BUONGIORNO TRISTEZZA

TESTO: NICOLÒ PREMOLI; FOTO: INTERNET

tristezza

Da qualche giorno rimbalza qua e là su Facebook un link vecchio di ormai due anni in cui si “celebra” il primato italiano di Piacenza in fatto di tristezza. Tralasciando la poca attenzione all’attualità (Piacenza dispone da qualche tempo di un primato ben più turgido e puffesco) di chi posta il suddetto link  ho provato a guardare Piacenza da un’altra prospettiva, dalla prospettiva di chi nella nostra città verrebbe di corsa e senza fiatare, la prospettiva di chi abita in città dove ci si lamenta per qualche motivo sensato (e non perché il Boeri costa troppo o per le rotonde di Reggi). Vediamo alcune città detentrici di primati ben più interessanti:

– Harbin (Cina): avete presente la nebbia che, soprattutto d’autunno ricopre la nostra città? Bene, anche ad Harbin la nebbia non manca, ma non mancano pure diversi metalli pesanti e tossici che la compongono. Ad Harbin più che alla circolazione a targhe alterne si è pensato di chiudere qualche decina di fabbriche dati i livelli di inquinamento superiori di 400 volte alle normative cinesi e i muri dipinti di nero causa smodato utilizzo del carbone per il riscaldamento.  Altro che blocco del traffico e allarmistici titoloni di Libertà, ad Harbin si rischia la polmonite ad ogni respiro.

– Machačkala (Russia): ricordate la cessione di Eto’o all’Anzhi di un paio d’anni fa?  La città del suddetto club è talmente vivibile ed ospitale che i giocatori alloggiano a Mosca. Machackala oltre ad avere un nome impronunciabile è infatti considerata la città più brutta della Russia (della Russia eh). Della serie: oltre a non esserci niente da fare se non affogare nella vodka, fa freddo e l’aria puzza di solventi. Altro che l’olezzo di porchetta sul Mercato Europeo per un paio di giorni all’anno.

– San Pedro Sula (Honduras): il nome farebbe pensare ad un ridente paesino alla pari di Carpaneto dove non succede praticamente nulla. Non è proprio così. Sebbene Piacenza stia salendo alla ribalta per sparatorie in strada, furti di biciclette e in appartamento c’è chi se la passa decisamente peggio: a San Pedro Sula le rapine si fanno con fucili automatici e lanciagranate mentre si registrano 159 omicidi ogni 100000 abitanti. Peggio del paesino di Don Matteo per intenderci. O dell’appartamento di Castel San Giovanni depredato per ben tre volte dai ladri.

– Yakutsk (Russia): ogni novembre la stessa storia si ripete, inevitabilmente; ci sono 9 gradi centigradi e il piacentino medio si lamenta del freddo, magari acquistando gli stramaledettissimi UGG e ricevendo consensi su Facebook. Chi vive a Yakutsk probabilmente qui girerebbe ancora in maglietta e bermuda: la temperatura media invernale della ridente città russa è infatti di meno 20 gradi. Nonostante questo, niente UGG e niente lamentele: a scuola ci si va se non si superano i meno 55 sotto zero.

– Lloro (Colombia): a Lloro la temperatura è decisamente più mite ma il problema è un altro: la pioggia. Nella ridente località arroccata sulla cordigliera andina cadono infatti circa 13300 millimetri di pioggia all’anno:  altro che via Nino Bixio chiusa al traffico per il Po troppo alto.

– Trona (USA): tremila abitanti e nemmeno l’ombra di un bar dove leggere il giornale, una sorta di Gariga al cubo. Per chi vive a Trona lo svago più grande è percorrere i pochi metri che separano l’abitazione dal luogo di lavoro: altro che due passi in centro e aperitivo all’Aris, qui il primo ristorante è a 50 miglia di distanza.

Infine una piccola chicca per chi si lamenta della viabilità cittadina scagliandosi contro la colonna in tangenziale all’altezza del Leroy Merlin nell’ora di punta: ecco a voi la periferia di Lagos. Niente piste ciclabili e ZTL, niente catalizzatori e soprattutto niente rotonde: poi non ditemi che non servono a niente, mi raccomando.

lagos

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