OH NO, COME FAREMO SENZA MOLO 11?

E’ stato il locale di tendenza della scorsa estate, il posto in cui un robo costava come al Billionaire, la novità che come accade spesso ha attirato in massa i piacentini in infradito che s’illudevano di essere a Riccione e invece erano sull’argine del fiume più inquinato del mondo. Purtroppo per loro il Comune non ha rinnovato il progetto del Molo 11. Ora dove andranno tutti?

molo11

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Bere un robo con la sabbia nelle scarpe non è il massimo della comodità. Soprattutto se sei a Piacenza e non a Porto Cervo. Eppure il Molo 11 era sempre pieno. Come spesso accade, appena apre un nuovo locale i piacentini arrivano in massa e ne fanno una moda. Poi si rompono, cambiano posto e di quello precedente non frega più niente a nessuno. Il Molo 11 s’è salvato appena in tempo, dato che il Comune non ha rinnovato il progetto perché deve fare alcuni lavori sull’argine del Po, lì dove sorgeva il locale rivelazione della scorsa estate. I piacentini s’illudevano di essere in una di quelle discoteche all’aperto tipo Papete e passavano le serate con vista sul ponte che porta a San Rocco, col fiume più inquinato del mondo alle spalle e qualche barchetta di pescatori di siluri a fare da sfondo nelle foto da postare su Facebook. Per fare contenti i piacentini basta poco, anche perché in fatto di movida sono abituati ad avere niente. Quelli del Molo 11 l’avevano studiata bene. Avevano messo un bar coi prezzi simili a quelli del Billionaire, qualche bancale di legno riverniciato di bianco al posto dei tavolini e un campo da beach volley con sabbia misto erbacce. Dovevate vederli, com’erano contenti i piacentini: parcheggiavano nel sabbione accanto al Po, prendevano il sole, facevano l’aperitivo (scusate, l’ape) e giocavano a pallavolo dopo aver bevuto un gin lemon nel bicchiere di plastica. Erano felici, elettrizzati. Anche Piacenza aveva i suoi Navigli e la sua spiaggia, finalmente non era più inferiore a Riccione e ai locali chic che d’estate sorgono sul Lungotevere.
Andavano tutti lì. Mangiavano una grigliata di carne, parlavano, bevevano un drink pagandolo una fortuna ed erano in pace col mondo. Era la stessa identica cosa della Taverna delle Fate, che guarda caso era affollatissima i primi tempi e poi non si sa che fine abbia fatto. Evidentemente quelli del Molo 11 conoscevano i piacentini come le loro tasche e devono aver pensato “facciamo una cosa praticamente uguale alla Taverna delle Fate, però cambiamo nome per dare quel senso di novità che attira tanto i piacentini”. Voilà il Molo 11. Pieno in ogni ordine di posto. In piedi, seduti, sulla pista da discoteca. C’erano piacentini convinti di essere a Rimini, in costume da bagno e con le infradito a due passi dalle mura della città. Ma anche noi conosciamo i piacentini come le nostre tasche, e siamo sicuri che già quest’anno il Molo 11 avrebbe avuto meno successo dell’estate scorsa. Ecco perché il Comune l’ha salvato. Però non preoccupatevi: se c’è qualche imprenditore che nel 2014 vuole fare un po’ di soldi, apra un locale sull’argine del Po identico al Molo 11, lo chiami “Can8” e stia pur sicuro che il successo sarà assicurato. Almeno per un paio di mesi.

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14 Comments on "OH NO, COME FAREMO SENZA MOLO 11?"

  1. non sono d’accordo su niente.. ma l’articolo è ok!!! uno del molo

  2. Da più di 10 anni non abito più a Piacenza, ma amo la mia città e, grazie al Piacenza Calcio, torno tutte le domeniche per andare allo stadio.

    Mi è capitato di fermarmi anche qualche week end e purtroppo la sera la situazione è veramente desolante. Non faccio nomi di locali perché non è giusto fare loro pubblicità (in molti casi negativa) visto che dietro il bancone ci sono persone che lavorano e hanno i loro costi di gestione, ma il prodotto Piacenza by night lascia l’amaro in bocca se confrontato con quello di realtà vicine (senza ovviamente tirare in ballo la metropoli milanese che se la gioca con altri numeri).

