DUE DI PICCHE

Brutte notizie per i vecchi che passano il resto dei loro giorni al bar: Modiano, la principale produttrice di carte piacentine, è in crisi. Siamo andati a chiedere ai vecchi se sono pronti a giocare a scopa con l’iPad.

briscola

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

I vecchi che aspettano la fine dei loro giorni al tavolo di un bar devono essere forti. Modiano, una delle principali produttrici di carte piacentine, è in crisi. L’azienda di Trieste ha messo in cassaintegrazione i suoi settanta dipendenti fino a metà agosto in attesa di prendere una decisione definitiva sul futuro del settebello. I bar non comprano più le carte da gioco e i magazzini di Modiano sono pieni di materiale invenduto. E poi sono arrivati i cinesi – quelli prima o poi arrivano sempre – che hanno fottuto parte del mercato a Modiano e Dal Negro, l’altra fabbrica specializzata nella produzione di carte. “Il mercato delle carte – scrive il Corriere della Sera – vive principalmente sui frequentatori dei bar o dei circoli tipo Acli e Arci e grazie a loro c’è stata finora una buona rotazione degli acquisti. Si calcola che un mazzo di carte in un bar duri poco più di un mese e ogni punto vendita per essere all’altezza delle richieste dei giocatori ne deve avere nel cassetto almeno una dozzina”. Ultimamente, però, pare che bar e circoli abbiano deciso di risparmiare proprio sulle carte da gioco e questa per i vecchi non è una buona notizia. La storia di Modiano inizia nel 1868, quando Saul David Modiano, un commerciante di Salonicco specializzato nella produzione di cartine di sigarette, decise di ampliare la sua attività con la fabbricazione di carte da gioco, e oggi rischia seriamente di interrompersi per via della crisi. Come faranno i vecchi? Siamo andati in un paio di bar della città a chiedere ai giocatori incalliti se sono pronti a sostituire le carte piacentine con l’iPad.

QUELLA SPECIE DI VASSOIO

Il reportage è molto pericoloso. Prova a rompere le palle a un vecchio mentre sta giocando a carte, poi vediamo. Comunque, in nome del grande giornalismo d’inchiesta, abbiamo deciso di rischiare, magari è la volta buona che vinciamo l’Antonino d’oro. I vecchi dicono di non essere a conoscenza della crisi di Modiano. Eh certo, quello nella pagina dei morti mica ce lo scrivono. Così li mettiamo al corrente della crisi che ha colpito le carte piacentine e cogliamo subito un certo sgomento. Temiamo una reazione sconsiderata, anche perché i bottiglioni di vino scadente sul tavolo sono parecchi. “Secondo me non è vero” ci dice un signore sulla settantina che gioca con le bretelle abbassate. “Le carte piacentine ci sono da quando ho memoria, è impossibile che spariscano di punto in bianco”. Già, è dura accettare la realtà, ma insistiamo e disturbiamo un altro vecchio che se la prende col compagno perché ha fatto una mossa sbagliata. “In tutti i bar che frequento i mazzi di carte ci sono, quindi per ora sono tranquillo”. Ci sentiamo un po’ stagisti dei giornali, quei poveri ragazzi che vengono spediti a fare le cose noiose che non vogliono fare gli altri con la scusa della gavetta. Ci sembra di essere tornati indietro nel tempo, agli articoli sui saldi e sul mercato cittadino. Però non ci fermiamo e ci rivolgiamo all’intera tavolata. Cari signori, presto dovrete giocare con l’iPad. “E cos’è?”. Interviene l’esperto tecnologico: “Dai su, è quella specie di vassoio che funziona con le dita”. Uhm. Descrizione originale, ma rende l’idea. “E come facciamo a giocare con quell’affare lì?”. Giocate online, anche se sarà più dura farci dentro. Non è facile fare un’orecchia o graffiare il retro dell’iPad per riconoscere le carte… “Eh? Ma che cosa dici? Senti ma chi sei?”. La nostra copertura è saltata e l’aria inizia a farsi pesante. Abbiamo interrotto i vecchi per troppo tempo ed è arrivato il momento di girare i tacchi. Entro metà agosto Modiano prenderà una decisione sui suoi dipendenti. Nel frattempo i vecchi piacentini continueranno a giocare con le carte piacentine e a portare bottiglie e bicchieri su quella specie di vassoio che funziona con le dita.

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