale. Se dovessi ipotizzare (solo ipotizzare, eh) una serata-tipo, la inizierei, o meglio, la inizio in uno dei posti appena ricordati o a Place Flagey, dove il Cafè Belga, uno dei locali più conosciuti della città, la fa da padrone con la sua aria decisamente radical. L’aperitivo della casa -manco a dirlo- è birra belga con formaggio e salume tipici. Per ritrovare un po’ d’Italia, invece, il posto giusto è la Piola Libri, caffè letterario, libreria e circolo informale di cultura italiana, ideale per ritrovare i nostri sapori con un buon bicchiere di vino o uno Spritz.

 CENA
A cena ci sono a disposizione tutte le cucine del globo, ma proprio volendo scegliere qualche indirizzo in prosecuzione logica da dove siamo partiti, opterei per Les super filles du tram con i suoi hamburger spaziali o ancor meglio per il Volle Gas, dopoteatro tipicamente belga situato in Place Fernand Cocq. Qui, dichiarando di essere italiani può capitare (e così fu) di  ballare Bamboleo e Djobi Djoba sommersi di limoncello. Spostandosi in centro, si può andare da Anata, ristorante giapponese con gestione un po’ stronza, ma ottimo per il rapporto qualità-prezzo. Poco distanti, nel suggestivo Quai aux Briques, si trovano invece i ristoranti di pesce e coquillages più rinomati di Bruxelles (occhio al portafogli). La miglior pizza della città si mangia da Momo, nel cuore di St. Gilles, il quartiere più giovane e artistico – quando non artistoide – della città. Per il cinese, il meglio è il take away in Avenue de la Chasse e la compagna d’ufficio cinobelga conferma.

LA FESTA IN CASA
Un pit stop usuale, se non irrinunciabile, è la “festa in casa”. Ce ne sono sempre. Non importa di chi sia la casa, chi tu sia, da dove tu venga, sarai il benvenuto per il semplice fatto di presentarti con una bottiglia in mano, un sorriso (perché no?) e voglia di socializzare in qualsiasi lingua.

POI?
A questo punto si apre un ampio ventaglio di possibilità. La vita notturna di Bruxelles è piacevolmente non abitudinaria. C’è sempre un nuovo evento o la serata tal dei tali da scoprire. D’estate una delle migliori é l’Apero Urbain, festa itinerante tra i vari parchi della città allestiti all’uopo in pieno stile con salotti, DJ e stand: Veuve Cliquot, Aperol, Heineken e chi più ne ha più ne metta. Ricordo solo ora di essere stata fermata dalla sicurezza al gesto di introdurre, mio malgrado, bottiglie dall’esterno. Da citare é anche l’Antitapas. Nata come “festa in casa” col fine di unire la cultura dell’aperitivo a quella delle tapas, oggi, questa “baracca” conta migliaia di persone. I partecipanti accorrono numerosi sia per ascoltare musica di ogni genere e assistere a esibizioni dal vivo, sia sicuramente per gozzovigliare a basso prezzo tentando di portarsi a casa “la meno peggio”. Il ritrovo è a Les caves de Cureghem, ex cantine industriali. Un circo sotterraneo. Non posso omettere Mr. Wong e The Wood, due tra i discobar che preferisco. Entrambi propongono musica e clientela diversa secondo la serata; il primo è in pieno centro ma opportunamente defilato rispetto ai classici itinerari della sbornia adolescenziale, il secondo immerso nel parco Bois de la Cambre. Tanto detto, nonostante i ben noti circoli di potere bruxellois, non mi è ancora giunta voce di ritrovi segreti in stile Eyes wide shut (meglio così, temo che in tal caso non avrei avuto il coltello dalla parte del manico) forse per la mia ancor semplice qualifica di stagista delle Istituzioni europee. Vi terrò informati.

Laura Marenghi

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