GUTTURNIO E CALENDULA

Una farmacista piacentina ha fatto una scoperta interessante: il nostro vino è ottimo da spalmare a mo’ di crema, un po’ come i prodotti della Just. Abbiamo subito incaricato Nereo di fare una prova, lui ha chiesto un Pinot Nero del 2010 in farmacia e s’è fatto una maschera facciale.

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TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

Quando ho letto la notizia per la prima volta non volevo crederci. Quando ho letto la notizia per la seconda volta, ci ho creduto. Quando ho letto la notizia per la terza volta, ho mentalmente mandato a quel paese tutti quei salutisti claustrofobici nelle loro pareti fatte di grigiore integrale e il loro grido: “Il vino fa male”. Apprendo da Piacenza24 che a Verona, durante il Vinitaly, la cantina piacentina “Il Poggiarello” ha dimostrato come il nettare degli dei possa far bene anche alla pelle. Se da un lato questo mi rallegra, dall’altro smonta la mia antica convinzione, di come la sensualità e morbidezza delle mie labbra, sia questione di genetica. Invece è per tutto il vino che ci è passato attraverso. Ma beviamo nel dettaglio. Sandra Ferrari, che spero aver l’onore di conoscere presto, già farmacista, diventerà presto idolo di noi bevitori; infatti ha avuto l’idea di prendere i polifenoli dell’uva per creare dei cosmetici. Come si può facilmente evincere guardandomi correre nudo in mezzo a un campo fiorito, i polifenoli sono antiossidanti e a me, che farmacista non sono, suona molto come “anti invecchiante”. Ma poi ho compreso di non aver capito proprio benissimo, quando nella mia farmacia di fiducia ho chiesto: “Un fermo del 2009 per le increspature della pelle e un Pinot Nero del 2010 per farmi un bidè da re.”
Gli sguardi straniti e atterriti mi hanno fatto comprendere il misunderstanding; infatti, scherzi a parte (ma mica troppo), la linea completa di questa genialata, mi consiste in una serie di creme, cremine, cremazze e unguenti, che non sono da ingollare avidamente, ma da spalmare, spruzzare e fare quella cosa che solo il nome mi urtica: lo scrub. Uno scrub al Gutturnio potrebbe essere l’idea regalo a cui non avete mai pensato. Faccio senza ironia i miei complimenti per questa idea che si basa sull’estratto di uva rossa del Poggiarello, e soprattutto ora grazie ad essa,quando rincaserò tardi la sera infilandomi quatto quatto sotto le coperte e mi sentirò dire “sai di vino”, potrò rispondere: “Sono in cura amore, sono in cura”.
(Nella foto sopra, Nereo alle terme).

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