    Meno male che c’è il Garilli…

    • Io mi son trasferita proprio a Milano dopo un paio di anni da pendolare, prima non ci facevi caso a certe cose, ora dopo aver visto cosa vuol dire una notte organizzata da privati e amm. comunale (e non parlo ovviamente di londra o ny) quando torno mi viene il magone per quello che si potrebbe fare e non si fa, soprattutto per i giovani. Non è secondo me una questione di numeri, ma di mentalità. Te lo immagini un evento in un quartiere qualsiasi di Pc come il fuorisalone in Zonatortona? Ci sarebbero state le barricate degli abitanti, proteste, fiumi di consigli comunali solo su questo argomento… Magari è giusto che Piacenza mantenga questo status “pacifico”, ma il mio punto di vista è l’opposto.

  3. Pure io non abito da anni a Piacenza, e sono piacentina, e ci vengo apena posso, ma mi dispiace sentire sempre le stesse lamentele su tutto quello che si fa a Piacenza, e sempre dai piacentini, . Non avete idea di come sia un fiume realmente inquinato e disprezzate tutto quello che fanno, perche invece non apprezzare ed apoggiare le iniziative ?Si sa che siamo innacontentabili ma dovreste provare a vivere alcun tempo in altri posti , e poi ? ..amate e rispettate la nostra città finchè siete in tempo.

  4. manuela benedetti | Aprile 23, 2013 at 10:34 pm | Rispondi

    Come al solito il Piacentino non capisce niente! Finalmente un posto dove si stava bene, dove potevi bere qualcosa al’aperto e sentire musica senza assolutamente pagare come al Billionaire, dove pur esendo in riva al Pò non ci sono zanzare grazie ad una buona disinfestazione, dove c’era qualche buona sera con gruppi jazz ecc.ecc. e il piacentino cosa fa? Critica!!!! Allora è giusto che poi a Piacenza non ci sia mai niente: Complimenti!

  5. a me piaceva il Molo 11!!! E non lo trovavo cosi fuori prezzo, ci cenavo e mi fermavo a ballare, mi piaceva proprio si stava benissimo, chissà magari merito degli “effluvi” inquinati del Po!!!! Mi dispiace proprio che quest’anno non ci sarà e allora spero tanto che “qualche imprenditore che vuole fare soldi” apra un’altra Taverna delle fate e/o un altro Molo 11 !!!

  6. Almeno era un posto in più dove andare…putroppo siamo in italia ed anche piacenza ha la sua mafia in fatto di locali e di permessi…mi spiace per coloro che si erano impegnati per darci un posto nuovo! nessuno era obbligato ad andarci, ma se uno cercava qualcosa di diverso dal solito temple e cristiania almeno aveva un’alternativa!

    Un disinteressato obiettivo!

  7. caro Filippo Merli non sono stato un cliente fisso del Molo11 ma un paio di volte ci sono capitato; non capisco, nè tantomeno condivido, questa critica così aspra nei confronti del locale e soprattutto dei piacentini, dipinti da te come pecoroni che si buttano nella mischia della novità illudendosi di essere a porto cervo!credo che tutti fossero ben consci di trovarsi li, sull’argine del Po con vista ponte, ma se ci divertiva e si stava bene ti crea problemi?del resto cosa si poteva fare: rinchiudersi tra le quattro mura dei soliti locali o della propria casa?

  8. anch’io non sono d’accordo su quello scritto nell’articolo
    A parte il fatto che fiume più inquinato al mondo mi sembra esagerato, come se l’acqua di altri fiumi che attraversano città e capitali europee fosse acqua minerale…ma a parte questo, era un bella iniziativa e carino il posto, e i prezzi non così diversi da molti altri locali. Ma bastaaa criticare sempre a priori e in maniera gratuita!!!
    Saluti

  9. MA X PIACERE!X DIRE CHE IL PIACENTINO TIPO NN è UN PECORONE BISOGNA VERAMENTE NN AVERE OCCHI X VEDERE!è COSI’ DA SEMPRE HA BISOGNO DEL SUO PICCOLO RECINTO DI PROVINCIA DOVE SENTIRSI ESCLUSIVO TOTALMENTE D’ACCORDO CON LA BATUSA

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