NIENTE GIRO, SIAMO SNOB

Ciclisti dilettanti conciati come Cipollini che provano a tenere il passo del gruppo, allarmisti che iniziano a urlare “eccoli!” due ore prima del passaggio dei corridori, i fotografi della domenica, un brutto ricordo di Lance Armstrong: ecco perché non siamo andati a vedere il Giro d’Italia.

GIRO D'ITALIA 2012: 15/A TAPPA

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Non siamo snob. O forse sì. Il fatto è che proprio non ce l’abbiamo fatta. Per un momento abbiamo pensato di fare un salto, poi abbiamo desistito. Un po’ perché ormai il Giro d’Italia passa a Piacenza tutti gli anni e non è più una novità, un po’ perché ci siamo rimasti sotto. Era il 2006, erano i tempi duri della Cronaca e ci spedirono al parcheggio di viale Malta per intervistare Lance Armstrong. Il parcheggio di viale Malta era la base dei corridori che dovevano prendere parte alla cronosquadre Piacenza-Cremona, partenza da Piazza Cavalli. Noi dovevamo fottercene della corsa. Il nostro compito era quello di strappare una battuta ad Armostrong. Andò a finire che aspettammo 5-6 ore davanti al suo camper con un sole devastante e guardie del corpo coi capelli a spazzola poco inclini al dialogo. Alla fine la battuta la strappammo anche. Lance, chi vince il Giro? “Savoldelli”. Perfetto. Ce n’era abbastanza per fare un titolo e per riempire una pagina di giornale. Ma quelle 5-6 ore ci hanno segnato e dal quel giorno il Giro d’Italia ci sembra poco divertente. Così oggi non siamo andati a vedere passare la corsa rosa in città. Non siamo snob. O forse sì. Il fatto è che non sopportiamo quei ciclisti dilettanti conciati come Gianni Bugno che si mettono sul bordo della strada con le loro biciclette in carbonio. Qualche maniaco di protagonismo cerca anche di stare dietro ai corridori sulle strade parallele al percorso, scordandosi di essere un modesto impiegato di banca e non un gregario professionista (e poi senza Epo dove vuoi andare?). Non siamo snob, ma odiamo anche gli allarmisti. Gli allarmisti sono quelli che due ore prima del passaggio dei corridori iniziano a urlare “eccoli!” ogni due minuti. Spesso non vedono nulla, sono solo condizionati. Altre volte si fanno ingannare da una signora con la Graziella che va a fare la spesa. Fatto sta che spargono voci surreali e spacciano notizie false a chi ha la sfiga di trovarsi dalle loro parti: “C’è stata una caduta. La maglia rosa si è ritirata. Hanno sospeso tutto. Hanno sbagliato strada e sono finiti a Travo”. Poi, quando passa la carovana che anticipa il passaggio dei corridori, tirano fuori il cellulare, iniziano a sgomitare, a bollare e a pestarti i piedi per farsi largo tra la folla: “Scusa, permesso, permesso, scusa”. Non siamo snob, ma scusa un cazzo. Poi, quando finalmente passano i corridori, iniziano ad avere visioni mistiche: “La maglia rosa!” (in realtà la maglia rosa è dietro di un quarto d’ora). Quindi pensano di vedere i corridori che vogliono loro. Tenete presente che il gruppo passa minimo ai 70 allora e che distinguere i corridori in quella frazione di secondo è praticamente impossibile. Però loro ci provano lo stesso: “Cavendish! Evans! Uran! Bartali! Girardengo!”. Quando finisce tutto, cioè una trentina di secondi dopo, fanno gli espertoni, parlano di rapporti, di aerodinamica e di freni, poi salgono in bici e quando arrivano a casa dicono alla moglie che hanno tenuto il passo dei corridori in fuga.

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